I tatuaggi sono come i diamanti, per sempre. Prima di farsene fare uno bisogna pensarci bene, sono una parte di noi e ci rappresentano. E’ una forma d’arte antichissima e serve a dichiarare attraverso scritte e disegni chi siamo davvero. Farsi cancellare un tatuaggio è come aver fallito in qualcosa.
Esiste una categoria di tatuaggi a sfondo LGBT, tatuaggi che al di là del lato frivolo ed estetico celano un linguaggio nascosto, noto a pochi.
Uno tra quelli più comuni è la bandiera con i colori del’arcobaleno e con essa tutti i disegni composti con i sette colori rainbow.
Ma il discorso è molto più profondo ed articolato.
Prima cosa da dire, questa è una notizia che parte dagli Stati Uniti, è che i gay che si tatuano prevalentemente il lato destro del corpo tendono a voler specificare di essere passivi nel ruolo sessuale, un po come chi porta l’orecchino solo a destra vuole dichiarare di essere gay. A dire il vero sono scettico, non so se sia davvero così magari la scelta del lato del corpo sul quale farsi tatuare è una volontà inconscia e non centra nulla il ruolo a letto.
Ancora, i tatuaggi a forma di cerchio, quelli sul braccio, pare indichino che la persona che se li fa tatuare sia un praticante del fisting anale, e, quanto più in alto è posizionato il cerchio maggiore è la capacità di subire il fist. Quindi, gli anelli all’altezza del gomito starebbero ad indicare una capacità di farsi “fistare” in profondità.
Due occhi tatuati sul basso ventre indicano che il soggetto è passivo. Anche una donna avvolta da un serpente indica la stessa cosa, pare che tempo addietro nelle carceri questi tatuaggi venivano fatti sui detenuti forzatamente, a titolo di marchio, ma è una notizia tutta da verificare.
Il simbolo uguale (=) sul polso sta ad indicare che si appartiene alla comunità gay. Esso rappresenterebbe il simbolo, oltre che matematico, della Human Right Campaign, la più grande organizzazione americana per la lotta a favore dei diritti LGBT. Messaggio implicito sarebbe: “aderisco alla lotta all’eguaglianza”.
Anche il celebre tattoo de La rosa dei venti in passato era considerato un tatuaggio da gay.
Il tatuaggio di un triangolo rosso ha un significato ben preciso. Questo triangolo, all’epoca di colore rosa, era un simbolo di vergogna, i gay venivano marchiati con esso dai nazisti nei campi di concentramento. In seguito, il movimento LGBT ha reclamato tale segno di riconoscimento facendolo diventare un simbolo di orgoglio. Anche le donne gay usano tatuarselo, ma di colore nero.
Tatuatori Queer, che ne sono parecchi, mi hanno colpito le dichiarazioni di queste due:
Noel’le Longhaul
“Sono una donna transessuale e una tattoo artist autodidatta. Mi sono avvicinata a questa forma d’arte senza l’aiuto di chi già fa parte del mondo dei tatuaggi, che è un ambiente piuttosto conservativo, chiuso e patriarcale”.
Francisca Silva
“Credo che il movimento dei queer tattoo crei spazi sicuri per chi vuole farsi tatuare, in cui tutti possono sentirsi a loro agio e sanno che non verranno giudicati per il loro corpo o per i soggetti specificatamente queer che desiderano”.
Credere o non credere a queste leggende o storie fate voi, è vero che il tatuaggio attraversa i secoli e supera le mode, il fenomeno Queer tattoo è in costante divenire e non ha una struttura precisa, come la vera arte. Non sono solo disegni, c’è qualcosa di più.