Forte è una commedia francese diretta da Katia Lewkowicz e visibile gratuitamente su Amazon Prime Video dal 25 gennaio 2021; è quindi un film uscito in Italia quest’anno ma non recentemente. La pellicola racconta la storia di Nour che è una semplice ragazza di vent’anni, figlia unica, divertente e molto mascolina. Lavora come receptionist in una palestra ed ha un contratto a tempo indeterminato di cui va molto fiera; un lavoro stabile che Nour utilizza sia per autoconvincersi che la sua vita va già molto bene, sia per apparire agli occhi degli altri come una persona soddisfatta e realizzata. A differenza di quello che può sembrare all’apparenza però, Nour ha molta difficoltà ad accettare il proprio aspetto. Ha due carissimi amici che le danno molti consigli, soprattutto per quanto riguarda la sua vita sentimentale. Quando un’istruttrice di pole-dance della palestra dove lavora si offre di darle delle lezioni private, Nour decide di provare. Tra incertezze e dubbi la ragazza scoprirà che si può essere sensuali con qualunque corpo e, senza fare miracoli, che si può essere felici anche con tanti chili di troppo.
La protagonista del film ci insegna che “essere donna è difficile” un monito che dalla piccola realtà di una pellicola francese si può estendere alla realtà di tantissime donne al mondo. Attese, speranze, ambizioni, senso di indipendenza e di auto-accettazione, sono perennemente in contrasto con la paura di non essere mai abbastanza. La protagonista scopre la voglia di vivere e di uscire dal proprio guscio protettivo grazie alla pole-dance. Scoprire la propria sensualità con passo impacciato ed imbranato, è un’aspirazione a lasciare libero il proprio spirito. Nonostante ciò per alcuni critici cinematografici “la liberazione vantata a parole dai personaggi principali non sembra andare di pari passo con una controparte visiva; la teoria, cioè, non diviene pratica”. Una lacuna che non viene imputata alla performance degli interpreti ma alla regia: il legame tra Nour ed il palo della pole-dance rimane un affiatamento momentaneo, da interpretarsi come la miccia che accenderà il fuoco della rivoluzione interiore e dell’accettazione della sua femminilità.
La vera forza di questo film, il cui titolo è non a caso: Forte, è il messaggio che metaforicamente viene espresso attraverso alcune scene simboliche, come quella in cui Nour fa il gesto di togliersi il rossetto dalle labbra stizzosamente, come a voler affermare con decisione una femminilità non da migliorare attraverso l’aspetto fisico, ma lavorando sulla propria sicurezza interiore. Gli indizi del voler mettere in scena un cambiamento più psicologico che fisico sono tanti: si va dal poco interesse ad indugiare sui corpi perfetti delle donne che circondano Nour focalizzandosi maggiormente sugli occhi della protagonista, fino ad arrivare allo spettacolo di pole-dance in cui lei balla in tuta su un palcoscenico, circondata da altre donne mezze nude.
Con la sua amara ironia, Nour fa continue battute acide per esorcizzare le proprie paure; una maschera che, per un motivo o per un altro, tutti noi portiamo. Nonostante le ottime intenzioni però, in questo film ben progettato qualcosa è andato perduto durante la messa in opera: man mano che la storia raggiunge il suo epilogo, infatti, tutto sembra andare verso una rapidità di risoluzione che impedisce allo spettatore di cogliere realmente il lato toccante della storia raccontata. Una spennellata di superficialità caratterizza il finale di questo film, che avrebbe meritato maggiore calma ed attenzione. Nonostante le critiche, che vanno sempre ridimensionate e mai prese per verità assolute, la visione di Forte è estremamente consigliata al pubblico in quanto senza dubbio piacevole; la sua durata di 95 minuti sicuramente non potrà essere considerata tempo perso!