Il 15 novembre a Enna si sono tenuti i funerali della giovanissima Larimar Annaloro.
La ragazza si sarebbe tolta la vita a causa della diffusione di foto che la ritrarrebbero in momenti intimi.
E così poco dopo una lite con una compagna di scuola Larimar viene ritrovata impiccata ad un pino nel boschetto vicino casa.
Siamo ad Enna dove la famiglia si è da poco trasferita dal Nord Italia per assistere il nonno della ragazza con gravi problemi di salute.
Larimar era una ragazza solare, molto bella, intelligente, preparata e studiosa, sportiva, era nella squadra di pallavolo, sempre sorridente e socievole, si era inserita con facilità nel nuovo contesto sociale e amicale.
Il corto circuito sarebbe stato provocato dalla diffusione di foto, probabilmente ad opera di un suo coetaneo che proprio per questo, qualche giorno fa sarebbe stato oggetto di violenza da parte dei compagni di scuola di Larimar.
Diverse testimonianze lo accusano di aver diffuso le foto intime di Larimar nelle chat tra compagni e di essersene vantato a scuola tra gli stessi compagni che sabato scorso l’avrebbero pestato in branco.
Insomma un contesto di disagio giovanile generalizzato dove anche un gesto che può nascere per una superficialità adolescenziale ha scatenato una catena gravissima di avvenimenti e di reati, quello che molti ragazzi non riescono ancora a comprendere, é proprio la gravità delle azioni messe in atto che configura a tutti gli effetti fattispecie di reati molto gravi per i quali si rischia una condanna penale.
All’origine del gesto estremo della bella pallavolista su cui indaga la Procura dei minori di Caltanissetta, un possibile violento litigio tra Larimar e una sua compagna di liceo, ex fidanzata del ragazzino accusato di aver diffuso le foto, durante il momento di ricreazione a scuola con spintoni, parolacce e insulti veri con denigrazione del comportamento e della condotta di Larimar da parte di più ragazzi della scuola.
La scuola nega questo accadimento, parla di semplice chiarimento tra le ragazze ma sta di fatto che dopo quel momento qualcosa di grave e sconvolgente é successo tant’è che la ragazza, una volta rientrata in aula, fa chiamare a casa perché vuole andar via, non si sente bene.
La madre la ritira da scuola e la ragazza le confessa di essere in difficoltà e che a scuola era accaduta una cosa molto brutta…il cui contenuto non sarà mai rivelato dalla povera quindicenne che qualche ora dopo viene trovata impiccata ad un pino nel boschetto vicino casa.
La scuola nega qualsiasi coinvolgimento e soprattutto nega l’esistenza di un alterco fra le ragazze e di un parapiglia tra i suoi studenti probabilmente all’origine del gesto estremo.
La madre continua a chiedere giustizia, per lei la figlia è stata uccisa perché Larimar non si sarebbe mai tolta la vita e denuncia un silenzio omertoso della comunità, accusa i ragazzi di non aver dimostrato dolore per la vicenda, si pente di essere arrivata in Sicilia perché – sembra di sentire discorsi antichi – la mentalità del Sud ha ucciso Larimar perché non è stata in grado di capirne la solarità e la spontaneità.
I magistrati ci vogliono vedere chiaro e le indagini tuttora sono in corso per verificare eventuali responsabilità sotto tutto i punti di vista, nel mentre alcuni compagni di scuola hanno inviato biglietti alla famiglia per scusarsi se non avevano capito il dolore di Larimar.
La diffusione di foto intime oltre ad essere un reato gravissimo é causa di vergogna e di un indicibile dolore per tutti, ancor più per i ragazzi e le ragazze di quella fascia di età 14-18 anni in cui la personalità si sta strutturando e rischia di essere compromessa nel suo equilibrio e nel suo sviluppo con un trauma di questo tipo travolgente come una valanga.
Un vero choc emotivo difficile da gestire senza l’aiuto degli adulti, degli esperti, della scuola e delle forze dell’ordine per tentare la rimozione delle immagini inviate in rete!
Sta di fatto che dall’inizio di quest’anno scolastico il malessere degli adolescenti sta esplodendo sempre più forte e sempre più frequentemente da Nord a Sud senza troppe differenze.
Giovani che delinquono facilmente, ragazzi che usano le armi con disinvoltura, la difficoltà di avere un dialogo sereno con gli adulti, la devastante esperienza del revenge porn che può ammazzare psicologicamente e spingere tanti ragazzi a rinunciare a vivere sono purtroppo espressione di un disagio sempre più sconcertante.
Rifugiati in uno schermo e rassicurati dal numero di like, i ragazzi perdono il contatto con la realtà…con la vita reale e quando c’è lo scontro tra quello che si vuole essere e quello che si diventa nel mondo virtuale, il corto circuito e’ inevitabile…e Larimar è purtroppo l’espressione di questo disagio, di questa drammatica implosione dell’esistenza che a quindici anni – l’età dell’amore e della problematica spensieratezza – non si può accettare.