Il 15 agosto del 1528, Odette De Foix, conte di Lautrec morì a seguito di un’infezione e il suo corpo – prima di essere traslato nella chiesa di Santa Maria la Nova nel XVII secolo – fu gettato in una fossa chiamata “Grotta degli Sportiglioni”, collocata in una zona a nord del centro storico e ancora oggi conosciuta come colle di Lotrecco (proprio in onore del generale francese).
Secondo la leggenda, nel 1528, il generale francese Odet de Foix, conte di Lautrec, cinse d’assedio la capitale del viceregno spagnolo; e provò a farla morire di sete (da grande esteta qual era si dice che “non volle batterla col cannone per non rovinarne la bellezza di Napoli“) distruggendo l’acquedotto della Bolla. Ma questa strategia gli si ritorse contro decimando il suo stesso esercito. Con la demolizione dell’acquedotto, le acque provenienti dalla piana di Volla esondarono e per la calura estiva – si imputridirono, causando una violenta epidemia, che decimò le truppe francesi: lo stesso Odet de Foix morì in agosto. Il suo corpo fu gettato in una cavità che da lui prese il nome, ovvero il colle di Lotrecco. Pare che nella grotta degli Sportiglioni, cioè dei pipistrelli, le truppe francesi portarono con sé anche tutto ciò che avevano razziato fino a quel momento: ori, gemme, argento e preziosi di ogni tipo, rimanendo per sempre sepolto assieme a loro.
Nel 1656, poi, quella grotta divenne il luogo di sepoltura per oltre cinquantamila morti di peste, e per non farla diffondere ancora di più l’ingresso della grotta venne murato e con essa anche il tesoro che celava. Ben presto quel luogo impregnato di sventura e di anime, divenne il posto prediletto dei negromanti della città. Per questo motivo oggi si parla ancora del tesoro dei negromanti, che però nemmeno loro sono mai riusciti a trovare.