Il disgusto come tutte le altre emozioni di base ricopre un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo. Si attiva in risposta a stimoli sgradevoli e potenzialmente nocivi.
Ha il preciso scopo di difenderci da sostanze velenose o pericolose per la nostra sopravvivenza.
Rifiutiamo il contatto con ciò che percepiamo repellente, disgustoso anche quando sentiamo minacciata la nostra dignità di essere umani.
Questa emozione gioca un ruolo fondamentale nello studio di molti disturbi psicopatologici.
Tra questi alcune fobie specifiche. Ad esempio, ragni, insetti, sangue, iniezioni. Disturbi alimentari, disturbi del desiderio sessuale, disturbo ossessivo compulsivo e anche il disturbo da stress post traumatico e la depressione.
Il disgusto può essere provocato non necessariamente da stimoli esterni come animali, malattie, contatto con la morte o scarsa igiene. Infatti, può essere provocato anche da stimoli alimentari o connessi a minaccia fisica.
Può essere provocato per il funzionamento sociale.
L’emozione del disgusto infatti, è legata in modo stretto, al pericolo di contaminazione del sé. Pericolo inteso sia per la nostra incolumità fisica che per la nostra dignità.
Dignità e appartenenza ad un gruppo.
Basta pensare che ciascun Popolo e Paese ha gusti e disgusti tutti suoi.
Dipendono dalla propria storia.
Dipendono dall’ambiente e dal conteso culturale.
Ogni popolazione ha le proprie sostanze ripugnanti, in particolar modo, nell’alimentazione. Pensate per un attimo, ai paesi asiatici o africani dove si mangiano insetti.
Ma qual è la reazione fisiologica al disgusto?
Il cuore rallenta. La salivazione aumenta. Aumenta la risposta del sistema parasimpatico ovvero, quel sistema che regola anche l’apparto digerente.
Quando siamo disgustati, si attiva l’insula, un’area cerebrale particolare che si trova nella profondità della superficie laterale. Se quest’area viene danneggiata, da un incidente o da una malattia, l’avversione a sostanze che prima ci disgustavano, scompare. Scompare anche il saper riconoscere le espressioni di disgusto negli altri. L’arricciare il naso e il sollevare il labbro inferiore.
Studi di neuroimaging hanno dimostrato che il disgusto è contagioso. Basta guardare una persona che lo sta provando che, di conseguenza lo proviamo anche noi.
Gli effetti pratici del disgusto sono quelli di promuovere la separazione fra le persone e la definizione di confini da non superare. Nel caso in cui lo si fa, si possono incontrare comportamenti altezzosi, arie di superiorità ed arroganza.
Spesso non è cattiveria. È solo un modo, un meccanismo psicologico per “difendersi” dalla paura di ciò che si reputa diverso.