Dopo la splendida, sofferta e per certi versi inattesa (viste le ultime disastrose uscite) vittoria di martedì scorso in Coppa Italia sulla Lazio, il Napoli di Gattuso è chiamato stasera (ore 20:45) a confermarsi anche in campionato, dove la classifica resta preoccupante.
Gli azzurri avranno di fronte il peggior avversario immaginabile, ovvero la capolista Juventus, che con la vittoria sul Parma ha portato a 4 lunghezze il vantaggio sull’Inter.
Inutile sottolineare che l’attesa è tutta per il ritorno al San Paolo di mister Maurizio Sarri, che dopo 3 stagioni alla guida del Napoli (durante le quali gli azzurri hanno frantumato record di punti e gol e mostrato un gioco sfavillante) e l’esperienza in Inghilterra sulla panchina del Chelsea (culminata con la vittoria in Europa League), la scorsa estate è diventato l’allenatore dei rivali più odiati.
Sarebbe però ingeneroso limitarsi a parlare del ritorno di Sarri per descrivere una sfida, quella tra Napoli e Juventus, non solo caratterizzata da grande equilibrio per ciò che riguarda i match giocati all’ombra del Vesuvio in serie A (23 vittorie a testa nei 73 precedenti), ma soprattutto ricca di storia e di episodi indimenticabili.
Basti pensare che poco più di 60 anni fa, il 6 Dicembre 1959, proprio con una sfida tra azzurri e bianconeri veniva inaugurato lo “Stadio del Sole”, che solo in seguito sarebbe stato ribattezzato “Stadio San Paolo”: in quella occasione il Napoli si impose per 2-1 con le reti di Vitali e del “lione” Luis Vinicio.
Il brasiliano fu grande protagonista anche l’anno prima, allo stadio del Vomero, firmando una doppietta nel pirotecnico 4-3 del 20 Aprile 1958 che mandò in visibilio i tifosi azzurri, presenti in numero talmente elevato da arrivare fino a bordo campo.
Vinicio era presente, come allenatore, anche in un’altra sfida rimasta negli annali, purtroppo in senso negativo per gli azzurri: il 15 Dicembre 1974 il suo Napoli, che verrà ricordato (come quello di Sarri) per il suo gioco brillante ed offensivo, subì un pesantissimo 6-2 ad opera dei bianconeri di Parola.
In quella occasione andò in gol, tra gli altri, l’ex Altafini, che sarebbe risultato determinante anche nella sfida di ritorno, segnando il gol del 2-1 che spense i sogni di scudetto dei partenopei e che gli valse il soprannome di “core ‘ngrato”.
Al periodo di Maradona sono legati ricordi di indimenticabili vittorie del Napoli sulla Juventus al San Paolo, in uno dei rari momenti in cui i bianconeri, come le altre grandi del Nord, venivano regolarmente battute dagli azzurri.
Oltre alle due vittorie per 2-1 ottenute nel 1987 (la prima, quella del 29 Marzo, decisiva per la conquista del primo scudetto) ed al 3-1 del 25 Marzo 1990 con doppietta di D10S, sono tre le sfide ancora oggi impresse nella mente dei tifosi napoletani.
Impossibile non ricordare l’1-0 del 3 Novembre 1985, firmato da Maradona con un calcio di punizione a due in area che si insaccò nel sette alla sinistra di Tacconi sfidando le leggi della fisica (al compagno Pecci che chiedeva all’arbitro il rispetto della distanza della barriera, Diego disse “tanto gli faccio gol comunque…”), così come il perentorio 5-1 inflitto dai partenopei alla Juve di Maifredi il 1 Settembre 1990 nella Supercoppa Italiana, ultimo trofeo alzato dagli azzurri e ultima vittoria sui bianconeri prima dell’era De Laurentiis.
Ma la vittoria più incredibile ed emozionante resta il 3-0 del 15 Marzo 1989, con il quale il Napoli eliminò la Juventus nei quarti di finale della Coppa Uefa, ribaltando il 2-0 subìto al Comunale di Torino due settimane prima e ponendo le basi per la vittoria del trofeo, che sarebbe arrivata nella notte del 17 Maggio a Stoccarda.
I tempi regolamentari si chiusero sul 2-0 grazie alle reti di Maradona e Carnevale nel primo tempo, e quando la sfida sembrava destinata ai calci di rigore (con Maradona, sostituito, che non avrebbe calciato dal dischetto), fu il libero azzurro Alessandro Renica, su cross di Careca, ad insaccare di testa all’ultimo minuto dei tempi supplementari, facendo esplodere di gioia il San Paolo e scrivendo una delle pagine più belle della storia del club.
Un’altra sfida a eliminazione diretta fu caratterizzata da un gol di un difensore del Napoli alla fine dei supplementari: il 27 Agosto 2006, nel terzo turno di Coppa Italia, Paolo Cannavaro siglò la rete del rocambolesco 3-3 con una spettacolare rovesciata, mandando la sfida ai calci di rigore (gli azzurri poi passarono il turno).
Dopo la vittoria in Supercoppa il Napoli ha dovuto attendere ben 17 anni per tornare a battere i bianconeri, ma dopo il 3-1 del 27 Ottobre 2007 con le reti di Gargano e la doppietta di Domizzi su rigore, gli azzurri hanno battuto spesso e volentieri i più blasonati avversari.
Tra tutte le vittorie firmate dai protagonisti di quegli anni, come Marek Hamsik e il “Pocho” Lavezzi, vale la pena ricordare il 3-0 del 9 Gennaio 2011 firmato dal Matador Cavani, che con quella spettacolare tripletta entrò definitivamente nel cuore dei tifosi azzurri.
L’ultima vittoria del Napoli al San Paolo è lontana però ormai più di 4 anni, ed a firmarla il 26 Settembre 2015 furono Lorenzo Insigne e Gonzalo Higuain (2-1 il risultato finale).
L’attuale centravanti della Juventus è soltanto l’ultimo di tanti giocatori ed allenatori passati dal Napoli ai rivali di sempre: basti pensare al portiere Dino Zoff ed ai tecnici Rino Marchesi e Marcello Lippi (oltre allo stesso Sarri), che dopo essere stati portati alla ribalta dal Napoli hanno raccolto fama e trofei all’ombra della mole.
Tra i pochi a fare il percorso inverso vanno ricordati Antonio Vojak, bomber azzurro acquistato dalla Juve nel 1929, e soprattutto Omar Sivori, fuoriclasse argentino che dopo aver fatto la storia del club bianconero venne a regalare gli ultimi lampi della propria classe ai tifosi partenopei.
La carriera di Sivori si chiuse in modo burrascoso proprio in un Napoli-Juventus, il 2-1 del 1 Dicembre 1968 deciso da una doppietta di Montefusco, quando un suo fallo di reazione su Favalli scatenò una rissa con protagonisti i ruvidi difensori Salvadore e Panzanato: tutti e tre subirono lunghe squalifiche, e Omar, ritenendo ingiusto il provvedimento, decise di tornarsene in Argentina e di appendere le scarpette al chiodo.
Un vero e proprio romanzo, insomma, quello delle sfide tra Napoli e Juventus al San Paolo, che visto l’assoluto bisogno di punti degli uomini di Gattuso, ed il ritorno di avversari una volta tanto amati, potrebbe arricchirsi stasera di un nuovo appassionante capitolo.