Il fieno è l’alimento principale per tanti erbivori; ad esempio, sicuramente non può mancare in casa di chi ha un coniglio o una cavia peruviana.
La percentuale di fieno nella dieta dei piccoli animali da compagnia deve essere alta perché essenziale per una dieta bilanciata, per la motilità intestinale ed un corretto consumo dei denti.
Ma come distinguere un buon fieno da uno scadente?
Innanzi tutto un fieno per essere di qualità non deve essere ingiallito o polveroso, non deve assolutamente contenere forasacchi, muffa o parassiti.
La varietà di piante, la lavorazione e la struttura delle fibre sono i criteri di valutazione.
Infatti deve fornire i più alti nutrienti mantenendo appetibilità con una biodiversità di piante.
Il fieno deve provenire da aree naturali non trattate con fertilizzanti o pesticidi.
Dopo la raccolta, compresso in balle, dovrebbe essere sottoposto ad un processo di lavorazione di asciugatura attenta e lenta, ad aria tiepida priva di emissioni di scarico.
Vanno evitate contaminazioni di ogni tipo durante l’asciugatura per garantire l’apporto vitaminico.
La principale caratteristica di un fieno valido è la ricchezza di fibre e questo lo riconosciamo dalla “croccantezza”.
In commercio troviamo numerose marche valide e di qualità, ma se abbiamo un contadino di fiducia, che rispetta questi criteri sopraelencati possiamo sicuramente rivolgerci a lui per il nostro beniamino.
Nonostante il costo spesso il nostro roditore o lagomorfo può fare i “capricci”, in quel caso tentare con un fieno insaporito con fiori o frutta essiccata.