Un’antica leggenda popolare vuole che il culto delle cosiddette janare venga associato alla città di Benevento, considerata per antonomasia la città delle streghe. Ebbene, il culto di queste donne che
compivano malefici, preparavano pozioni, inducevano aborti, partecipavano ai sabba notturni, risale al tardomedioevo e ancor prima, si lega alla figura di Tito Flavio Domiziano, divenuto imperatore romano, ultimo della dinastia flavia, con il nome Cesare Domiziano Augusto nel 81 d.C. Domiziano fu molto devoto alla dea Iside, che nella mitologia egizia era la dea della maternità, della fertilità, ma anche della magia, tanto da farvi innalzare un tempio, oggi scomparso, in suo onore. L’obelisco di Piazza Papiniano, lungo il corso Garibaldi nel beneventano, è un simbolo della profonda devozione che l’mperatore nutriva nei confronti della dea. Difatti, su di esso si riportano delle iscrizioni geroglifiche scalfite che, dallo studio effettuato tra il 1893 e il 1896 dall’egittologo tedesco Erman, si apprende quanto venerasse “la signora del cielo e di Benevento”. Esiste un altro monumento gemello frammentario custodito nel Museo d’arte contemporanea Sannio-ARCOS. Sorella e moglie del fratello Osiride, ella fece resuscitare quest’ultimo, dopo essere stato ucciso dal fratello Seth, prendendo le sembianze di un bue. Per l’assonanza alla magia e all’oltretomba, nel corso dei secoli, il culto di Iside si è mescolato e sovrapposto con la leggenda delle streghe.
Secondo le tradizioni contadine, l’etimologia della parola janara è legata alle sacerdotesse di Diana, le Dianarie, per altri invece il nome proviene da Giano, il dio raffigurato con due volti per indicare il futuro e il passato, ma anche perchè essendo il dio della porta può guardare sia all’interno che all’esterno. Per questo motivo viene associato alla parola latina ianua, porta.
Si racconta che fossero così malefiche da penetrare nelle case attraverso la porta per fare del male alle persone. Ecco il motivo per il quale si era soliti posizionare dinanzi alla porta una scopa oppure un sacchetto con grani di sale: le streghe, impegnate a contare i fili della scopa o i grani del sale, sarebbero state poi costrette al ritiro col sorgere del sole, la cui luce pare fosse loro mortale nemica.
Molti sono i luoghi di ritrovo delle Janare, in particolare a Massa Lubrense, in Penisola Sorrentina, in una località conosciuta come Prete Janche, cioè Pietre Bianche. Si tratta di un luogo di caccia, dove attenti cacciatori avevano potuto osservare dei fenomeni soprannaturali sospetti che si verificavano durante la notte, come dei vortici di aria con tempo atmosferico ottimale, seguiti da fischi, e l’apparizione di grossi volatili impossibili da prendere.