Nel cuore della tradizione napoletana, dove il caffè non è solo una bevanda ma un rito, una passione e una filosofia, Nonna Maria De Vivo, classe 1934, ha un messaggio chiaro: il caffè deve restare un bene accessibile. “Non facciamo fare al caffè la fine della pizza”, tuona la signora del caffè, ricordando come la margherita, simbolo della cultura partenopea, da cibo popolare sia diventata un lusso per molti.
La famiglia Peduto, erede di questa lunga tradizione, ha appena tagliato il nastro del terzo punto vendita del brand “Caffè della Nonna” a via Cilea, il più grande della catena. E nonostante l’espansione e i costi crescenti del mercato globale, la nonna ha imposto una linea chiara: prezzi popolari, perché il caffè deve restare un diritto di tutti. “Abbiamo provato a convincerla, ma nulla da fare”, raccontano con affetto Gian Maria, Matteo e Fabio Peduto, i tre nipoti che oggi guidano l’azienda. “Nonna Maria è una capa tosta, ma è lei l’anima di tutto questo”.
La battaglia del caffè: qualità e accessibilità
Nonna Maria è un’istituzione nel settore. Dall’alto dei suoi 89 anni, partecipa ancora attivamente alle decisioni aziendali e mantiene viva la filosofia che guida il brand sin dal 1950: offrire un caffè buono, autentico e soprattutto alla portata di tutti. “Il caffè è un momento di aggregazione, rappresenta la nostra accoglienza popolare – spiega –. Non possiamo permettere che logiche di mercato snaturino questa tradizione”.
Un pensiero che trova riscontro nei numeri: mentre i costi di produzione aumentano e il prezzo di una tazzina al bar potrebbe toccare i 2 euro nei prossimi anni, “Caffè della Nonna” si impegna a mantenere una politica di prezzi concorrenziali, sia nei negozi fisici sia nelle piattaforme online.
Caffè e tradizione: un rituale da proteggere
Il nuovo maxistore di via Cilea rappresenta un passo importante per il marchio, ma non ha fatto vacillare la missione della famiglia Peduto. “Quando il caffè napoletano era in corsa per diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO, abbiamo tifato come allo stadio – raccontano i nipoti –. È stato un peccato perdere questa possibilità, ma non possiamo permettere che la tradizione e la ritualità del nostro caffè vadano perse”.
Nonna Maria, infatti, vede nel caffè un simbolo dell’identità napoletana, un’arte che racchiude calore, intensità e un’energia unica. “Proprio come Napoli accoglie il prossimo con il suo carattere caloroso, così fa il caffè. Ed è nostro dovere essere custodi di questa eredità”, sottolinea.
Un appello per il futuro
“Caffè della Nonna” non è solo un marchio, ma un manifesto culturale. Con l’apertura del nuovo punto vendita, Gian Maria, Matteo e Fabio rilanciano l’appello della loro nonna, un’icona di resilienza imprenditoriale: non lasciare che il caffè perda la sua anima popolare. “Non è solo questione di affari, ma di identità. È la nostra storia, e deve restare accessibile a tutti”.
E così, tra i profumi di caffè e le chiacchiere di chi ancora si ritrova intorno a una tazzina, Napoli può contare su una nuova generazione di imprenditori che guarda al futuro senza dimenticare il cuore delle sue tradizioni.