Indagine di Fòrema sul tessuto economico del Veneto. La manifattura guida le richieste (44% di assunzioni nel settore operations), tra le figure più cercate il progettista tecnico. Ma l’83% delle aziende ha difficoltà a trovare il profilo ideale. Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema: “’L’84% delle aziende venete è pronto ad assumere nuovo personale nei prossimi sei mesi, con una percentuale ancora più alta nel settore metalmeccanico, a conferma della forte domanda di lavoro nel mercato attuale”. Roberto Baldo, responsabile centro studi di Fòrema: “In Veneto siamo passati dalla carenza tradizionale di competenze a quella di persone”
Skills e lavoro in Veneto, Fòrema presenta l’ultima survey dedicata al mondo del lavoro alla ricerca di competenze e personale per lo sviluppo. Nei primi mesi dell’anno 224 aziende hanno descritto i fabbisogni di competenze e figure professionali per lo sviluppo del sistema industriale veneto.
La domanda chiave che è stata posta agli imprenditori è stata quella sull’inserimento di nuovo personale nei prossimi sei mesi. L’84% del panel (188 aziende) dichiara un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi 6 mesi, in linea con quanto rilevato a fine 2022. Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema: “Questo trend è particolarmente evidente nel settore metalmeccanico, dove il 90% delle aziende è alla ricerca di nuovi collaboratori, con una crescita rispetto alla precedente rilevazione. La maggior parte delle imprese, sia grandi che piccole, sono coinvolte in questo processo di reclutamento, con il 71% delle aziende che cercano personale specializzato per i propri processi produttivi”.
Ma non sarà facile assumere, questo sempre secondo gli imprenditori. L’83% delle aziende dichiara di riscontrare difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie. Va detto che la domanda di profili professionali si concentra nell’ambito della produzione: quasi la metà (46%) del panel ricerca personale specializzato per i propri processi produttivi. Il dato cresce ulteriormente considerando l’intero ambito operations (71%). In questo contesto, quasi il 54% delle aziende individua la causa principale delle difficoltà di reclutamento nella mancanza di personale disponibile sul mercato del lavoro.
“Siamo di fronte ad un’economia knowledge intensive”, dichiara Roberto Baldo, direttore del centro studi di Fòrema. “Il 24% del panel afferma di non riuscire a trovare le giuste competenze o la giusta esperienza nel personale disponibile per l’inserimento in azienda e solo il 5% attribuisce il fenomeno alla scarsa attrattività della propria organizzazione, dato in calo considerato che era il 17% nel 2022. Questo è un dato ovviamente relativo al mondo del manifatturiero, ma è interessante e in controtendenza in un mercato del lavoro dove si parla solo di skill tecnologiche e di Intelligenza artificiale. Siamo abituati da anni al fenomeno dello skill shortage, ossia la carenza di competenze professionali necessarie allo sviluppo industriale; ora si aggiunge il people shortage, la mancanza di personale a tutti i livelli organizzativi, accentuata dal trend demografico e dalla fuoriuscita di talenti dal nostro territorio”
Va anche precisato che nella manifattura il fabbisogno di personale si concentra nell’ambito operations (ossia i settori connessi a produzione, acquisti e logistica) che pesa per il 44% sul fabbisogno totale di personale e interessa la quasi totalità delle imprese alla ricerca di nuovi collaboratori. Nel mentre, la ricerca di figure professionali per l’ufficio tecnico e l’R&D mostra il trend di crescita più accentuato: il 26% delle vacancies si concentra su questi ruoli professionali dedicati all’innovazione del prodotto e dei processi aziendali, attività che riguarda il 57% delle imprese coinvolte nel sondaggio.
Entrando nel dettaglio, i profili professionali più richiesti sono progettista tecnico (18% del totale, ricercato dal 27% delle aziende intervistate), addetto commerciale (13% e 19%), operatore CNC (10% e 14%). I motivi? La maggioranza delle nuove assunzioni è determinata dai processi di sostituzione del personale in uscita dall’azienda, per raggiunti limiti di età e per la volatilità del mercato del lavoro; al secondo posto la crescita quantitativa delle attività e l’aumento delle commesse. Quando si tratta di assumere, poi gli imprenditori investono sulla leva dei vantaggi contrattuali e degli incentivi economici, sotto forma di retribuzione differenziale, benefit e stabilità lavorativa nel tempo e privilegiano, più che curriculum o corsi, l’esperienza diretta sul campo che è l’ambito privilegiato (51%) di apprendimento delle competenze tecniche, seguito dalla partecipazione a percorsi formativi specialistici (37%), mentre i PhD, la formazione post lauream e la formazione continua di breve durata registrano i punteggi di rilevanza più bassi (sono molto importanti rispettivamente per il 19% e il 16%).
LA STORIA DI FOREMA
Dopo la fondazione nel 1983 e le prime esperienze di servizi destinati al mondo degli industriali, la storia di Fòrema ha avuto un’accelerata negli anni Duemila con la presidenza di Giovanni Griggio. Era l’epoca dei fondi sociali europei. Allora, Griggio dovette affrontare una delle prime e importanti crisi del sistema formativo confindustriale: il passaggio al mondo del privato dopo anni di puro sostentamento pubblico, era il 2007 e gli imprenditori chiedevano ancora manager specializzati in delocalizzazione nell’est Europa e verso la Cina. A causa di un ritardo nel rifinanziamento dei fondi sociali europei, l’ente per la prima volta dovette affrontare un buco di bilancio, la rivoluzione fu entrare, tra i primi a livello nazionale, nel settore privato. Furono assunti dei commerciali, fu anche il periodo in cui nacque Fondimpresa.
Subito dopo, al timone di Fòrema fu nominato Marino Malvestio, imprenditore nel settore degli arredamenti per strutture ospedaliere. Sei anni di presidenza, dal 2010 al 2016, ricordati per la scelta di nominare un direttore generale, Cristina Ghiringhello, capace di traghettare l’azienda verso i primi bilanci in utile, a vantaggio di Confindustria Padova. Ma anche l’avventura di Niuko e la nascita de IlCuboRosso. Per la prima volta Fòrema è riuscita in quegli anni a produrre un utile, di qualche centinaio di migliaio di euro. Tra le attività che hanno avuto più eco, va citata l’esperienza de IlCuboRosso, “spazio fisico” di 600 metri quadri per simulare, sperimentare, rielaborare nuovo know how tecnico e manageriale da trasferire al sistema delle Pmi. Due anni dopo, l’altra scelta strategica, quella di far nascere il «super-polo» confindustriale per la formazione d’impresa, primo in Italia per dimensioni, dall’unione tra Padova e Vicenza.
Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia.
Nel corso del 2022 sono state 26.368 (+9% sul 2021) le persone che hanno seguito corsi di formazione (nel 2021 furono 24.314; +14% sul 2020). In tutto, sono state erogate 41.641 ore in corsi di vario genere, con una crescita del 7,5% sul 2021. Grazie a questi numeri, per Fòrema il 2022 si era chiuso con un fatturato a 7,7 milioni di euro, con un balzo in avanti del 10% rispetto all’anno precedente (quando si era già registrato un +12% sui 6,3 milioni del 2020). Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, occupa una sessantina persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio direttivo è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole.