“Più giù di così non si poteva andare, più in basso di così c’è solo da scavare”: a pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo uno dei versi di “Salirò”, la canzone che Daniele Silvestri portò al successo qualche edizione fa, descrive alla perfezione il momento del derelitto Napoli di Gattuso, battuto ed umiliato al San Paolo anche dalla Fiorentina di Iachini al termine di una prestazione di rara pochezza sia dal punto di vista tecnico che caratteriale.
Con la zona-retrocessione ormai all’orizzonte e con alle porte, nel prossimo turno di campionato, la Juventus capolista dell’ex Comandante, gli azzurri sono chiamati al riscatto nella sfida dei quarti di finale di Coppa Italia di stasera (ore 20:45) contro la Lazio, in gara unica, che potrebbe regalare l’ingresso in semifinale e lasciare aperto uno spiraglio per giocare di nuovo in Europa la prossima stagione.
I partenopei hanno anche l’occasione di rifarsi del beffardo k.o rimediato 10 giorni fa in campionato all’Olimpico, con il gol del solito Immobile nel finale causato dall’incredibile errore di Ospina e dal goffo tentativo di salvataggio di Di Lorenzo.
In Coppa Italia il bilancio delle 20 sfide complessive è abbastanza equilibrato, con gli aquilotti che hanno conquistato 9 vittorie contro le 7 degli azzurri.
Le due squadre si sono incrociate l’ultima volta nelle semifinali di 5 anni fa, e l’8 Aprile del 2015 fu il laziale Lulic (spesso decisivo per i biancocelesti in coppa…) a regalare la finale ai ragazzi di Pioli, siglando il gol del definitivo 1-0 al San Paolo dopo che la sfida di andata si era conclusa sull’1-1 grazie ai gol di Klose e Gabbiadini.
L’anno prima Napoli e Lazio si affrontarono nei quarti in gara secca al San Paolo, come accadrà stasera, e a decidere l’incontro a pochi minuti dalla fine fu Gonzalo Higuin, con una deviazione di tacco su tiro sbilenco di Callejon; il Napoli avrebbe poi vinto quella edizione della Coppa Italia battendo la Fiorentina in finale.
Da un successo contro la Lazio, allora in serie B, passò anche la vittoria della Coppa Italia del Napoli di Maradona, ottenuta in accoppiata con lo scudetto nella stagione 1986/87: il 27 Agosto del 1986 i ragazzi di Ottavio Bianchi e dell’ex Giordano si imposero all’Olimpico per 2-0 con i gol di Carnevale e Maradona.
Anche 10 anni dopo il sorprendente Napoli di Gigi Simoni giunse fino alla finale eliminando, durante il suo percorso, la più quotata Lazio, allora allenata da Zdenek Zeman: indimenticabile, dopo l’andata al San Paolo finita 1-0 con gol di Aglietti (e rigore fallito da Signori), fu il ritorno di quei quarti di finale.
Il 27 Novembre 1996 il Napoli, ridotto in 9 per le severe espulsioni comminate da Collina a Baldini ed Aglietti, riuscì a resistere, a conservare l’1-1 messo a segno da Caio (unico gol in maglia azzurra dell’attaccante brasiliano) ed a qualificarsi per le semifinali dove avrebbe eliminato l’Inter prima di arrendersi in finale al Vicenza di Guidolin.
L’anno dopo un Napoli allo sbando, da poco affidato a Carlo Mazzone, provò a fermare la corsa della Lazio agli ottavi di finale, rimediando però un mortificante 4-0 nella gara di andata a Roma: gli azzurri sfiorarono l’impresa nel “retour-match” del 19 Novembre 1997, vincendo per 3-0 con gol tra gli altri dell’ex “principe” giallorosso Giueppe Giannini (unico acuto in maglia azzurra anche per lui); Mazzone si sarebbe dimesso di lì a poco, e Giannini non sarebbe durato molto di più.
L’attuale DS laziale, Igli Tare, fu decisivo nella doppia sfida degli ottavi di finale della stagione 2007/2008, quando era il centravanti degli aquilotti: fu lui a siglare il gol del vantaggio il 17 Gennaio 2008, ed a nulla servì il pareggio di Domizzi in virtù del 2-1 con il quale i capitolini avevano vinto il match di andata.
Tare, insieme a mister Simone Inzaghi, è sicuramente uno degli artefici della grande stagione della squadra del patron Lotito, in piena corsa per lo scudetto: la speranza per il Napoli, oltre ad una prova di orgoglio, è che Immobile e compagni siano distratti dal campionato, anche perché il prossimo weekend è in programma il sentitissimo derby della Capitale.
In tempi di magra come questi bisogna attaccarsi a tutto, perché la luce in fondo al tunnel in questo momento sembra, sempre citando Daniele Silvestri, “un puntino lontano lontano”.