Il 13 dicembre uscirà il nuovo film di Woody Allen con Kate Winslet e Justin Timberlake intitolato La ruota delle Meraviglie (qui il trailer). La vita di quattro persone si intreccerà nel traffico e nel trambusto del parco divertimenti di Coney Island negli anni ’50: Ginny, un’esplosiva ex-attrice che lavora come cameriera in un ristorante di vongole; Humpty, il rozzo e rude marito di Ginny che lavora al carosello; Mickey, un bagnino giovane e affascinante che sogna di diventare uno scrittore di opere teatrali; e Carolina, la figlia ignorata da tempo di Humpty, che ora cerca rifugio da alcuni gangsters a casa del padre.
Quando si parla di registi, Allen deve essere menzionato tra i più importanti e leggendari quasi: una carriera che dura da più di cinque decenni (il primo film scritto da lui è del 1965, mentre il primo film scritto e diretto da lui è dell’anno successivo), che segue una coerente evoluzione e linea stilistica e tematica, che tra alti e bassi riesce a mantenere comunque un livello qualitativo altissimo. E sono proprio le tematiche che hanno decretato il suo immenso successo: il modo in cui tratta con ironia i drammi quotidiani e amorosi dell’uomo comune è a dir poco geniale, riuscendo a comunicare e a creare un legame diretto con lo spettatore. Tantissime sono le sue citazioni sull’amore, la vita, la morte, il sesso che ormai vengono ripetute ossessivamente. Woody Allen è riuscito a imprimere la sua filosofia su più di una generazione, diventando icona di un certa visione del mondo: la vita è una sequenza di eventi tragici e l’unica cosa che ci aiuta a rimanere a galla sono le illusioni che ci creiamo.
In occasione del nuovo film Senza Linea propone una classifica dei suoi migliori 5 film. Dato che non c’è nessun motivo di riproporre la solita lista che vede alternativamente al primo posto Annie Hall o Hannah e le sue sorelle o un altro classico e dato che ogni film di Woody Allen può essere considerato un capolavoro a sé, vi proponiamo una lista un po’ più personale, focalizzandoci maggiormente su film giudicati anche minori, ma non per questo peggiori.
5. Cafè Society (2016)
Il primo film di Allen alle prese con effetti digitali, che ha come risultato inquadrature, scenografie e colori sorprendenti – moltissime delle quali ricordano quasi dei quadri. La storia è un classico alleniano: Bobby Dorfman (Jesse Eisenberg) si reca a Los Angeles in cerca di opportunità, grazie all’appoggio dello zio Phil (Steve Carell). Lui gli presenterà la sua assistente (e amante) Vonnie (Kristen Steward). Tra Bobby e Vonnie ci sarà una scintilla, che verrà però ostacolata da bisogni concreti. Uno dei film più eleganti e godibili dell’ultima fase della sua carriera è una gentile analisi dell’amore. Il poster è una donna stilizzata con una lacrima, che richiama uno dei messaggi più importanti e comuni di Allen: l’amore porta sempre con sé anche un po’ di tristezza, anche quando trasmette gioia.
4. Sleeper (1973)
Uno dei primi film del regista, una sperimentazione con la parodia fantascientifica estremamente ben riuscita. Il film è una delle tante collaborazioni con l’attrice Diane Keaton, quasi una musa per Allen, che spesso ha dichiarato come preferisse lavorare con lei. Miles Monroe (Woody Allen) è un musicista jazz (come stesso il regista, che suona da anni il clarinetto in complessi jazz) che viene sottoposto a un processo di criogenazione senza il suo permesso. Viene risvegliato 200 anni dopo da un gruppo di rivoluzionari e si ritrova catapultato in un mondo apparentemente dominato da forze di polizia governate da un dittatore. Fuggendo dall’arresto si nasconderà come robot a casa di Luna Schlosser (Diane Keaton). Lei, una volta scoperta la vera identità del robot minaccia di chiamare le autorità e Miles la rapisce. Da qui scatterà l’amore tra i due che si ritroveranno in una situazione più grande di loro. L’elemento comico non verrà scaturito dallo stupore di Miles per le innovazioni del futuro, ma dalle reazioni degli abitanti del futuro verso questo curioso omuncolo di Manhattan. Un capovolgimento geniale, che rende il film piacevole e divertente.
