Takahiro Shiraishi, nato a Zama nel 9 ottobre 1990, è un serial killer dei tempi moderni che si è servito di un microblogging per ricercare le sue vittime e dare libero sfogo alle sue perversioni. Uno di quegli individui che gli altri avrebbero ricordato con “era una brava persona, salutava sempre” ed era realmente così, Takahiro salutava sempre, anche più degli altri, è stato infatti definito insolitamente più gentile rispetto alla media. Dietro la sua gentilezza si nascondeva però un serial killer, calmo quanto sadico, che nascondeva nel suo miniappartamento di 13mq ben 200 ossa e varie teste mozzate.
CHI ERA TAKAHIRO SHIRAISHI ?
Takahiro dopo il diploma nel 2009 inizia a svolgere vari lavoretti saltuari, lavora al supermercato, in fabbrica, in un garage ma il lavoro più soddisfacente sarà lo scout di prostitute: adescava su Twitter delle ragazzine disposte a prostituirsi e organizzava un colloquio con quello che al tempo era il suo “titolare”. Viene arrestato dopo poco ma con sospensione della pena, quindi, torna velocemente in libertà. Dopo questo avvenimento però i suoi malesseri iniziano ad esplodere.
Comincia a muoversi nuovamente sui social questa volta per conto suo e crea cinque account Twitter, due dei quali saranno quelli che avranno più successo. Il primo account era “vogliomorire” e l’ altro “il professionista dell’ impiccagione”; dal primo pubblica post in cui diceva di voler morire, di volersi suicidare e cercava persone che si trovavano nella stessa situazione, dal secondo invece si presentava come guru dell’ impiccagione dando consigli su come uccidersi e sostenendo passo dopo passo l’aspirante suicida.
GLI OMICIDI DEL KILLER
Dopo essere riuscito ad adescare chi voleva mettere fine alla propria vita ( tutte donne dai 15 ai 26 anni) organizza un primo incontro conoscitivo a cui sarebbe seguito un secondo nel quale avrebbe aiutato la vittima a suicidarsi. Tutti gli appuntamenti si fermeranno però al primo incontro perché Takahiro ammazza le sue vittime prima del previsto. Le porta in casa sua, le fa bere alcool, le stupra e poi le soffoca fino alla morte.
Nel suo appartamento vengono poi ritrovati coltellacci, seghe per metalli e un succhiello che serviva a dissanguare le vittime prima di tagliarle a pezzi.
I nomi delle vittime secondo le regole di privacy giapponesi non possono essere rivelati ma sappiamo che in soli tre mesi Takahiro ammazza nove persone.
LA CATTURA
La sua opera viene interrotta dai sospetti del fratello di una delle vittime che grazie all’ aiuto di una ragazza su Twitter, utilizzata come esca, riesce a tendergli una trappola e porta la polizia fino a casa del serial killer, lì il ragazzo riconosce la borsa della sorella sul tavolo e la polizia gli chiede dove fosse la ragazza, con tutta la naturalezza che lo rappresenta, Takahiro risponde che la ragazza è nel congelatore, ed era realmente così.
Viene arrestato il 15 dicembre 2020 e confessa gli altri omicidi, poi confermati con il ritrovamento delle ossa e delle teste mozzate conservate come trofei, mentre gli organi invece venivano disfatti come normale spazzatura. Riesce ad ottenere grazie ai suoi avvocati la condanna per omicidio consensuale, che però lui rifiuta e si batte per avere la pena di morte. Il suo desiderio era sempre stato quello di morire ma non aveva trovato mai il coraggio necessario a compiere il gesto finale. Gli viene acconsentita anche se i familiari delle vittime non si sono mostrati favorevoli a dargli ciò che voleva ma avrebbero preferito una sofferenza lunga per la quale Takahiro avrebbe dovuto sopportare a lungo il peso della sua esistenza.
IL PROFILO
Takahiro Shiraishi è un geniale manipolatore nonché feticista sessuale. Ricerca le vittime in uno stato mentale tale da volersi suicidare e sa cosa dire, conosce i punti deboli su cui far leva, perché prima lui avrebbe voluto ammazzarsi, inoltre venendo alla luce le intenzioni delle vittime tramite le inchieste, la polizia non si soffermava eccessivamente su questi casi dando per valido il suicidio.
Attualmente Takahiro è ancora recluso attendendo il giorno della condanna a morte anche se secondo la legge giapponese non è dato sapere quando arriverà se non il giorno stesso.