Il Canada è un paese perfetto, oppure è apparso a me perfetto, turista dagli occhi europei che fanno fatica in terra natìa a veder funzionare una metropolitana o riconoscere un diritto. Prima di intraprendere questo viaggio di quattro tappe attraverso questo freddo paese sapevo che mi sarei sentito a mio agio. In Canada le minoranze, le diverse etnie sono integrate e tutelate. Certo ci saranno luoghi oscuri anche lì, ma credo sia il miglior posto in cui vivere. I gay e le minoranze sono rispettate, le droghe leggere sono legali e vige un forte senso di inclusività, per esempio: le gioiellerie utilizzano anche modelle con la sindrome di down per pubblicizzare i loro prodotti
Questo viaggio in quattro “puntate” che toccherà Vancouver, Montreal, Toronto e Niagara Falls City è un piccolo vademecum per viaggiatori curiosi, con un occhio alla scena LGBTQA+
Terza tappa: Toronto (la New York canadese)
Dopo Montreal ho preso il treno e in 5 ore sono arrivato a Toronto. Ho scelto il treno per risparmiare sui costi, infatti una tratta così lunga mi è venuta a costare il corrispettivo di ventisette euro circa.
Subito dopo aver posato i bagagli (questa volta ero sistemato in un dormitorio molto carino in una camera al 18 piano) mi sono diretto a Yonge Street, l’arteria principale dello shopping è la strada più importante di Toronto, che con i suoi 56 km divide la città in due parti. L’incrocio principale sembra una piccola Time Square, ma Toronto ha parecchio di New York. Grattacieli, luci, la gente sempre per strada, il traffico. Toronto è la metropoli del Canada, e rispetto a Vancouver e Montreal è molto più sporca ed è piena di barboni. Anche qui i centri commerciali sono sotterranei con vari punti di entrata ed uscita, come accadeva a Montreal, l’Eaton Centre è un posto favoloso che offre tutto lo shopping ed il divertimento possibile. Qui in inverno le temperature sono rigidissime (anche -20 gradi) e stare per strada è impossibile.
Le attrazioni sono tantissime, si parte dalla CN Tower, la torre più alta del Nord America con i suoi 553 metri di altezza, ma non del mondo, e in effetti parecchi palazzi intorno sono molto più alti. Ma vale la pena farci un giro. Molto bello il museo dell’ Hockey (Hockey Hall of Fame) con memorabilia e giochi interattivi, però ubicato all’ interno di un palazzo difficile da trovare.
Ho fatto un giro al mercato di St Lawrence, cibo e oggetti vintage su due piani, e non molto distante da lì c’è da vedere anche il Distillery District, caratterizzato da pittoreschi edifici risalenti al XIX secolo che un tempo ospitavano una grande distilleria di whiskey, attira molte persone grazie alle strade in ciottoli su cui si affacciano ristoranti, bar e boutique. In estate alcune aree sono arredate con enormi divani rossi gonfiabili con davanti un megaschermo.
Ma Toronto è bella anche solo per passeggiare, non mi sono mai sentito in pericolo nemmeno di notte, e ho notato che i piani bassi delle case hanno le porte a vetro e non i cancelli in ferro. Toronto è una città inclusiva e viva.
Il Gay Village di Toronto è un iconico quartiere LGBTQA+ friendly nel cuore della città, situato all’incrocio tra Church Street e Wellesley Street.
E le attrazioni si sprecano!
Il Woody e il Sailor sono due bar collegati che servono il villaggio dal 1989! Per la gente questo è il posto dove iniziare la serata. Ospitano regolarmente spettacoli di drag queen, karaoke e gare serali per intrattenere la gente. Servono deliziosi cocktail e, naturalmente, tantissimi shot diversi per dare inizio alla tua festa serale!
Menzione a parte il Glad Day bookshop Glad Day Bookshop è la libreria queer più antica del mondo. Al servizio della comunità LGBTQ dal 1970, offrono la più ampia selezione possibile di letteratura lesbica, gay, bisessuale, trans, e queer. Per finire il Black Eagle Leather, Denim Cruising Gay Bar. Discoteca, spettacoli hot dal vivo con celebri pornostar, bella gente. Ci sono andato per due sere consecutive, ambiente piacevolissimo, ed uno dei proprietari è italiano.
Il Toronto AIDS Memorial, progettato da Patrick Fahn, si trova nel Barbara Hall Park su Church Street sopra Wellesley, vicino al 519 Church Street Community Centre, nel cuore della comunità gay di Toronto. Su placche di acciaio inossidabile affisse sui pilastri sono incisi i nomi di coloro che sono morti di AIDS in un dato anno. Attualmente ci sono 2700 nomi in totale. Ogni anno durante il Pride Toronto, i nomi delle persone morte di AIDS quell’anno vengono letti ad alta voce in una breve cerimonia e i relativi nomi vengono aggiunti sulla targa di quell’anno
I diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) in Canada sono tra i più avanzati nel mondo. Alle coppie omosessuali hanno cominciato ad esser concesse unioni civili simili a quelle relative alle coppie eterosessuali già tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo, mentre il matrimonio tra persone dello stesso sesso viene legalizzato nei vari dipartimenti tra il 2003 e il 2005, facendo così della nazione il primo paese americano e il quarto al mondo a concedere questa possibilità ai propri cittadini.
L’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è stata ammessa a livello giuridico in tutto il Canada, ma secondo regole specifiche che possono variare nelle diverse province e territori.
Le persone transessuali sono autorizzate a cambiare legalmente il proprio genere in tutte le province e territori secondo regole diverse.
Il Canada è stato spesso indicato come esser uno dei paesi più gay friendly dell’intero pianeta (se non il più gay friendly in assoluto) con le sue più grandi città (Toronto, Montréal, Vancouver e Ottawa) che hanno istituito veri e propri gay village e sono state elette tra i luoghi del mondo più amichevoli nei confronti delle persone LGBT
Per fornire supporto agli alunni LGBT, diverse associazioni studentesche hanno creato gruppi appositi molto spesso col sostegno delle stesse associazioni degli insegnanti
Tra il 2002 e il 2005 i tribunali sparsi i diverse province e territori hanno stabilito che limitare il matrimonio a coppie di sesso opposto costituisce una forma di discriminazione vietata dalla “Carta dei diritti e delle libertà”: la giurisdizione canadese è divenuta così una delle prime al mondo, dopo Paesi Bassi e Belgio, ad aprire in toto le unioni tra persone dello stesso sesso e permetterne subito dopo anche il vero e proprio matrimonio. (WIKIPEDIA)