La cultura del web ha creato una serie di miti. Uno dei più emblematici è quello del hacker che, chiuso in una stanza circondato da schermi e cavi, è in grado di buttare giù qualunque istituzione con qualche semplicissimo click; oppure che è in grado di conoscere tutto della vita di una qualsivoglia persona sulla Terra, semplicmente conoscendo la password della nostra e-mail. Aldilà di quanto questo fenomeno sia stato molto spesso spettacolarizzato, con numerosi film e, addirittura, una saga di videogiochi (Watch Dogs), è un dato di fatto che il web è anche questo, e gli hacker sono certamente una variabile da prendere in considerazione quando si parla di sicurezza online.
Qualche giorno fa abbiamo assistito ad uno dei più grandi attacchi hacker della storia recente, il cosiddetto “Collection #1”, che vede al suo interno indirizzi mail e password di circa 2,7 milioni di utenti, per dimostrare che questi fantomatici attacchi ci possono essere davvero. E per aggiungere ancora ulteriori argomenti a questa mia tesi, qui di seguito fornirò qualche esempio di attacchi hacker che, nel passato più o meno recente, hanno rischiato di far collassare molte società su loro stesse:
Il Morris Worm:
Partiamo in ordine cronologico con uno degli attacchi più vecchi che siano stati registrati. Risalente al 2 novembre del 1988, il malware del giovane studente Robert Tappan Morris non era nato con scopi maligni; esso infatti aveva l’obbiettivo di sondare quanto vasto fosse internet. Il risultato furono più di 6000 macchine infettate per un danno che, secondo alcuni, arrivò ad ammontare a circa 10 milioni di dollari;
Il virus Melissa:
Avanziamo di circa 10 anni ed arriviamo al 1999, quando un virus, chiamato poi Melissa, colpì alcune copie di Microsoft Word. Da Word il malware si diffondeva, grazie al collegamento tra il programma di scrittura ed Outlook, ai primi 50 contatti del possessore della malaugurata macchina. I danni ammontarono a circa 80 milioni di dollari;
L’attacco ai danni della NASA e del dipartimento di Stato americano:
Rimaniamo nel 1999, anno in cui un ragazzino di 16 anni rischiò di ribaltare completamente la NASA e del dipartimento di Stato, ispirato da quella vena da eroe hacker, di matrixiana memoria, che permeava quell’anno. Il giovane rubò dati per il valore di “soli” 1,7 milioni di dollari, ma quello che fece più scalpore fu che un ragazzino era riuscito a fregare uno dei sistemi di sicurezza informatici più sicuri esistenti all’epoca;
Gli hacker di carte di credito:
Chi invece è riuscito a guadagnare ben più di 1,7 milioni di dollari furono un gruppo di hacker russi ed ucraini che, tra il 2004 ed 2012, riuscirono a mettere le mani su più di 300 milioni i dollari, riuscendo a risalire ai dati bancari di circa 160 milioni di carte di credito;
L’attacco ai server Playstation:
Concludo con l’attacco che a qualcuno potrà sembrare meno rilevante, ma che, da videogiocatore, sento più vicino a me. Nel 2011 fu registrata la compromissione dei dati personali di circa 77 milioni di utenti, compresi mail, password e carte di credito. Questo attacco, poi, dimostrò come anche un colosso come Sony, costretta poi a rimediare in fretta e furia facendo cambiare password ed user name agli utenti, non possa dormire sonni tranquilli.