Meglio non poteva ripartire il Napoli di Gattuso, dopo la lunga e dolorosa sosta causata dal Coronavirus.
Chi si aspettava un approccio rilassato degli azzurri all’insidiosa trasferta di Verona, complici i festeggiamenti per la vittoria in Coppa Italia, si è dovuto ricredere: gli uomini di Gattuso hanno giocato con determinazione e concentrazione, regolando la squadra di Juric con le reti di Milik e del redivivo Lozano.
Segnali confortanti anche da chi aveva giocato meno nelle due partite di coppa, dunque, per il tecnico calabrese, che ora sa di poter contare su tutto il proprio organico nella difficile rincorsa al quarto posto.
Quella del “Bentegodi” è stata la sesta vittoria in campionato nelle ultime 7 partite (di cui 4 consecutive) per il Napoli, che proverà a tenere aperta questa striscia vincente anche domenica (ore 19:30) contro la SPAL.
I ferraresi sono reduci dal bruciante k.o. interno con il Cagliari che ha ridotto al lumicino le loro chances di salvezza, e non possono nemmeno contare sul conforto dei numeri, visto che il computo dei 16 precedenti al San Paolo in Serie A è impietoso: 11 vittorie azzurre e solo 3 successi estensi, a fronte di due pareggi.
L’ultimo blitz della SPAL a Fuorigrotta è lontano ben 59 anni: il 12 marzo il Napoli di Amadei fu battuto per 2-0 con le reti di Massei e Carpenesi, proseguendo nel triste cammino che lo avrebbe condotto alla terza retrocessione in serie B della propria storia.
I partenopei si sarebbero presi la rivincita l’anno dopo, battendo gli estensi nella finale di Coppa Italia del 21 Giugno 1962 all’Olimpico e diventando la prima squadra cadetta a conquistare il trofeo: da allora nessun altro ci è riuscito.
La sfida più ricca di gol tra le due squadre al San Paolo è il 4-2 per il Napoli del 6 Settembre 1965: un giorno speciale, visto che in quella partita, la prima della stagione, esordivano in maglia azzurra Omar Sivori e Josè Altafini, il quale segnò anche l’ultimo gol del match.
Mattatore di quella partita con una tripletta fu però Faustinho Canè, un altro sudamericano rimasto nel cuore dei tifosi azzurri.
Quella SPAL, in cui militavano tra gli altri Fabio Capello, Osvaldo Bagnoli (entrambi a segno in quell’incontro) ed Edy Reja, era allenata da Francesco Petagna: 55 anni dopo, Napoli-SPAL avrà un sapore speciale per suo nipote Andrea, centravanti degli estensi già acquistato dal Napoli per la prossima stagione.
La partita di domenica non sarà come le altre nemmeno per Alex Meret, destinato a tornare tra i pali dopo essere stato decisivo nella finale di Coppa Italia parando un rigore a Dybala: l’estremo difensore friulano ha infatti giocato per due stagioni a Ferrara, dove ha tra l’altro fatto il suo esordio in Serie A.
Un altro portiere ha fatto la storia di entrambe le compagini: Ottavio Bugatti, uno dei migliori estremi difensori della storia azzurra, militò all’inizio degli anni 50 negli estensi, prima di essere acquistato dal Napoli dove giocò dal 1953 al 1961 collezionando più di 250 presenze.
Un doppio ex altrettanto celebre risolse la sfida del 25 Settembre 1966: Ottavio Bianchi, che avrebbe concluso la carriera da calciatore nella SPAL prima di vincere da allenatore il primo scudetto azzurro, realizzò il gol decisivo a pochi minuti dalla fine.
Le due squadre sono tornate ad affrontarsi in serie A dopo 50 anni, e nelle ultime due stagioni le sfide al San Paolo si sono risolte con altrettante vittorie di misura del Napoli: il 18 Febbraio 2018 fu Allan a segnare il gol decisivo, mentre il 22 Dicembre dello stesso anno gli azzurri la spuntarono grazie ad un inzuccata di Raul Albiol.
Il Napoli aveva ritrovato la SPAL come avversaria anche nel primo anno della gestione De Laurentiis, ed anche quella volta a Fuorigrotta finì con una vittoria azzurra per 1-0: il 27 Febbraio 2005 fu il Pampa Sosa a risolvere l’incontro a un quarto d’ora dalla fine.
Gli estensi insomma, a dispetto dei numeri, hanno quasi sempre venduto cara la pelle al San Paolo, e vista la necessità di fare punti salvezza c’è da scommettere che lo faranno anche stavolta.
il Napoli però non può fare sconti a Petagna e compagni: per coltivare il sogno Champions, agli azzurri non è consentito sbagliare più nemmeno un colpo.