Un’emozione negativa può essere affrontata in tanti modi: un lutto, un meta-lutto, la tristezza, il senso di solitudine o quello dell’abbandono, vengono superati dagli esseri umani attraverso l’aiuto di amici, parenti, psicologi. Esorcizzati con l’arte (la musica, la pittura), o con lo studio, con il lavoro. Da oggi noi proveremo a farlo con le serie tv, in modo semplice, economico e goliardico, senza alcuna pretesa medico- scientifica, unicamente come supporto genuino a chi vive un complesso o un momento particolare.
Santa Clarita è una tranquilla cittadina americana in California, fatta di villette a schiera tutte uguali, con normali famiglie “standard”, figli adolescenti annoiati dalla troppa quiete e personaggi da clichè. E’ in questo contesto che si inseriscono Joel (Timothy Olyphant) e Sheila (Drew Barrymore), una coppia di agenti immobiliari, sposati da 17 anni, con una figlia adolescente di 16 anni, Abby (Liv Hewson). La loro vita monotona viene sconvolta da uno strano avvenimento: mentre Sheila sta mostrando una casa da acquistare ad alcuni clienti, è presa da un forte attacco di emesi, che le fa perdere non solo i clienti, ma anche la vita. Questo strano fenomeno porta Joel a constatare che sua moglie non ha più battito cardiaco, i medici non sanno dare spiegazioni, e l’unico che dà una motivazione “sensata” è il figlio del loro vicino di casa, Eric (Skyler Gisondo), un nerd appassionato di fumetti e videogiochi, il quale spiega alla famiglia che Sheila è sia morta che non morta: insomma è diventata uno zombie!
La nuova condizione di Sheila le porta chiaramente dei cambiamenti nel suo stile di vita: ha voglia di divertirsi, di prendere le cose con leggerezza. La sua pesantezza morale, la rigidità dei suoi vecchi comportamenti vengono spazzati via da una ventata di freschezza, passione, leggiadria quasi adolescenziale, che la accomuna più alla figlia che al marito, il quale si vede perso quando la moglie comincia ad aver fame di… altri esseri umani. Comincia così un divertente sipario sulla scelta del “cibo” destinato alla donna, in cui vengono stilate delle regole morali dai coniugi: meglio un criminale, meglio ancora se pedofilo, qualcuno che ha fatto del male, diventano, cioè, una sorta di giustizieri.
Quando sentiamo un forte senso di “fame” proviamo a riflettere su cosa ci fa davvero bene: il nostro corpo è guidato dalla nostra mente, non solo dal nostro stomaco. Il giusto mezzo in questo caso ha la meglio sulla nostra salute: diete troppo povere possono portarci ad avere disturbi seri, non mangiare può portarci all’anoressia, fare uso di farmaci specifici può distruggere dall’interno il nostro organismo. Essere presi, come Sheila, da episodi di binge eating non è da sottovalutare. E’ importante rendersi conto del proprio malessere e rivolgersi a un medico. Per tutto il resto pensiamola come i latini: “mens sana in corpore sano“.