Il mondo gay maschile è sempre stato considerato un mondo di apparenza, effimero e parecchio frivolo. Bellezza e fisico scolpito sono un ottimo biglietto da visita per farsi notare ed essere popolari.
Sui social ormai è sempre più una gara a pubblicare la foto perfetta acchiappa like, una gara, tutti contro tutti e parliamo di milioni di persone con il fine di apparire perfette ed essere riconosciute tali dagli altri. Ma il discorso vale anche al di fuori dei social. Il gay bello sbrana quello brutto, il fisico tonico o muscoloso batte quello filiforme o curvy, e no, non è body shaming è questione di gusti, tutti posso piacere ma il corpo scolpito piace un po’ a tutti. Ma esiste il body shaming al contrario? Denigrare qualcuno perché pressoché perfetto?
Nel mondo LGBT dove il giudizio facile è lo sport nazionale, proliferano tutta una serie di termini ed epiteti per definire gli altri, che l’accademia della crusca ci andrebbe a nozze. Termini offensivi e spesso con declinazione al femminile per denigrare, etichettare e sminuire qualcuno. Anche se a parole non vogliamo “etichette”, tra di noi cerchiamo di apporci più etichette che in un magazzino di Zara.
Sapete chi sono le PaleStronze? E premetto che non conosco il geniaccio che si è inventato questo termine.
Il termine PaleStronze è la combinazione di due parole: palestrate vale a dire: i maschi gay palestratissimi, belli e per i più inarrivabili. Se il mondo gay è un mondo di immagine estetica ci sta che quelli belli e perfetti si sentano al sommo della gerarchia. Quindi, tale termine definisce i maschi muscolosi, sempre in tiro, in canottiera anche a gennaio nei locali ed in palestra. Muscoli contratti, guizzanti, vene che quasi esplodono, ventre piatto con tartaruga girata nel verso giusto. Il viso spesso passa in secondo piano perché il fisico, come diciamo noi ”APPARA” la situazione. E poi stronze: al femminile in tono dispregiativo. Si ma perché stronze? Per quello che ne so io, questi energumeni bel calibrati (a detta di chi ce l’ha con loro) sono: presuntuosi, atteggiati, gonfi di se stessi con l’autostima nei pettorali. Il marchio nasce sempre dall’ invidia di chi un bel fisico non ce l’ha e gli da fastidio chi ostenta il proprio. Da chi preferisce alzare la forchetta ed infilarsela in bocca che alzare un manubrio in palestra. Da chi è convinto che i muscoli si conquistano con gli anabolizzanti (da un certo livello in poi è vero) e non con il sudore della fronte.
Invidia quindi diremo noi, e in massima parte si, che motivo ci sarebbe ad offendere? E’ uno stereotipo pensare che, chi ha cura del proprio fisico sia una persona antipatica o buffona, vuota, senza cervello. Il fatto di non piacere ad un ragazzo con un bel corpo non significa non piacere a nessuno. A volte le persone hanno degli standard di conquista irrealizzabili, e prima lo capiranno meglio è.
La volpe e l’uva inarrivabile.
Non funziona!