“Oggi non è successo niente!“, sarebbe bello vedere le prime pagine dei giornali completamente bianchi, con questa scritta dal profumo rassicurante che, per i fan più accaniti, ricorda un vecchio Dylan Dog (Precisamente il numero 117 “La quinta stagione“). E invece di cose purtroppo ne capitano, enfatizzate e spiattellate in bella mostra per il “mannaro” che ha necessità di sentirsi fragile di fronte agli eventi. E in un gioco perverso, in un modo o nell’altro, a prescindere da ciò che accade, il lettore deve essere incuriosito e spaventato, dandogli l’illusione di elaborare una propria idea sull’accaduto, pilotato magistralmente da mezze verità che non completano mai il puzzle.
La settimana è iniziata con una notizia bomba che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a chi era preoccupato del nuovo virus influenzale, di cui a nostro malincuore parleremo ampiamente domani. “Coronavirus a rischio anziani e immunodepressi“, fantastico, siamo salvi! Praticamente se hai un’età fra i 14 e i 60 puoi tranquillamente vivere una vita normale, tanto anche se ti becchi il virus ti salvi quasi sicuramente, cioè potresti avere delle complicazioni o soffrire di altri disturbi di cui sei all’oscuro, ma non ti preoccupare è una percentuale bassa. Il problema reale, quindi allontanandoci per un attimo dal titolo e dalla favoletta consolatrice, è che l’Italia è un paese vecchio e malato, nell’ultimo censimento si è osservato che il nostro paese ha il più alto tasso di over 65, rispetto la popolazione fra i 14 e i 60. In cifre gli over 65 sono più di 13 milioni, praticamente il 23% della popolazione italiana. Quindi, c’è poco da stare allegri, pochissimo da festeggiare e se non siete tutti orfani potete ancora ritornare nella vostra ansia psicotica. “Muoiono solo gli anziani e gli immunodepressi” come se fossero due categorie che, tanto, prima o poi questo mondo lo devono pur lasciare in qualche modo. Quasi quasi preferivo quel bel titolone “Moriremo tutti” perchè in realtà è più veriterio, l’unica cosa certa di tutta una vita è quella che finirà, il più tardi possibile si spera, ma quello è il destino di tutti.
Destino che sabato notte ha toccato un ragazzo di quindici anni, ucciso per un tentativo di rapina ai danni di un Carabiniere in borghese, che ha reagito all’aggressione ferendo mortalmente il giovane. L’unica cosa onesta che bisognava scrivere è che nel borgo di Santa Lucia si è consumata una tragedia, nient’altro. Perchè due notti fa due vite sono state spezzate irrimediabilmente, quello del ragazzo e del giovane carabiniere, che passerà la vita a domandarsi il perchè. La pistola del giovane era un giocattolo, il buio e la paura non hanno giocato a favore del carabiniere, avrebbe potuto reagire in altro modo? Non sta a noi deciderlo, sopratutto non tocca alla stampa e ai media giudicare l’accaduto, ma vivo nell’utopia e nella speranza che l’informazione sia un mezzo per accrescere il nostro sapere. E invece “Sbatti il mostro in prima pagina“! Un susseguirsi di notizie e informazioni che per una giornata hanno fatto passare in secondo piano l’emergenza virus, interviste ai familiari del ragazzo che urlano vendetta, dopo aver devastato il Pronto Soccorso dell’Ospedale Pellegrini e a gran voce chiedono verità e giustizia. E l’ultima parola, giustizia, prende nuovi significati. “Colpa dei genitori” “Ha fatto bene quello era un delinquente” “Era solo un ragazzo, questi carabinieri dal grilletto facile” “Un angelo è volato in cielo” “E lo Stato?Dove è lo Stato?” questi i commenti che si susseguono sui social, vero mattatoio di parole sputate a vanvera, dove la verità non importa, l’informazione è un dettaglio, ciò che conta è dire la propria, ovviamente politcally correct. Chi ha torto e chi ha ragione, poco importa, se ci atteniamo ai fatti, in un’episodio così tragico le parole dovrebbero lasciare il posto al silenzio e alla riflessione, perchè la morte di quel ragazzo e gli incubi futuri del carabiniere, sono solo colpa nostra, che perdiamo il tempo a vivere la nostra esistenza a osservare piuttosto che cercare di migliorare, per quanto piccoli possono essere i nostri gesti e grandi i nostri limiti, la vita attorno a noi. Perchè, come ho detto poche righe fa, abbiamo tutti una data di scadenza e il nostro unico obbligo è quello onorare la vita nostra e degli altri.
E fra conti giornalieri di contagi,morti e feriti, rapine finite male, governi che brancolano nel buio, economie a rischio, quale è il vero problema dell’italiano medio? Il rinvio di sei partite di calcio dell’ultima giornata del campionato. “Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.” diceva Winston Churchill un secolo fa, a dimostrazione che può succedere di tutto, anche un invasione aliena, il calcio non si tocca, neanche fossimo tutti azionisti delle principali squadre di Serie A. L’ulteriore stop alle partite ha generato un interminabile scia di malumori, “Campionato sfalsato” urlano in tanti, “Siamo alle solite” fanno eco in molti, “Nuova Calciopoli” sussurra sornione qualcuno. Perchè ventidue uomini che in mutande rincorrono una palla hanno il dovere di non fermarsi qualsiasi cosa succeda, quello è fondamentale, per tutti noi, dopo il novantesimo, evidentemente, la nostra vita migliora, se siamo ammalati miracolosamente guariamo, il rapinatore restituisce la refurtiva e sulla porta di casa nostra troviamo una fila di gente che vuole chiederci scusa per essersi comportata male. Il potere del calcio, chissà magari sarà proprio questo sport che curerà il cancro della società moderna, anzi senza dubbio alcuno sarà il calcio il nostro Salvatore!
Ma voi ricordate?Ricordate come era la vita prima di internet?Lunghe passeggiate o chiusi in casa a leggere un libro,ascoltare musica o a parlare ore al telefono anche per non dire assolutamente nulla, ricordate? La birra con gli amici, la ragazza o il ragazzo che non vi calcolava o l’amore della vostra vita a cui avreste dato tutto? O quel silenzio attorno che vi angosciava, quelle risate per cose di poco conto, gli spettacoli teatrali, il cinema del mercoledì, l’attesa di un figlio, l’angoscia di una risposta, la felicità dell’ignoto? Se lo ricordate, se quel pensiero che sembra così lontano vi sfiora ogni tanto la pelle e vi regala un piccolo brivido, bene spegnete il computer, buttate lo smartphone e tornate a vivere! Se non lo ricordate, non abbiate paura di un virus o di un ragazzino che vi minaccia con la pistola, perchè siete già morti e non lo sapete ancora!