In una location suggestiva come il lago lucrino a Pozzuoli in un complesso commerciale come il PlayOff, “Forno Gourmet”, si propone come ristorante pizzeria per i palati più sopraffini, proponendo una carta interessante di pietanze dalle sigle D.O.P., D.O.C, e I.G.T. e note ingredienti dove se ne sbandiera nature e provenienze.
Ma al momento mangereccio ci soffermeremo dopo; dopo aver parlato dell’impatto con questo locale di cui una vera natura di appartenenza, almeno nello stile, non ha gran collocazione e cognizione.
In una atmosfera rouge con le sue pareti pittate di rosso sangue dal cugino tonino, si alternano sui colonnati quadrangolari torti come fusilli giganti facciate rosse e facciate nero lavagna su cui dipinti caotici ma simpatici di cibi vari, carta vini e altro; un buon modo per sfruttare lo spazio vuoto delle pareti per fornire info sul menu e accattivare e solleticare lo stomaco sensibile dei clienti.
Appena entri come non notare l’entrata a tunnel con le sue scale con la copertura in vetro con volta a botte interamente sommersa da un edera selvaggia, che per la sua fatiscenza sembra più l’entrata della casa della strega del Luna park che un entrata in ristorante. Poi lui, un bancone in legno di natura thailandese che non si capisce il suo scopo, un banco buffet? Un guardaroba? Un box accoglienza? Bha, lasciamo l’incognita.
I tavoli in delicatissimo color grigio soft con una mise en place degna di nota, ci si aspetta un contesto alquanto conforme al suo nome ma una mega Tridacna gigante destabilizza, e per un attimo ti senti in un fish & fruit molto alla mano, ma entrando sempre più nel ristorante avvertiamo più un aria da pub che da ristorante. Tutto ciò in pochi metri dall’entrata, e le sorprese non sono ancora finite. Non si può non notare le vetrate che si susseguono tutte intorno all’area ristoro dal “sensuale” vedo e non vedo con l’esterno, tanto e lo sporco che ne mortifica la trasparenza, e poi il pavimento, una scala di grigi e macchie nere come una tela di Caravaggio, con conseguente rumore di suola che appiccica per terra. Troppo curiosa, faccio il mio tour, quali altre sorprese mi riserva questo posto? Decido di vedere il bagno e a mia sorpresa, un bagno senza sorprese, ma anzi con sapone e carta igienica, insomma: funzionante e dall’igiene accettabile. In giro, caos e disordine, e roba buttata li senza senso, eppure le foto in giro su internet lasciavano trapelare un ambiente pulito e ordinato, ma ovviamnete era un trucco e parrucco e mano di photoshop! Nota positiva, angolo biliardo con poltrone in pelle marrone come nei vecchi locali da rhum e sigari.
Ordiniamo e aspettiamo e intanto guardo il piccolo bar a centro sala con le vetrinette destinate ai dessert e frutta e salumi completamente abbandonati a se stessi, immagini tristi da pubblicità progresso “adottiamo una vetrina”. Distolgo lo sguardo, comincio a essere sensibile. Arrivano le nostre pietanze. Patatine Congelate in vassoi di alluminio rivestiti con carta. Mangiamo e poi il terrore: i vassoi di alluminio completamente arrugginiti. Vaccino anti tetano alla mano, stomaco di ferro e coraggio da intrepidi affrontiamo la seconda ondata di cibo. Panino chick, panino artigianale vegetariano, due calzoni ripieni ricotta e prosciutto al forno e io una pizza gourmet ragù e polpettine. Più che polpettine sembravano bocconcini chappy per il nostro cane e l’odore e il loro sapore lo conferma. La mia pizza dal cornicione ripieno di ricotta si rivela un po una scelta infelice, simpatica nel suo genere, buona la mozzarella e il ragù poteva essere di più, insomma, pizza bocciata, anzi, la rimando a settembre! Ma a sorpresa viene in aiuto un morbidissimo panino vegetariano con verdurine marinate e un filato mozzarelloso impanato e fritto che sarebbe stato meglio fosse stato di vera mozzarella e non un prodotto surgelato, ma glissiamo e andiamo avanti. Pollice in su per il panino,che dicono sia fatto da loro, 130g di bontà soffice con una gustosa e ricca croccante copertura di semi di sesamo e papavero! Insomma piccolo ma buono (4 morsi) ma il panino è salvo. I calzoni buoni, ma potevano usare ricotta migliore, che rimane un po pastosa e pesante. Vino buono, dolce bocciato; “cheesecake” (panna e Philadelphia) con colata di caramello, e per colata intendo proprio colata giù dal piatto di ardesia sul tavolo. Conto ragionevole e per finire, partita a biliardo come consumati giocatori datati.
Serata all’insegna delle sorprese e glissiamo sulla veduta cucina su cui ho serrato gli occhi per non ridare al mondo ciò che ho mangiato, ma a dirla tutta, questa mia ultima esperienza mi fa sorgere una domanda: “cibo buono-locale sporco”…… ma che sia la mala igiene l’ingrediente segreto del cibo saporito? Ovviamente no, e aggiungerei per fortuna!! Ma bisogna ammettere, che trovare locali dove uniscano in una combo sinergica il buon cibo e pulizia sta diventando proprio difficile.
Voto finale : 5, peccato per la pulizia, perchè Forno Gourmet ha tutte le carte in regola per essere un ottimo punto ristoro per i Gourmet della zona.