Attore, scrittore e comico, Gianluca Impastato è uno degli ultimi concorrenti della seconda edizione del Grande Fratello Vip. Gianluca ha partecipato a numerose edizioni di Colorado, fin dal 2003, insieme al gruppo comico I Turbolenti. Nella trasmissione di cabaret di Italia 1 si è esibito anche in solitaria, interpretando ben due personaggi molto apprezzati. L’abbiamo visto vestire i panni dell’enologo Chicco d’Oliva e quelli di Mariello Prapapappo, l’uomo dei misteri. Impastato si è fatto notare anche in altri programmi, come Guida al Campionato e Paperissima Sprint. In questo periodo festeggia il suo ritorno a Colorado ma con qualche riserva, essendo stato squalificato dal GF Vip in seguito ad una bestemmia, mentre ropeteva una battuta di un celebre film del suo mito Diego Abbatantuono.
Gianluca, su Instagram nella tua descrizione hai scritto “collezionista di tempi sbagliati”. Cosa intendi dire?
Sbaglio tutto, anche ad uscire dal Grande Fratello e sbaglio con le donne, sbaglio il tempo e il modo.
Molti tuoi colleghi che interpretano ruoli comici non sono particolarmente avvenenti. Tu, invece, sei un anche un bell’uomo. Credi che per un comico la bellezza possa essere un limite?
Devo ammettere che il concetto che avevo io di attore comico, prima di intraprendere questa carriera, era quello della “macchietta” ma poi grazie ad altri comici che hanno avuto successo come Angelo Pintus e lo stesso Massimo Troisi, che sono stati uomini certamente molto avvenenti, ho abbandonato l’idea di questo cliché.
Il comico che più stimi e da cui trai ispirazione?
Certamente Aldo, Giovanni e Giacomo ed anche Angelo Pintus e Pucci che son due comici che sono cresciuti con me e hanno avuto ed hanno tantissimo successo.
Nell’ultima edizione del GF Vip si è parlato di omofobia da parte di alcuni concorrenti del reality, come Giulia De Lellis e Marco Predolin. Dall’interno come hai vissuto la vicenda: omofobia si o no?
Omofobia, per me, assolutamente no. Sono battute che capitano, conosco gay che fanno tra loro battute anche peggiori, era pensiero comune che non ci fosse omofobia all’interno della casa.