Di che animale si tratta?
È un mammifero acquatico appartenente all’ordine dei sirenidi può superare i 4 m di lunghezza ed arrivare a pesare anche 900 kg.
È un erbivoro tozzo e compatto meglio conosciuto con il soprannome di “mucca di mare”, vista l’abitudine di “brucare” alghe.
Attualmente vive esclusivamente nell’Oceano Indiano, all’estremità occidentale di quello Pacifico. Il luogo in cui c’è la maggior densità di esemplari è l’Australia.
Come mai questo nome?
Dugongo deriva dall’indonesiano Duyung il cui significato è sirena.
Si narra, infatti, che questi animali avendo due discrete ghiandole mammarie toraciche, emettendo dei versi simili ad un canto di donna e possedendo una coda biforcuta (che lo differenzia dal lamantino) siano stati l’origine di tutte le storie e le leggende sulle sirene.
Inoltre Lamantini e Dugonghi, grazie agli arti anteriori (che contengono ossa simili a dita) ed alle vertebre del collo che gli consentono di girare la testa, da lontano, ergendosi in acque poco profonde, possono effettivamente somigliare ad esseri umani; persino Cristoforo Colombo nei suoi primi viaggi in America, avvistato questo animale, narrò di aver visto tre sirene dai tratti maschili.
Vista la stazza: è aggressivo?
Per nulla, sono animali estremamente miti e pacifici: vivono soli o in piccoli branchi, composti anche da più maschi (che possono diventare aggressivi solo nel periodo degli accoppiamenti), la cui principale attività è mangiare in acque poco profonde, spesso oltre ad utilizzare le labbra “carnose” si aiutano con le pinne anteriori a mo di mani per reggere il cibo.
Quando figliare non è semplice!
L’accoppiamento è un’operazione “lunga e delicata” che può durare anche diverse ore, la femmina solitamente concepisce un piccolo per volta e la gestazione dura dai 13 ai 15 mesi, dopo i quali la mamma tiene il suo piccolo tra le pinne come se fossero braccia per mantenerlo al suo petto durante l’allattamento.
Sempre colpa nostra!
Il numero degli esemplari di dugongo nel tempo è decisamente diminuito, in alcuni casi del tutto sparito
Essendo un animale lento è sempre stato facile preda dell’uomo (più che di altri predatori che non rischierebbero di nuotare in acque poco profonde).
Anche se protetto in diverse nazioni, esiste comunque la caccia di frodo.
Spesso restano impigliati nelle reti dei pescatori o in quelle per tenere lontani gli squali dalle spiagge finendo con il morire soffocati.
Speriamo non faccia la stessa fine della ritina di Steller, sua cugina molto più grande, estinta…