Oggi incontriamo lo scrittore napoletano Eduardo Paola.
Con i suoi libri scopriamo un pezzo del passato dello spettacolo italiano e internazionale, quando le attrici vivevano tra scandali, lustrini e paparazzi. Lontani dai social e dalla tv, le star del cinema e della televisione erano davvero delle dive acclamate.
Buongiorno Eduardo presentati ai nostri lettori
Sono uno scrittore, biografo e studioso del cinema hollywoodiano degli anni d’oro. In seguito a varie esperienze di collaborazione con diverse testate giornalistiche, ho pubblicato nel 2015 il mio primo libro “Milly – la vita e la carriera di Carla Mignone”, scritto con Giovanna Castellano. Si tratta di una biografia dedicata a Milly, un’artista che amo immensamente. Questa prima esperienza è stata davvero esaltante, perché abbiamo avuto il privilegio di presentare il volume al Piccolo Teatro di Milano, al Club Tenco di Sanremo e al museo PAN di Napoli.
In seguito, ho pubblicato altri volumi:
– nel 2017, “Red Carpet – vite in passerella”, che contiene 14 ritratti di personaggi dello spettacolo, che vanno dalla diva del cinema muto Francesca Bertini a Pupella Maggio, da Dalida a Édith Piaf.
– nel 2020 poi è uscito “Hollywood – storie di donne, storie di dive”, 10 monografie dedicate ad alcune tra le più importanti icone del cinema mondiale, da Marilyn Monroe a Marlene Dietrich, da Elizabeth Taylor a Sophia Loren.
– nel 2022 poi ho pubblicato una biografia dedicata completamente a Judy Garland, uscita in occasione del centenario della sua nascita. Sono molto orgoglioso di questo libro in quanto è l’unica pubblicazione in italiano sulla grande artista.
– Infine, poco prima di Natale è uscito “Shirley Temple – la piccola diva di Hollywood”, biografia sull’indimenticabile bambina prodigio del cinema americano. Anche in questo caso si tratta dell’unica pubblicazione in italiano.
Come nasce questa passione per le dive hollywoodiane?
Fin da bambino sono sempre stato un appassionato del mondo dello spettacolo.
L’amore per le dive hollywoodiane è nato probabilmente quando da ragazzino guardavo alla tv i vecchi film che mandavano in onda, solitamente nel pomeriggio. Il ricordo di quei momenti è così vivo dentro di me che il piacere che provavo in quegli istanti riemerge ogni qualvolta ne rivedo uno.
Quel mondo patinato, quelle attrici che sapevano incarnare i sogni, i drammi e i sentimenti umani mi conquistavano. Marilyn, Rita Hayworth, Joan Crawford, Marlene Dietrich, Judy Garland diventarono volti così familiari, che oggi mi appaiono quasi come vecchie amiche.
Le biografie lasciano poco spazio all’estro dell’ autore, come ti prepari per la stesura di un libro?
Il mio approccio alla stesura di un libro è diverso rispetto a quello di un autore di romanzi. Io sono un biografo, uno studioso; il mio lavoro è fatto soprattutto di ricerca. L’obiettivo che mi pongo è quello di raccontare e analizzare le vite straordinarie di questi grandi protagonisti dello spettacolo, attraverso le loro emozioni, i loro trionfi, i loro fallimenti.
Nei miei libri prediligo molto l’aspetto umano del personaggio, perché solo conoscendone il privato abbiamo la possibilità di capire fino in fondo la loro personalità.
Amo soprattutto scrivere di artisti poco raccontati, di cui in Italia non si trovano notizie.
L’ultimo su Shirley Temple è una bella novità, perché non credo ci siano altre biografie in italiano, com’ è nato il progetto?
Il progetto nasce da una mia necessità, da un mio desiderio: quello di conoscere di più sulla vita di Shirley Temple, che ai suoi tempi, parliamo della metà degli anni 30, fu un vero e proprio fenomeno. I suoi film erano quelli che incassavano maggiormente, addirittura più di quelli di Greta Garbo. Il suo percorso artistico, compresa la parabola discendente, mi ha sempre affascinato. Ho scoperto che dietro quella deliziosa bambina dai riccioli d’oro si celava un vero talento della natura, con una grande personalità e autostima, qualità che le hanno permesso poi di sopravvivere alle amare delusioni e agli eventi traumatici verso cui è andata incontro.
Ma non voglio svelare troppo perché il libro è tutto da leggere!
Non essendoci volumi in Italia, ho pensato di occuparmene personalmente.
Perché, secondo te, queste attrici sono spesso delle osannate icone gay?
Sì, è vero, molte dive hollywoodiane sono osannate o addirittura vengono identificate come icone gay. Judy Garland ad esempio, è la prima vera icona gay della storia. Non a caso la bandiera arcobaleno è un chiaro riferimento alla celebre “Over the rainbow”, che l’artista ha reso immortale nel film “Il mago di Oz”.
La libertà, il riscatto, la voglia di affermarsi, l’indipendenza che incarnano molte dive fanno di loro dei punti di riferimento per la comunità. Poi non dimentichiamo il fattore glamour. Gli abiti favolosi, i look eleganti e sofisticati sono elementi che affascinano molto.
Quale diva vorresti raccontare in futuro? (ti dico in partenza che io amerei una biografia di Clara Bow)
Ho molte idee per i prossimi progetti. Non nascondo che mi piacerebbe la prossima occasione dedicarmi a un nome maschile.
Vedremo!…
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