Big Match al Meazza nell’anticipo della seconda giornata di ritorno: Milan e Napoli si affrontano per dare continuità ai propri risultati e credibilità alle rispettive ambizioni. In difesa Sarri recupera il febbricitante Albiol e l’acciaccato Tonelli all’ultimo momento, Hjsay e Strinic scelte obbligate sugli esterni, in mezzo al campo tocca a Jorginho e Allan supportare Hamsik e il tridente leggero. L’avvio del Napoli è fantastico, tre minuti e Rocchi sorvola clamorosamente su un rigore nettissimo per fallo su Mertens di Paletta. Al sesto il vantaggio azzurro con Insigne (migliore in campo per distacco) che servito, da Mertens in versione assistman , batte Donnarumma con un potente diagonale di sinistro. Tre minuti e arriva il raddoppio: ancora Mertens che serve Callejon molto defilato sulla destra, lo spagnolo batte ancora l’estremo rossonero in mezzo alle gambe…palla in buca d’angolo e due a zero per i partenopei. Per i primi venticinque minuti in campo sembra esserci una squadra sola e Mertens fallisce il comodo tre a zero a tu per tu con il portiere di casa dopo ottima assistenza di Allan. Non soffrono nulla gli azzurri nonostante la giornata non indimenticabile di Hamsik e l’imprecisione di Jorginho. In mezzo al campo domina Allan che combatte e pressa su chiunque, Strinic e Hjsay lavorano con calma e senza pericoli. Il Milan sembra incapace di reagire, lo aiuta Rocchi che ferma Jorginho, lanciato da solo verso Donnarumma, fischiando un fallo inesistente. Piano piano il Milan prende coraggio, aumenta l’intensità (mentre gli azzurri rifiatano) e trova il gol che dimezza lo svantaggio con Kucka che approfitta dell’ennesimo errore di Jorginho (correo quanto Tonelli) in fase di disimpegno. Il due a uno con il quale si chiude la prima frazione lascia un po’ di amaro in bocca ai tifosi azzurri vista la prima, magistrale, mezz’ora disputata.
All’inizio del secondo tempo il Milan parte a testa bassa e mette in seria difficoltà gli azzurri specie sulle corsie esterne dove Hjsay e Strinic hanno i loro problemi a tenere a bada rispettivamente Bonaventura e Suso. Ma la difesa azzurra tiene botta con un Albiol monumentale e un Tonelli che, seppur molto impreciso e pericoloso per sé e per i suoi in fase di disimpegno, si esalta nella battaglia finale man mano che gli attacchi del Milan diventano confusi e affidati a spioventi messi dentro da ogni zona del campo. Le occasioni migliori capitano a Pasilic (traversa) e Mertens che si fa ipnotizzare da Donnarumma in uscita. Il Napoli lascia il possesso palla ai rossoneri ma, esclusi i primi dieci, difficili, minuti della ripresa,non concede granchè. Prova la giocata lo strepitoso Insigne visto al Meazza (evidentemente il rossonero esalta Lorenzinho), pallonetto da cinquanta metri dopo un triplo dribbling, la palla scavalca il gigantesco Donnarumma ma si accomoda sulla rete di sostegno della traversa. I cambi servono al Napoli a dare nuova linfa a centrocampo: Diawara entra per un Jorginho non all’altezza delle precedenti partite, Zielinski sostituisce il capitano Hamsik, , mentre il guerriero Allan dà forfait e lascia il posto a Rog nel finale a causa dei crampi. I rossoneri buttano sul terreno di gioco tutto quello che hanno ma non creano nulla se non qualche mischia in area e un disperato assalto finale culminato in un innocuo colpo di testa del proprio portiere lanciatosi in attacco; il Napoli resiste fino alla fine dei cinque minuti di recupero inspiegabilmente concessi dall’ineffabile Rocchi e porta a casa una vittoria pesantissima che raffredda le velleità di terzo posto del diavolo rossonero e che aumenta l’autostima del gruppo ormai lanciato alla rincorsa di chi lo precede.
Si torna in campo martedì per la Coppa Italia:al San Paolo sarà di scena la Fiorentina, squadra in ripresa e galvanizzata dalla recente vittoria contro gli odiatissimi bianconeri. Un appuntamento importante per andare avanti in una competizione che potrebbe dare grandi soddisfazioni, così come accaduto nel recente passato.
GIOCA, SOFFRE E VINCE, IL NAPOLI ESPUGNA IL MEAZZA…VADE RETRO SATANA!!
Fabrizio Oliviero, ex commercialista e amante del calcio, malato patologico per i colori azzurri. Una malattia ereditaria trasmessa dal padre e già assorbita dal primogenito; il suo stato d’animo dipende in larga parte dal risultato dell’ultima partita, ama i colori azzurri quasi come i figli e se la domenica è storta meglio non provocarlo fino alla gara successiva!!