La diffusione delle telecamere nelle città moderne
Negli ultimi anni tutte le principali città, inclusa la nostra Napoli, sono state progressivamente equipaggiate con telecamere di sorveglianza in zone pubbliche, con finalità legate alla sicurezza pubblica e alla gestione del traffico. Questo sistema capillare di controllo visivo contribuisce certamente alla tutela del cittadino, ma solleva preoccupazioni per la privacy e la gestione dei dati personali acquisiti. La questione della protezione dei dati personali e della privacy è cruciale, ed è necessario bilanciare sicurezza e riservatezza.
La normativa sulla protezione dei dati personali
Queste avanzate tecnologie raccolgono una grande quantità di dati personali quali immagini, movimenti e spostamenti delle persone, come accade persino con le telecamere per la lettura delle targhe: tali dati devono essere trattati nel rispetto delle normative sulla privacy.
In Europa come ben sappiamo la protezione della privacy e dei dati personali è disciplinata dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Questo regolamento impone ai soggetti che gestiscono i sistemi di videosorveglianza di rispettare delle linee guida specifiche per la raccolta, l’archiviazione e l’eventuale trattamento dei dati, garantendo la trasparenza verso i cittadini e il diritto alla riservatezza.
Il fine ultimo è limitare la raccolta ai soli dati necessari assicurando che questi siano trattati per scopi specifici e trasparenti.
Rischi per la privacy e le misure di protezione
La raccolta dei dati video comporta potenziali rischi di violazione della privacy, specie quando i filmati sono conservati a lungo o trasmessi a enti terzi senza gli adeguati e più opportuni controlli. Per minimizzare questi rischi, le autorità di vigilanza stabiliscono limiti temporali alla conservazione dei video e l’obbligo di anonimizzare i dati quando possibile, il tutto con lo scopo di ottenere il massimo bilanciamento tra sicurezza e inviolabile privacy. Per ridurre al minimo l’invasività, le città dovrebbero utilizzare tecnologie come il riconoscimento facciale solo in casi specifici e garantire la sicurezza dei dati tramite sistemi di crittografia e accessi limitati ai soli enti preposti, a figure ben individuate, e solo con fondati motivazioni.
Strumenti per la tutela della privacy: dall’informativa all’accesso ai dati
Gli utenti hanno il diritto di essere informati sull’uso delle telecamere di sorveglianza e di accedere ai propri dati personali, richiedendone la rettifica o la cancellazione, se lo ritengono opportuno. Tutte le organizzazioni che raccolgono e gestiscono tali flussi di dati devono disporre di strumenti di sicurezza avanzati per proteggere le informazioni, come sistemi di crittografia e accesso limitato ai dati stessi.
Hanno inoltre l’obbligo di informare chiaramente i cittadini sulla presenza delle telecamere e sui loro scopi: pannelli informativi e politiche di trasparenza aiutano a costruire fiducia, permettendo ai cittadini di conoscere come vengono trattati i propri dati.
Conclusioni: un equilibrio tra sicurezza e diritto alla privacy
Rispettare le normative esistenti è essenziale per proteggere i cittadini, preservando la fiducia nel sistema di sorveglianza, senza compromettere i diritti fondamentali sulla privacy e garantendo una gestione etica dei dati.