L’urlo al minuto 94 è di Giacomo Raspadori, proprio lui, l’enfant prodige che non era riuscito, causa infortunio, a dare il suo contributo alla causa nel momento clou della stagione.
Una vittoria dai molteplici significati che, di fatto, restituisce lo scudetto al Napoli dopo 33 anni di attesa.
La gara è stata vibrante: nonostante le diverse defezioni, i ragazzi di Spalletti hanno messo qualità, anima e coraggio in campo, provando e riprovando, alla ricerca del colpo risolutivo, per 90 e più minuti.
Il primo tempo è equilibrato, con i partenopei a girar palla ma senza riuscire ad offendere e i padroni di casa alla ricerca di qualche ripartenza pericolosa: di fatto accade poco. La difesa azzurra è solida intorno all’insuperabile Kim, con Juan Jesus a fare le veci di Rrahmani e gli irriducibili Di Lorenzo ed Olivera ai lati. L’intelaiatura della mediana è ottima, Lobotka è marcato a vista, Anguissa garantisce quantità e Ndombele, preferito a Zielinki ed Elmas, sembra essere in giornata ma manca sempre all’ultimo istante in precisione. L’attacco è quello veloce: Kvara-Osi-Chucky tengono in apprensione la retroguardia delle zebre per tutto l’incontro.
L’episodio più rilevante del primo tempo dimostra come quella bianconera sia una vera e propria polisportiva: Gatti di esibisce in un gancio destro in stile pugilistico sulla tempia di Kvara, la violenza e l’espressione del difensore allo sferrare del colpo sono inequivocabili: il Var, misteriosamente, non interviene e il pugile bianconero si salva dal sacrosanto cartellino rosso.
Nella ripresa la gara cambia: il Napoli aumenta il ritmo e prende il controllo.
Salgono di giri i frombolieri azzurri e cominciano a minacciare con sempre maggiore insistenza la porta dei piemontesi: gli ingressi di Zielinski e, soprattutto, Elmas (per Ndombele e Lozano) danno linfa nuova alla manovra dei ragazzi di Spalletti: Osimhen timbra il palo e poi di fa rimpallare dal portiere polacco.
Il finale è da romanzo: fallo al limite dell’area di Milik su Lobotka, l’arbitro fa proseguire e sul ribaltamento la Juve segna con Di Maria: ma il var blocca tutto e, giustamente annulla il gol. I bianconeri, scorretti e dediti al gioco durissimo, schiumano rabbia e un altro gol annullato per un pallone uscito fuori di mezzo metro fa, chissà perchè, infuriare ancora di più il simpaticissimo Allegri e compagnia. I bianconeri perdono lucidità e il Napoli ne approfitta,
Entra Raspadori per Kvara, Cuadrado si iscrive alla squallida polisportiva bianconera e prova il suo solito tuffo in area, l’azione, ovviamente, prosegue, e i tre subentrati confezionano il capolavoro: Zialinski porta palla con qualità fino al limite dell’area e serve Elmas, il cross del macedone è un cioccolatino per Raspadori che scarica un sinistro violento che si infila tra le gambe dell’estremo di casa.
Pubblico napoletano in visibilio, esplode la città mentre Cuadrado era ancora a terra nel suo grottesco tentativo di simulare un infortunio.
Gli ultimi minuti sono in trincea (entra anche Rrahmani per rafforzare gli argini) ma ormai è fatta.
Vittoria meritata.
Trionfo azzurro a Torino e tricolore in tasca.
Uno scudetto meritato oltre ogni ridicola recriminazione dei Tardelli e Marchisio di turno, gente che parla in rai e viene pagata con soldi pubblici e che continuano a raccontare di una realtà che non esiste.
Diciassette sulla Lazio, diciannove sulla Juve, oltre venti sulle milanesi e si parla di campionato falsato.
Lo scudetto del Napoli è un capolavoro sportivo, programmatico ed imprenditoriale senza precedenti e domenica prossima tutta la città è pronta ad esplodere ed accogliere questa gioia attesa 33 anni!!