Per chi, come me, non ha vissuto gli anni 50/60/70 questo è stato uno spettacolo davvero importante; è stata una tappa verso la scoperta della musica classica napoletana. “C’era una volta…Il Festival di Napoli” il nuovo spettacolo del Teatro Trianon. Nato da un idea del regista Maurizio Palumbo, sul palco, si sono alternati i migliori cantanti neomelodici con lo scopo di reinterpretare alcuni tra i maggiori successi di quegli anni. In effetti, questo Festival, non ha mai avuto una valenza solamente musicale e credo si possa affermare che il suo essere inscenato fosse anche per dare modo alle famiglie di riunirsi attorno alla tavola per ascoltare e vedere uno spettacolo nuovo. Uno degli aneddoti più famosi, che tutti ricorderanno, è sicuramente quello contenuto nel film “Operazione San Gennaro” dove si testimoniava proprio la dedizione della gente a questo festival tanto da non accorgersi di una rapina in corso.
Ieri è stato inscenato proprio quello spettacolo alla riscoperta di valori ormai perduti. Un cast d’eccezione composto dai presentatori Lucio Pierri ed Edda Cioffi ed un roster di artisti quali: Antoine, Milly Ascolese, Luciano Caldore, Gino Da Vinci, Giovanna De Sio, Enzo Esposito, Rico Femiano, Mavi Gagliardi dei Sud 58, Giovanni Galletta, Francesco Merola, Alfredo Minucci, Luca Nasti, Ida Rendano, Tommy Riccio, Ciro Rigione, Teresa Rocco, Alberto Selly ed Ettore Squillace. Ad accompagnare questi grandi nomi la banda diretta dal maestro Peppe Fiscale (direzione musicale e tromba); composta da:Ettore Gatta (pianoforte), Claudio Romano (chitarra acustica e mandolino), Luigi Fiscale (basso), Gianluca Mirra (batteria), Mimmo Fiscale (percussioni) e Antonio Ottaviano (tastiera e fisarmonica). Uno spettacolo emozionante, forte, lineare…un mix di momenti dal gusto retrò riportati in vita da delle grandi esibizioni. Il momento migliore indubbiamente la performance di Francesco Merola (figlio del grande Mario), quello peggiore, purtroppo, l’esibizione di Luciano Caldore; “Tu si’ na cosa grande” non è pezzo si possa sbagliare o cambiare e l’esibizione non ha reso al meglio.
Mai come oggi tutti abbiamo bisogno, in tutti i campi, di riscoprire le nostre origini. Stiamo vivendo tempi difficili, tempi dove il fratello uccide il fratello…dove non ci riconosciamo più come cittadini di un contesto ed occasioni come queste servono fortemente a farci riscoprire e valorizzare le nostre origini, le nostre radici. Con la speranza e il desiderio che queste tradizioni vengano custodite e tramandate.