Pochi anni fa grazie ai conigli ho conosciuto delle persone splendide (Monica e Maria), di quelle che ti cambiano la vita, che hanno rivoluzionato la mia visione del mondo da “cattolica- antropocentrica” ad una più armonica e meno “egoistica” degli animali, non più a “nostro uso e consumo”.
Da pochi giorni ho avuto il piacere, e l’onore, di conoscere personalmente un uomo che ha deciso di dedicare la propria vita agli animali, in particolare quelli che in genere non sono tra i più amati: Topi e Ratti.
Federico Gallo, Volontario de “La Collina dei Conigli“, vi occupate principalmente di animali recuperati da laboratorio, molti la considerebbero una “causa persa”. Perchè questa scelta?
Non sarà mai una causa persa salvare una vita… Le associazioni animaliste, o i singoli individui, che si adoperano per salvare delle vite sono diverse, di qualsiasi animale, dai cani ai gatti, agli animali così detti da carne o da reddito, da pelliccia, selvatici, ogni creatura in difficoltà o che viene torturata e uccisa nelle situazioni più diverse, sulla terra ferma come negli oceani… Nel campo della sperimentazione serviva una vera e propria organizzazione per avviare, condurre e portare a termine trattative lunghe e spesso difficoltose e non esenti da tensioni, servivano strutture idonee e persone preparate a gestire un “castello” simile, ci voleva una fortezza inattaccabile… E Stefano Martinelli, il nostro presidente, questo ha creato, una fortezza, fatta di persone che sanno cosa fanno e si sacrificano davvero molto, senza alcuna retribuzione ovvio, è un ideale, non un lavoro… Siamo andati a colmare un vuoto nella sfera animalista, con un qualcosa di organizzato davvero nei dettagli, qualcosa che consente di salvare migliaia di vite ogni anno, nel 2017 sono state quasi 2500, poche rispetto ai 600.000 animali utilizzati, ma poche non significa nessuna, siamo felici per questo, ci resta un velo di tristezza sul viso, spesso come un vetro blindato in realtà, pensando a tutti quelli che non riusciamo a far uscire, per questo non riusciamo ad essere del tutto…felici.
Ci chiarisci un po le idee sulla “Sperimentazione Animale”?
Io, come tutti gli appartenenti alla nostra associazione, non parliamo mai della sperimentazione animale, non saremmo credibili, ed immediatamente attaccabili,non siamo scienziati o medici, quindi se parlassimo della inutilità di questa pratica (etica a parte ovvio) saremmo immediatamente schiacciati alla semplice domanda :” che competenze medico scientifiche avete per affermarlo?”. Certo siamo informati, ognuno di noi può farlo, ma la lotta dal punto di vista scientifico alla sperimentazione animale la facciamo fare a chi può parlare avendone titolo, noi ci occupiamo del dopo, di portarli fuori dai laboratori e restiturgli una vita, serenità, lontano da ogni paura.. È semplice approfondire oggi su internet, se ognuno di noi lo facesse si accorgerebbe di quanto davvero ora come ora sia un metodo inattendibile e che rallenta di molto il progresso scientifico in campo di ricerca, ognuno di noi anche se non scende in discussioni appunto attaccabili, è convinto che se si investisse davvero sui metodi di ricerca sostitutivi i risultati si avrebbero eccome, e non siamo estremisti, alla domanda classica che ci pone chi ci attacca, “preferireste salvare la vita a un topo o a un bambino?”, non rispondiamo “a un topo”, ma diamo la risposta più ovvia, l’unica degna di persone per bene.. “la vita di entrambi”.
Cosa subiscono questi animali e come tornano a fidarsi dell’uomo?
Cosa subiscono noi non lo sappiamo, non ci viene detto quale tipo di sperimentazione hanno subito, soltanto che non è pericolosa per l’uomo, ambiente ed altri animali, gli esperimenti sono molteplici e di diversa natura, dai tossicologici ai comportamentali, certo è che portano con loro i segni non tanto fisici quanto psicologici, in quello consiste principalmente la riabilitazione. Tornano a fidarsi dell’uomo solo se lo vogliono, altrimenti no, non forziamo nessuna creatura al rapporto con noi, cavie, conigli, ratti, topi, li rispettiamo, cerchiamo di capire cosa li fa stare sereni e glielo diamo, se vorranno interagire lo faranno, altrimenti vivranno come credono, purtroppo nell’illusione di essere liberi, non lo sono, non sono immersi nella natura, come meriterebbero, non è possibile, non sarebbero in grado di sopravvivere, questo è un grande rammarico. Sono molti, moltissimi comunque quelli che ci cercano, sono affettuosi, significa questo che la loro natura è perduta, mai e poi mai un ratto ad esempio che incontriamo in natura si sognerebbe di giocare con le nostre scarpe o prendersi le coccole ed addormentarsi in braccio.. ma se è quello che vogliono e da loro pace.. va bene.
Il recupero che ti ha fatto emozionare di più?
Sinceramente non saprei rispondere, ho praticamente davanti le immagini di ogni recupero e di ogni momento bello e brutto che abbiamo vissuto insieme.. I loro occhi quando sei nel laboratorio, quello sguardo e atteggiamento corporeo di chi non capisce cosa sta succedendo, ma tu lo sai, e come un pazzo gli parli e cerchi di fargli capire che non deve preoccuparsi, e poi quella serenità che cercavi di trasmettergli la vedi dopo qualche tempo riempire le loro giornate, nel gioco, quando mangiano, quando ti provocano invitandoti a scherzare, anche quando vanno via, ed arriva la fine, ed a volte ti cercano e si abbandonano al caldo delle mani, e smettono di respirare. Ogni volta che vedi un corpo uscire da un laboratorio e vivere è un’emozione…Non saprei davvero sceglierne una più grande di altre.
Come possiamo aiutarti?
I modi per aiutare l’associazione sono molti, ovvio esiste l’aiuto economico che ci consente di mantenere e curare le migliaia di animali presenti nei 2 centri recupero di Monza e Torino, ma anche le adozioni sono importanti, quelle dirette, ma anche quelle a distanza che sono preziosissime, donarci il 5×1000 è anche una delle possibilità, così come semplicemente condividere e divulgare quello che facciamo. Tanti sono i sostenitori, di ogni tipo, grazie a loro l’uscita dai laboratori diventa un punto di partenza, mai e poi mai…di arrivo.
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