Negli ultimi tempi, la libertà che sembrava uno di quei diritti scontati del nuovo millennio risulta perennemente minacciata da una serie di errori/orrori tutti umani.
La scomparsa del dissidente russo Alexei Navalny, dopo anni di carcere duro e isolamento, ormai confinato in Siberia, ha lasciato senza parole.
Lo stesso Navalny sapeva bene che una volta atterrato a Mosca sarebbe stato immediatamente arrestato vista l’accusa di terrorismo che lo perseguitava.
La sua morte per una possibile “trombosi” è sopraggiunta a sorpresa mentre passeggiava nell’istituto penitenziario…il suo corpo non è stato restituito alla famiglia…e non si rinviene per farne un’autopsia e dare risposte sulle cause del decesso.
Insomma, restano tanti dubbi e tante inquietudini per un uomo che ha dimostrato che, solo esponendosi, il bene può sconfiggere il male…e a suo modo, questo era possibile solo affrontando il carcere duro e la morte quasi sicura del regime.
Un integralismo di libertà che gli è costato la vita ma restituisce il senso del valore della libertà di essere “libero” anche se in catene, anche se in prigione, anche se in isolamento perché la sua lotta al regime fa comunque rumore …perché la sua morte fa comunque clamore…una silenziosa ma determinata battaglia per le libertà a cui è rimasto ancorato sempre anche nei momenti più duri in cui era isolato in una cella di pochi metri, privato di cibo e con temperature freddissime da sopportare…per cui si’ è probabile che sia morto di morte naturale ma ha contribuito in qualche modo sicuramente la mano dello Stato.
Il suono o frastuono delle “libertà” post Sanremo riecheggia anche tutto il continuo perseverare di polemiche per le parole pronunciate sul palco dell’Ariston laddove la libertà dell’art.21 sulla libera manifestazione del pensiero sembra essere messa in dubbio dalla proposta di una daspo per i cantanti che esprimono opinioni e facendolo rompono le scatole a chi detiene il potere dell’informazione e comunicazione .
Ghali e Dargen, nello specifico, hanno usato parole di condanna per le guerre con messaggi di “cessate il fuoco”.
E dopo le loro provocazioni in Italia si sono scatenate polemiche e polemiche con dichiarazioni dell’Ad della Rai nella domenica In sanremese di Mara Venier tempestata di critiche e aggressioni verbali per aver limitato la libertà di parola nello spazio dedicato ai cantanti e ai critici musicali ospiti della trasmissione.
Purtroppo probabilmente il mondo sta cambiando davvero e al di la’ delle guerre sia Russia /Ucraina che Israelopalestinese che stanno incidendo sulla nostra percezione dell’esistenza inasprendo individualismi, superficialità e indifferenza, l’idea di tappare o circoscrivere la possibilità di dire ciò che si pensa ai cantanti italiani suona quasi surreale.
Pur non entrando nel merito delle posizioni espresse, da sempre la musica non solo certo di Sanremo ha rappresentato, a livello globale, un grido di protesta, la voglia di dire qualcosa, la speranza che cambi qualcosa, l’importanza di rivendicare alcuni diritti come l’identità di genere, una esigenza espressiva rivolta all’attualità sia in chiave seria se si pensa alle battaglie per la pace di John Lennon che ironica se si pensa ad esempio in Italia ad Elio e le storie tese.
Ma come è possibile che in Italia anziché cogliere i segnali di qualcosa che non va e su cui intervenire o sulla necessità di manifestare un dissenso o gridare dei diritti sospesi, si cerca il modo di colpire il colpevole e emarginarlo, isolarlo, spaventarlo…
I cantanti poi come tutti gli artisti hanno l’obbligo morale di esporsi di fronte alle ingiustizie di questo mondo e di dire come la pensano perché fa parte della loro immagine e del loro valore come artista anche in funzione di emulazione per le giovani generazioni .
Ma forse questo Governo come una parte della destra europea che sta avanzando inarrestabile non è in grado di gestire la pressione della libertà del pensiero e della parola e preferisce il silenzio…decisamente!
Pure la libertà di stampa sembra un po’ compromessa se si pensa alla vicenda giudiziaria a specchio Ferragni – Doppia difesa che hanno ottenuto un trattamento differenziato sui giornali per le loro questioni processuali …
Infatti, Ferragni e’ in procinto di affrontare una lunga battaglia giudiziaria per la questione della beneficenza un po’ tarocca, e’ stata letteralmente massacrata dai giornalisti italiani … in attesa della definizione della vicenda però la Ferragni, prima acclamata come una delle italiane più famose e stimate al mondo per la sua grande intuizione imprenditoriale, e’ stata messa in un angolo e fa fatica a tornare sui social dove era una vera imperatrice fino a poco fa.
Doppia Difesa di cui sono le fondatrici Hunzicher/Bongiorno e’ stata coinvolta in una controversia giudiziaria con la Lucarelli che, acquisite denunce da parte di donne attraverso i suoi profili social, accusava la’associazione di non aver adempiuto alla sua funzione di supporto alle donne vittime di persecuzione da parte di mariti, compagni o ex e di non aver fornito l’accoglienza prevista.
La fondazione aveva contestato alla Lucarelli il reato di diffamazione per falsità nel suo articolo di denuncia, definito chiaramente denigratorio dalla Bongiorno. Il giudice, dopo aver esaminato le risultanze processuali, ha però proceduto con l’archiviazione del procedimento di diffamazione a carico della Lucarelli constatando la veridicità delle circostanze di fatto descritte dalla giornalista del Fatto Quotidiano.
Si assiste dunque ad una diversa descrizione e soprattutto attenzione delle vicende giudiziaria da parte della stampa italiana.
E dove la mettiamo la libertà religiosa? Da dieci giorni sembra di essere piombati nel Medioevo più nero con messe nere e riti satanici e questa volta la caccia alle streghe si è concentrata tutta in una amena villetta nella provincia palermitana dove gli aguzzini sono stati i familiari stessi -padre e figlia (ancora convinta della necessità delle pratiche messe in atto) aiutati da due sedicenti santoni da strapazzo – completamente asserviti ad un misticismo da dimenticare che ha fatto morire dopo atroci sofferenze inflitti con ogni mezzo e crudeltà a tre componenti della propria famiglia, madre e due fratelli colpevoli di essere stati impadroniti da entità demoniache imprecisate! Insomma un vero e proprio orrore ….
Oltreoceano, arriva la denuncia fatta dagli Stati Uniti ai social per la minaccia alla libertà dei giovanissimi attraverso l’uso dei media.
Soprattutto per i bambini fino a tutto il periodo adolescenziale, i cellulari e in particolare l’uso ossessivo e intensivo dei social può determinare notevoli danni nelle menti dei ragazzi compromettendone libertà di autodeterminazione e incidendo sulla capacità di gestire le proprie emozioni e di crescere in modo sano!
Per fare questo si sono radunati fior fiore di intellettuali, studiosi dei media e psicologi…per provare in modo determinante a frenare e limitare, se non vietare, considerevolmente l’uso dei social da parte dei giovanissimi.
In Italia il dibattito non è nemmeno aperto perché qui si è troppo preoccupati a togliere la parola e a condizionare i pensieri con le idee considerate ben accette da chi decide e detiene il potere per cui forse i social rivestono la loro utilità…nonostante tutto!
Invece come ha detto Ghali, più che parlare di caso Ghali sull’uso appropriato o meno del termine genocidio o dell’invito di Dargen a parlare di pace quasi fosse una minaccia da temere o una palla avvelenata da lanciare , importante è che se ne parli…e il problema però purtroppo è proprio lì…che non se ne parli!