Un’ autore giovane ed esordiente è sempre di difficile definizione. Siamo in un paese in cui ci sono più autori che lettori, e di libri se ne vendono pochi. Cosa fa la differenza oggi?
Valentino Musu, classe 1984, toscano ha pubblicato recentemente il suo primo romanzo Trascinami all’ inferno; genere:horror/ lgbt; pp.192
Il libro edito da Edizionisenzalinea è già un piccolo caso, commistione tra genere horror e tematica gay. Musu anche se esordiente, sa esattamente dove vuole andare e cosa vuole trasmettere.
Il romanzo ti accarezza e ti schiaffeggia, è truce e delicato, un fiore trafitto da mille aghi e che non smette di sanguinare, il dolore dei non amati che sfocia in violenza. Musu è una bella promessa della scrittura italiana, è giovane, bravo e determinato.
La differenza sta nell’essere originali. Sembra banale ma è vero! Valentino possiede quell’originalità e quella freschezza che solo un esordiente può avere.
Sinossi: Eros è un venticinquenne che ha da tempo perso la speranza nel futuro. Il suo brutto passato lo ha reso una persona schiva, solitaria, apatica e insicura; si sente un “morto che cammina” e vive alla giornata, passando il tempo libero con i due amici Agata e Giovanni e lavorando come operaio in un supermercato di Pontenero, una squallida quanto anonima cittadina situata sull’appennino tosco-emiliano, la cui monotonia verrà scossa da inquietanti e brutali fatti di sangue. L’incontro con Yuri, suo coetaneo, e sotto molti aspetti suo simile, lo sconvolgerà, trascinandolo in una folle spirale di eccessi. I due ragazzi col tempo, scopriranno di essere pericolosamente e morbosamente attratti l’uno dall’altro, mentre i boschi intorno a Pontenero, continueranno ad essere teatro di omicidi sempre più cruenti…
Chi sei? “Riassumiti” in una frase.
Un agnello travestito da lupo, o a volte, l’esatto opposto
Credo che tu abbia creato un genere nuovo: l’horror LGBTQA+ italiano come nasce l’idea?
Volevo raccontare una storia che racchiudesse i diversi aspetti della mia personalità: l’orientamento sessuale, la passione per il true crime, l’horror, il thriller; mi piaceva poi l’idea di raccontare una storia d’amore gay un po’ diversa dai soliti canoni: una storia malata, tossica, morbosa, in cui c’è poco spazio per il romanticismo come normalmente inteso.
I tuoi libri di formazione?
Primo fra tutti direi “Carrie” di Stephen King, “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” di J.T Leroy e un certo tipo di letteratura “gotica” che va da “I fiori del Male” di Baudelaire, fino a certi racconti di Edgar Allan Poe e H.P Lovecraft.
Dove hai imparato tante informazioni dettagliate sulla scena del crimine?
Sono un grande appassionato di documentari True Crime e serie tv thriller: credo di aver semplicemente sfruttato al meglio tutte le informazioni recepite per poi adattarle al romanzo, cercando di rimanere il più credibile possibile.
Quanto c’è di te nel libro?
Molto, a partire dalle storie personali dei due protagonisti, gli ambienti che frequentano, la passione che hanno per un certo tipo di musica (Metal, Industrial), il modo di vestire… tutto il romanzo, ad eccezioni delle parti crime e horror ovviamente, è una trasposizione romanzata della mia vita. Credo che scriverlo sia stata una forma di terapia, una catarsi, un modo di esorcizzare quello che mi portavo dentro da anni. Non ho avuto una vita facile.
Cosa ti disgusta?
L’odio e la cattiveria gratuita, la totale mancanza di empatia che al giorno d’oggi, purtroppo, sembra che siano diventate la “normalità”.
L’Italia è uno dei Paesi europei più indietro riguardo ai diritti civili per i gay. Nella forma dell’ odierno assetto (filo fascista) della nostra politica, mi piacerebbe chiederti la tua opinione in proposito.
In un Paese come l’Italia in cui non ci sono tutele per i lavoratori, le donne, i single e i disabili, i diritti civili per le persone LGBTQ+ sono, ovviamente, l’ultimo pensiero dell’attuale governo. Non condivido assolutamente la doppia morale di una certa destra che predica bene e razzola male, che vorrebbe imporre la loro idea di “famiglia tradizionale” e che non riesce nemmeno a dare il “buon esempio”, tra amanti, divorzi, figli illegittimi, separazioni. Non dimentichiamoci poi, della grande influenza che ha ancora oggi la Chiesa Cattolica sulla nostra politica, credo che potremmo essere molto più avanti sui diritti civili, se lo Stato seguisse, come da Costituzione, il principio della Laicità.
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