Il nome Donato Bilancia è entrato a far parte dell’oscura storia dei criminali seriali italiani, segnando una serie di omicidi che hanno scosso la tranquilla cittadina di Novi Ligure negli anni ’90. La sua storia è intrisa di violenza e perversità, e l’analisi di questo individuo offre un’opportunità per comprendere meglio le oscure sfumature della mente umana. 17 sono gli omicidi accertati per mano del mostro di Novi Ligure condannato poi a 13 ergastoli.
BIOGRAFIA
Donato Bilancia nacque a Potenza nel 1951. Crescendo in una famiglia povera, non ebbe un’infanzia facile e spesso fu testimone e protagonista di situazioni di violenza domestica. Questo ambiente instabile ebbe un impatto profondo sulla sua formazione psicologica, contribuendo a forgiare il suo carattere oscuro e tormentato.
Dalla giovinezza turbolenta, Bilancia si trasferì a Novi Ligure, dove intraprese una serie di lavori precari. La sua vita non era segnata solo dalla povertà, ma anche da una crescente insoddisfazione e rabbia verso la società che lo circondava. Questi elementi, uniti alle tracce di disturbi psicologici, avrebbero contribuito a plasmare il mostro che Bilancia sarebbe diventato.
OMICIDI
La scia di terrore causata da Donato Bilancia iniziò nel 1997, quando uccise brutalmente due giovani donne. Da quel momento in poi, i suoi omicidi si susseguirono in rapida successione, lasciando dietro di sé un sentiero di morte e paura. Le vittime erano spesso giovani donne, selezionate casualmente, e il loro assassinio era caratterizzato da una violenza estrema, seguita da pratiche di degrado post-mortem.
Bilancia utilizzava spesso un coltello come arma preferita, dimostrando una predilezione per la brutalità. L’elemento casuale nella scelta delle vittime e l’approccio aggressivo evidenziano una profonda mancanza di empatia e un desiderio di potere totale sulle sue vittime.
- Il 16 ottobre 1997 a Genova uccise il biscazziere Giorgio Centanaro nella sua casa, soffocandolo con le mani e con del nastro adesivo. Il delitto venne tuttavia archiviato come morte per cause naturali, in quanto non vi era alcuna traccia che si fosse trattato di un omicidio. Fu Bilancia stesso ad autoaccusarsi in seguito dell’omicidio, raccontando come si svolsero i fatti: Centanaro l’avrebbe diffamato, e truffato al tavolo da gioco.
- Il 24 ottobre, per motivi analoghi (riteneva la seconda vittima complice della prima), assassinò nella loro casa di Genova il biscazziere Maurizio Parenti e la moglie Carla Scotto, che si erano da poco sposati, sottraendo 13 milioni e mezzo di lire in contanti e alcuni orologi di valore, di cui poi si liberò.
- Il 27 ottobre uccise, sempre a Genova, i coniugi Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, titolari di un’oreficeria, dopo essersi introdotto nella loro casa a scopo di rapina.
- Il 13 novembre, a Ventimiglia, uccise Luciano Marro, un cambiavalute, a cui sottrasse 45 milioni di lire.
- Il 25 gennaio 1998 uccise a Genova Giangiorgio Canu, un metronotte, per rancore verso le forze dell’ordine
CATTURA
La frenetica serie di omicidi causati da Donato Bilancia attirò l’attenzione delle forze dell’ordine italiane. Grazie a un attento lavoro di indagine e alla collaborazione tra diverse squadre di polizia, Bilancia fu finalmente catturato nel 1998. La sua cattura rappresentò un sollievo per la comunità di Novi Ligure, che aveva vissuto nell’ombra della paura per troppo tempo.
PROFILO
L’analisi del profilo psicologico di Donato Bilancia offre un quadro inquietante della sua mente distorta. La sua infanzia segnata dalla violenza domestica e la sua lotta contro la povertà contribuirono a creare una personalità disturbata e frustrata. L’incapacità di stabilire relazioni sane e l’attrazione verso la violenza rappresentano tratti comuni nei serial killer, ma in Bilancia, queste caratteristiche raggiunsero una dimensione estrema.
La sua mancanza di empatia e il desiderio di dominio totale sulle sue vittime rivelano una profonda mancanza di comprensione della sofferenza altrui. Questo aspetto del suo profilo psicologico lo rende un individuo particolarmente pericoloso e difficile da trattare.
EREDITà
L’eredità lasciata da Donato Bilancia è quella di un oscuro capitolo nella storia criminale italiana. I suoi omicidi hanno lasciato un segno indelebile nella memoria delle persone colpite direttamente o indirettamente dalla sua furia omicida. La cattura e la condanna di Bilancia hanno anche contribuito a dimostrare che, nonostante la brutalità dei suoi crimini, la giustizia può prevalere.
CONCLUSIONI
L’analisi della vita e dei crimini di Donato Bilancia offre uno sguardo inquietante nell’abisso della mente umana. La sua storia è un monito sulla complessità e la varietà delle influenze che possono contribuire a plasmare un individuo verso la violenza estrema. Mentre la comunità di Novi Ligure cerca di superare il trauma causato da Bilancia, la sua eredità rimane come una testimonianza della resilienza umana di fronte al male.