La deprimente scena di Di Lorenzo sotto il settore ospiti, a testa bassa alla fine del match di sabato pomeriggio ad Empoli, è la pietra tombale su questa stagione del Napoli.
Lo scempio a cui sono stati sottoposti i tifosi azzurri, accorsi in massa anche al Castellani, è davvero incredibile.
Non c’è un colpevole solo, tutti allo stesso modo sono responsabili di questo sfascio e, almeno, ci hanno risparmiato conferenze post gara con velleità di riscossa, promesse di impegno e mea culpa bugiardi.
Il Napoli ha perso ad Empoli, subendo gol (da Cerri e non aggiungiamo altro) dopo tre minuti, senza riuscire a calciare in porta per tutto il resto della contesa, ammesso che sia stata una vera contesa. La sensazione è che tutti i cadaveri in maglia partenopea non avessero alcun interesse nelle sorti della gara ed è questo che più fa arrabbiare i tifosi: la totale mancanza di impegno di tutti i calciatori, anche quelli più rappresentativi ed esperti.
Novanta minuti di errori, di calcio masticato a ritmo da dopolavoro, al cospetto di un avversario modestissimo che ha messo in campo cattiveria agonistica e nulla più.
Difesa imbarazzante con Juan Jesus e Natan che non giocherebbero titolari in nessuna delle restanti diciannove squadre di A, Di Lorenzo fermo in difesa e grottesco nelle sue sortite offensive , un centrocampo nel quale il povero Lobotka prova a mettere ordine senza risultati, un attacco in cui il pagatissimo Osimhen pensa solo a lamentarsi con i compagni, simulare e collezionare fuori gioco, mentre Kvara e Politano si sbattono senza cavare un ragno dal buco.
I cambi? Nemmeno a parlarne, uomo per uomo, tardivi, senza senso e con il povero Simeone costretto ai soliti 2 minuti più recupero.
Calzona è stato uno dei tantissimi errori: è scarso, pauroso e legato ad un solo modo di giocare, il 433, ormai un mantra da cui è impossibile staccarsi.
Mazzarri almeno aveva capito che bisognava prima non prenderle.
Le parole del capitano a fine gara, che parla di squadra che ormai non ha più nulla da dare, sono gravissime. Si faccia da parte lui per primo.
Onestamente, indipendentemente da chi sarà il prossimo allenatore, si spera in un repulisti generale: almeno due terzi dell’attuale rosa va sistemata altrove, ammesso che si riesca a trovare acquirenti per giocatori modesti come Natan, Cajuste e tanti altri giunti al capolinea dell’esperienza napoletana.
Mancano cinque gare nelle quali si affronteranno tutte avversarie affamate di punti.
Immaginiamo che alla fine della stagione il bottino in termini di punti sarà (forse) di poco superiore ai 50 punti anche se uno zero assoluto non è da scartare come ipotesi.
Domenica al Maradona arriva la Roma, con questi chiari di luna…prepariamoci al peggio!