Buon giorno lettori, torniamo a parlare di tematiche LGBT, tra l’altro molto serie.
Traggo spunto dalle dichiarazioni fatte tempo fa da arcilesbica di Milano in merito ad una questione molto attuale, quale il GPA.
Il GPA “gestazione per altri”, chiamato più comunemente “utero in affitto”, è la possibilità data ad una donna di portate avanti una gravidanza con l’aiuto dell’ utero di un’altra donna, nel caso la prima sia fisicamente impossibilitata. Il discorso vale anche per le donne che affittano il proprio utero a due uomini gay per avere un figlio. L’ arcilesbica dichiarò che le lesbiche a favore di tale pratica partecipavano alla mercificazione del proprio corpo. Abominio su se stesse.
Donne femministe ed attiviste come le stesse lesbiche di altri circoli si sono opposte alle dichiarazioni del circolo di Milano affermando che nonostante i dubbi sulla GPA e sulla procreazione assistita ognuno è libero di pensarla come vuole anche all’ interno di uno stesso gruppo, in poche parole tali dichiarazioni non rappresentano il pensiero di tutte le donne facenti capo al gruppo stesso. La democrazia è plurale. Successivamente arcilesbica ha riformulato la dichiarazione specificando (forse per i tanti attacchi subiti) che l’opposizione all’ idea del GPA era riferito solo alla mercificazione dell’ utero, e non alla pratica in se quando questa era fatta a scopo altruistico. Insomma gratis.
L’arcilesbica non è nuova a dichiarazioni “forti”, in epoca più recente si è scagliata anche contro i trans “m to f”(transizione da uomo a donna). “, “si è donne solo quando si è biologicamente tali dalla nascita” questa in sostanza la dichiarazione rilasciata.
Per alcune condividere un bagno pubblico con una trans ancora dotata di pene è motivo di fastidio e disagio. Da qui la differenza tra cis-gender e trans-gender. Dove cis-gender si riferisce alle persone che nascono con un determinato genere corrispondente al loro sesso biologico (ho una vagina. mi sento donna), trans-gender (mi sento donna ma ho avevo un pene). Il fattore biologico è sempre predominante.
Personalmente, credo che il parere di un piccolo gruppo di donne lesbiche non possa arretrare la faticosa ascesa del movimento trans, con delle dichiarazioni “maschiliste!!!!”. Le lotte interne al movimento LGBT dimostrano che le prime discriminazioni avvengono gratuitamente proprio tra i gay, questo ci mette in cattiva luce davanti al prossimo. Si necessita compattezza per non perdere credibilità agli occhi del mondo etero.
Ma poi le lesbiche che ne sanno di cosa vuol dire essere trans? Non sono loro a decidere cosa vuol dire essere o sentirsi donna. Patriarcato e maschilismo con gli anfibi.