A partire dal marzo 2020, all’inizio della pandemia COVID-19, milioni di persone in tutto il mondo hanno perso il lavoro; in quel momento è stato dichiarato ufficialmente lo stato di allerta internazionale e ciascun Paese è stato limitato. Di conseguenza, l’economia mondiale entrò in crisi e i mercati azionari subirono un brusco calo a causa dell’incertezza per gli eventi imprevedibili che si sarebbero verificati nel breve periodo.Passato il primo impatto della pandemia, sorprendentemente taluni indici di alcune borse hanno iniziato a muoversi verso l’alza, mentre altri hanno oscillato verso il basso. Ciò nel bel mezzo di uno scenario catastrofico per l’economia mondiale. Le condizioni di investimento per i trader e il loro modo di investire subirono un cambiamento radicale. Le sedi borsistiche hanno chiuso i battenti e, da quel momento in poi, tutte le transazioni si sono svolte per via elettronica. A differenza di quanto avvenuto con la pandemia che ha frenato gli affari faccia a faccia, le piattaforme di trading sono emerse come un’ancora di salvezza per il mercato finanziario.
- Infatti, alla fine del 2020, era sorprendente vedere una ripresa del mercato azionario rispetto al clima inflazionistico mondiale che iniziava a pesare sull’economia globale. Gli Stati Uniti hanno registrato i guadagni più eclatanti: l’indice tecnologico Nasdaq ha chiuso il 2020 in rialzo del 42%, mentre l’indice S&P 500 è salito del 15%. Invece, l’indice britannico FTSE 100, che comprende banche, compagnie petrolifere e aeree, ha chiuso con perdite al limite della catastrofe.
- Nel 2021 le aziende tecnologiche, ovvero quelle che possono mantenere o far crescere le proprie attività senza la presenza fisica dei lavoratori, sono state le più avvantaggiate. Se prima della pandemia erano percepite come instabili o volatili, diventavano le più apprezzate per la loro tecnologia. All’aumentare del peso operativo, è aumentato anche il valore delle loro azioni. Al contrario, le aziende considerate stabili e con posizioni solide nel mercato azionario, come le società di trasporto aereo e terrestre, sono divenute meno quotate. In seguito all’arrivo inaspettato della pandemia, le attività commerciali tradizionali sono state interrotte, le frontiere bloccate, i voli e i viaggi internazionali paralizzati e l’intera popolazione mondiale è stata costretta a rimanere a casa. Questo ha significato il collasso di molte aziende industriali. Per citare solo due esempi: il valore delle azioni di società come Boeing o IAG di British Airways subì un brusco calo quell’anno.
- Nel febbraio 2022 è scoppiato il conflitto tra Russia e l’Ucraina, aggravando così la situazione globale già precaria: in aggiunta alle restrizioni provocate dalla pandemia, i prezzi dell’energia e dei generi alimentari subirono un’impennata. Di conseguenza, nei Paesi industrializzati il costo della vita aumentò. Tuttavia, mentre l’economia globale sembrava sprofondare in un tunnel senza via d’uscita, il mercato azionario pareva prendere altri percorsi. In particolare, nei principali mercati azionari, i titoli farmaceutici sono saliti grazie alla scoperta di un vaccino contro il coronavirus. D’altro canto, le banche centrali delle principali economie mondiali hanno creato quantitativi di denaro per contenere l’inflazione e l’aumento eccessivo dei tassi d’interesse. Di fronte a situazioni così stringenti, il mercato azionario nel suo complesso sembra rimanere invulnerabile. Il paragone migliore per comprendere questo fenomeno è stato fatto da una portavoce del mercato azionario britannico durante un’intervista, nella quale ha paragonato la situazione a quella di un viaggio in auto: “i mercati azionari sono orientati al futuro, quindi sono un po’ come la guida di un’auto: si guarda all’orizzonte, piuttosto che alla buca davanti a sé“.
- Si prevede una grave recessione nel 2023. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), si stima che un terzo dell’economia mondiale sarà in recessione entro il 2023. Ciò comprende anche gran parte della Comunità Economica Europea. Un’indicazione per questa affermazione consiste nel fatto che le principali economie mondiali, come l’Europa, gli Stati Uniti e la Cina, sono in evidente rallentamento. E se il conflitto nell’Europa orientale dovesse estendersi, la recessione potrebbe essere più forte e più duratura.
Tuttavia, sembra che l’economia statunitense sia un po’ più forte e potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per le altre economie emergenti. Gli economisti prevedono politiche fiscali più restrittive e prezzi delle materie prime più bassi. Secondo gli analisti consultati, tali misure potrebbero aggiungersi al già presente rallentamento globale, che ritarderà di anni la crescita regionale.In questo interessante contesto, secondo le proiezioni di JPMorgan, la più grande banca degli Stati Uniti e una delle maggiori società finanziarie del mondo, l’America Latina spicca tra i mercati emergenti con il maggior potenziale di crescita, poiché le sue banche centrali hanno la possibilità di allentare le politiche monetarie, facilitando così il potenziale di crescita.
Conclusione
Il monitoraggio storico degli eventi quotidiani crea una visione d’insieme che, se analizzata correttamente, può influenzare un miglior processo decisionale. Questo è essenziale per stabilire degli ordini di compravendita di azioni specifiche o per scegliere in quale tipo di mercato entrare.