3. Basta che funzioni (2009)
La storia d’amore tra un genio della meccanica quantistica, Boris Yelnikoff (Larry David), ex-professore della Columbia e ora insegnante di scacchi e una ragazza semplice, bella, bigotta e solare di nome Melody (Evan Rachel Wood), che si ritroverà a imparare nuove cose sul mondo. Boris è un cinico e misantropo che evita ogni contatto di sociale, se non i suoi amici e i suoi alunni, ai quali però ricorda sempre la loro inferiorità intellettuale; nel film si troverà costretto ad aprirsi a nuove tipi di persone che, prima di allora, aveva sempre costretto fuori dalla sua vita, lottando con se stesso e forse con i suoi pregiudizi. Il messaggio del film è chiaro già dal titolo: alla fine, nella vita tutto è relativo e illusorio e ogni soluzione a questo dillemma è ben accetta, basta che funzioni. Le incomprensioni dell’inconsueta coppia forniranno una buona fonte di situazioni surreali e gag.
2. To Rome with love (2012)
Il film, uno dei più ingiustamente criticati, è uno dei più particolari: il genere è definito realismo magico e tende a dare una visione della vita realista attraverso elementi irreali. Ed è proprio questo il centro del film: Allen cerca di spiegare e mettere in luce la sua filosofia attraverso un film che sostanzialmente è una grande metafora. Il film narra quattro storie diverse, dove a ognuna e al rispettivo protagonista viene data eguale importanza: un impiegato d’ufficio (Roberto Benigni) che da un giorno all’altro diventa una celebrità, senza motivo; un architetto (Alec Baldwin) che ritorna a Roma, dove ha studiato da giovane, dove trova un giovane che è il riflesso di sé stesso (Jesse Eisenberg) studente; una giovane coppia (Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi) in procinto di trasferirsi a Roma e una prostituta (Penelope Crùz); un musicista e regista d’opera americano (Woody Allen) e il suocero di sua figlia il quale possiede straordinarie doti come cantante lirico, ma solo sotto la doccia. Allen riesce a dare una visione magica e innamorata di Roma, in una trama che intrattiene e diverte.
1. Stardust Memories (1980)
Uno dei film più interessanti ed importanti di Allen, seppur ancora un po’ sconosciuto fu stroncato immediatamente dalla critica e ci sono voluti molti anni prima che venisse apprezzato. Allen stesso lo considera uno dei suoi film meglio riusciti, assieme a La rosa purpurea del Cairo e Match Point. Il film si rifà a Otto e mezzo di Federico Fellini, contenutisticamente e stilisticamente, con la scelta di girare in bianco e nero, e ne è un po’ una parodia: Sandy Bates (Woody Allen) è un regista comico affermato e apprezzato assediato dai suoi fan che adorano i suoi “vecchi film comici” e che non sono contenti dei suoi ultimi lavori più introspettivi. Sandy viene invitato a una rassegna cinematografica dei suoi film, in una località balneare dove spesso si recava con la mamma. Qui incontrerà cercherà di riconciliare la sua attrazione per due donne: la sua fidanzata, la materna Isobel (Marie-Christine Barrault) e l’intellettuale violinista Daisy (Jessica Harper), venendo però costantemente assalto da ricordi della sua ex, la tanto meravigliosa quanto instabile Dorrie (Charlotte Rampling), che vengono mostrati sottoforma di indistinguibili flashback. Qui Woody Allen, in questa comica introspezione della vita del regista, dà comicamente e intellettualmente il meglio di sé: si toccano tante tematiche, si parla di un sacco di cose ma il succo è sempre lo stesso: l’essere umano ha bisogno di illusioni per poter vivere sopportabilmente.