Nel 1860, l’imprenditore Vincenzo Apuzzo diede il via all’apertura del “Gran Caffè”, impiegando i più bravi baristi, pasticcieri e gelatai di tutta l’europa. Il successo fu immediato tanto che la famiglia reale dei Borbone conferì loro il riconoscimento come “Fornitore ufficiale della Real Casa”.
Nel 1885 però il bar attraversò un momento di crisi, che gli costò quasi la chiusura. Nel 1890, grazie all’intervento di Mariano Vacca, un grande, frequentatore di attori ed artisti, che prese in affitto i locali, la situazione migliorò notevolmente. Arredato in stile Liberty, al suo interno conserva quadri e statue del 800 realizzati da diversi artisti importanti napoletani come Antonio Curri, Jenny e Fiore, Bocchetta, Porcelli ed infine tutti i bassorilievi furono eseguiti dal Cepparulo.
Da quel momento in poi il Gambrinus visse il suo periodo di massimo splendore, diventando il fulcro dell’arte e della cultura dei migliori intellettuali di quel tempo: giornalisti, artisti, e così via. Il 3 novembre 1890 ci fa la nuova inaugurazione ufficiale, in seguito alla quale fu chiamato “Gran Caffè Gambrinus” in onore al re delle Fiandre che inventò la birra. Ben presto diventò una galleria d’arte ed ebbe ancora più valore con l’introduzione dell’illuminazione elettrica .
Nelle sue sale dorate sono passati diversi personaggi illustri come Benedetto Croce, Matilde Serao, Totò, De Filippo, Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio
Non sono molte le persone che conoscono la leggenda che aleggia all’interno del bar.
Sembra che si tratti del fantasma di una bambina vissuta agli inizi del 900 appare nel bar o nei dintorni,all’inizio di novembre quando al piano interrato dove ci sono i laboratori si fabbricano i torroni, dei quali la bimba era particolarmente ghiotta. Molti affermano di aver sentito la bimba che sospirava e che rideva allegra
Verità leggenda o suggestione?