Francesco Saverio Maria Bianchi, detto l’Apostolo di Napoli ( Arpino 2 dicembre 1743 -Napoli 31 gennaio 1815).
Crebbe in un’atmosfera di vita fervorosa e di carità verso il prossimo: infatti sua madre aveva trasformato parte della casa in un piccolo ospedale di sedici letti, per ammalati poveri e senza assistenza. Trascorse l’adolescenza con i pregi e i difetti tipici dell’età: lui stesso si confessò goloso e dichiarò anche di aver commesso piccoli furti di denaro in casa. Venne educato nel locale “Collegio dei Santi Carlo e Filippo” dei padri Barnabiti. Intraprese gli studi giuridici a Napoli, ma la sua vera vocazione era per la vita consacrata.
In un primo tempo pensò di entrare nella Compagnia di Gesù, ma poi scelse l’Ordine a cui appartenevano i suoi maestri. I genitori, invece, avrebbero preferito vederlo sacerdote diocesano. Mentre proseguiva gli studi, il 2 marzo 1757 vestì la talare; ventiquattro giorni dopo, invece, gli fu praticata la prima tonsura dal vescovo di Nola.
Nell’ottobre del 1762, Francesco Saverio ottenne di entrare tra i Barnabiti. La sua domanda di ammissione, presentata due volte (il 9 e il 15 novembre 1762), fu accettata il 19 novembre.
Il 25 dello stesso mese giunse al collegio della SS. Annunziata di Zagarolo per il noviziato. Il 27 dicembre vestì l’abito religioso, aggiungendo il nome di Maria a quello ricevuto nel Battesimo, come d’uso tra i discepoli dello Zaccaria.
Continuò gli studi filosofici trasferendosi nel 1764 al collegio di San Paolo a Macerata, dove rimase fono al 16 ottobre 1765. Dopo un breve soggiorno ad Arpino, terminato il 3 novembre, si trasferì a Roma per gli studi di Teologia.
Tornò di nuovo a casa per problemi di salute, trattenendosi dal 29 aprile al 28 ottobre 1766; in quella data divenne membro della comunità barnabitica di San Carlo alle Mortelle a Napoli. Nella cappella del collegio venne ordinato suddiacono l’11 gennaio 1767, diacono il 18 gennaio e sacerdote il 25 gennaio.
Insegnò nel Collegio di Arpino per circa due anni e fu poi inviato al “Collegio San Carlo” di Napoli, dove insegnò filosofia e matematica. La sua vasta cultura gli permise di ricoprire incarichi via via più importanti.
Ben presto fu conosciuto come un santo, perché sempre più in lui avveniva la sostituzione degli studi e della frequentazione dei circoli degli eruditi con le opere di carità, la contemplazione e l’apostolato, specie fra gli umili del suo quartiere.
Nel 1776 conobbe una Terziaria francescana alcantarina, Maria Francesca delle Cinque Piaghe (al secolo Anna Maria Rosa Nicoletta Gallo, canonizzata nel 1867), alla quale erano attribuiti doni sovrannaturali. Fu suo direttore spirituale fino alla morte di lei, avvenuta il 6 ottobre 1791.
Nel 1778 venne chiamato ad insegnare nell’università di Napoli e l’anno seguente divenne socio della Reale Accademia di Scienze e Lettere.
Il cambiamento di vita fu progressivo, ma ebbe il suo culmine il 1° giugno 1800, Domenica di Pentecoste di quell’anno. Padre Francesco Saverio si era recato a pregare nella chiesa del Divino Amore, annessa a un monastero di clausura: davanti al Santissimo Sacramento solennemente esposto, gli parve che un raggio di luce partisse dall’ostensorio e lo raggiungesse al cuore.
La sua fama lo portò ad essere chiamato “Apostolo di Napoli“ mentre era ancora in vita. Si diceva che un suo gesto di benedizione avesse fermato la lava del Vesuvio durante le eruzioni del 1804 e del 1805.
Negli ultimi tre anni il suo male si aggravò, le sue gambe si riempirono di piaghe fino ad impedirgli ogni movimento Morì a Napoli, nel collegio di Santa Maria di Portanova, il 31 gennaio 1815, lasciando a Don Bartolomeo Corvo il compito di restaurare l’Ordine dei Barnabiti a Napoli, soppresso con le leggi napoleoniche del 1810.
Il suo corpo fu traslato il 14 giugno 1820 nella chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, che l’8 gennaio di quattro anni prima era passata ai Barnabiti. Il 18 giugno 1972 venne collocato nella chiesa di Santa Maria di Caravaggio a Napoli, dov’è tuttora venerato, precisamente nella prima cappella a sinistra dell’ingresso
Fu beatificato da Papa Leone XIII il 22 gennaio 1893 e canonizzato da Papa Pio XII il 21 ottobre 1951.
S. Saverio Maria dei Bianchi Barnabita detto l’apostolo di Napoli si festeggia il 31 gennaio