Attualmente si grida al miracolo con troppa leggerezza, quasi ogni settimana si viene a conoscenza di una nuova e straordinaria terapia atta a debellare il Coronavirus. Tutto questo non fa altro che farci gioire, ma quanta verità vi è dietro ad ogni notizia? Molte terapie glorificate nelle ultime settimane sembrerebbero realmente efficaci nella gestione della malattia da Covid-19 quali ad esempio Idrossiclorochina, eparina, Tocilizumab, e probabilmente anche la più recente: “il plasma iperimmune”. L’attenzione rivolta dai media alle suddette terapie, fortunatamente, nasce da basi scientifiche e dalla sperimentazione di alcuni centri medici che ne stanno valutando i risultati. L’infezione da SARS-CoV-2, purtroppo però, si è diffusa molto velocemente, e noi abbiamo provato a fare altrettanto cercando nel più breve tempo possibile di trovare una difesa efficace contro il nostro nemico invisibile. Presi dall’entusiasmo di questa corsa a tempo, spesso esaltiamo con eccessiva veemenza ogni singolo passo compiuto. È fondamentale che la ricerca vada sempre avanti e dobbiamo ringraziare gli sforzi che stanno compiendo medici e ricercatori in questa estenuante battaglia, però è opportuno stare sempre attenti e cercare di non prendere degli abbagli. La validazione di una terapia e quindi l’uso di un farmaco per una determinata patologia, è qualcosa di molto complicato e richiede tempi tecnici abbastanza lunghi. Vanno valutati gli effetti positivi del farmaco su un numero significativo di persone e soprattutto vanno valutati anche gli effetti negativi; le persone sottoposte a tale terapie devono essere monitorizzate anche dopo la sospensione del farmaco per un determinato tempo per vederne effetti collaterali ed eventuali recidive di malattia, non da ultimo vanno valutate la fattibilità nella produzione del farmaco ed i costi. Quindi non basta che una terapia si dimostri efficace su un piccolo numero di pazienti, questo può porre le basi per lo sviluppo di una ricerca per poterne dimostrare scientificamente efficacia e sicurezza.
Nell’ultima settimana si è molto parlato del trattamento con il Plasma delle persone guarite da SARS-Cov-2, ma nell’era dell’informazione digitale, ogni buona notizia viene contornata da numerose fake-news. Cerchiamo quindi di fare chiarezza ed analizziamo quali siano le notizie false più diffuse nella rete:
– Plasma e Vaccino sono uguali: assolutamente no, il vaccino consente al nostro organismo di produrre spontaneamente gli anticorpi contro un dato antigene (in questo caso contro il SARS-CoV-2), mentre con il plasma si infondono gli anticorpi prodotti da un altro individuo che ha contratto e superato la malattia e tali anticorpi con il tempo tenderanno a sparire.
– Il Plasma è facile da produrre ed usare: anche in questo caso la risposta è assolutamente no. Il plasma è la porzione liquida del sangue nel quale circolano molte sostanze quali proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, ormoni, vitamine, anticorpi e fattori della coagulazione. Il plasma quindi deve essere donato da una persona grazie ad una trasfusione di sangue e tramite una procedura detta plasmaferesi si estrae il plasma. Ovviamente mentre nella normale donazione di sangue, ognuno di noi (valutando età e patologie) è un possibile donatore, nel caso di plasma iperimmune no! Infatti solo le persone che abbiano contratto e superato l’infezione da SARS-CoV-2 possono donare il sangue che verrà sottoposto al trattamento specifico atto a separarne il plasma. Quindi la domanda può di gran lunga essere superiore alle possibilità.
– Il Plasma è sempre efficace: affinché il Plasma possa risultare efficace è necessario che la concentrazione di anticorpi specifici (cioè contro il SARS-CoV-2) siano presenti in una quantità significativa. Inoltre si deve definire bene in quale fase della malattia è utile somministrare il plasma. Alcuni studi effettuati in Cina, dimostrerebbero che l’infusione di plasma nei pazienti con compromissione avanzata della funzionalità respiratoria insorta da diversi giorni (oltre i 14), non migliorerebbe la mortalità. Infatti il plasma ha la funzione di abbattere la carica virale e i pazienti con infezione evoluta ad ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome) spesso presentano una replica virale bassa, poiché in tale stadio è la nostra risposta immune ed infiammatoria al virus a creare il danno polmonare. Ovviamente vi sono dati incoraggianti nei pazienti ai quali viene somministrato il plasma non in situazioni quasi irreversibili, come coloro che presentino sintomi da non più di 10 giorni, e tali effetti meritano di essere indagati per valutarne l’efficacia.
– Il Plasma è una terapia gratuita: No, non è gratuita e come già detto non è semplice da produrre. Il procedimento richiede diverse risorse, attivazione dei centri trasfusionali e del loro personale, apparecchiature atte all’estrazione del plasma, la conservazione, lo stoccaggio, il trasporto. Chiaramente tutto questo ha un costo che è giusto affrontare per la salute delle persone, ma di certo tutta questa catena non è gratuita.
In conclusione, la terapia con Plasma iperimmune potrebbe essere promettente, ma è necessario validare i dati in corso per dimostrarne la reale efficacia e soprattutto valutare la fattibilità di tale terapia che potrebbe non essere così facile da produrre in larga scala, quindi attendiamo maggiori conferme prima di esultare.