Ho avuto il piacere di conoscere Camilla durante l’ultima edizione del Comicon. Ospite del Gamecom, Camilla ha catturato l’attenzione di tantissimi appassionati interpretando con il suo violino alcuni bellissimi brani appartenenti ad alcuni dei videogiochi più iconici della storia. Direi che la cosa migliore è iniziare con l’intervista nella quale Camilla ci parlerà della sua musica, delle sue passioni e anche di se stessa.
La prima domanda è sempre di rito; ti va di parlarci un po’ di te?
Caspita! Da dove posso cominciare. Mi chiamo Camilla, ho 25 anni e non suono il violino da un’ora: e ora tutti in coro! “Ciaaaao Camilla”. A parte gli scherzi, sono una ragazza novarese di origini argentine-francesi che ha cominciato il classico percorso della violinista classica e che ad un certo punto ha capito che non faceva per lei. In un momento molto oscuro ho deciso di farmi luce con la mia Anima e di esprimerla attraverso la mia musica. Attualmente lavoro come musicista e compositrice, sia nell’ambito classico che moderno.
Ho una dipendenza dichiarata verso il tè e i popcorn.
Quando hai deciso di unire la tua passione della musica con i videogiochi?
Grazie ai miei 4 fratelli nerd, i videogiochi sono sempre stati presenti nella mia vita. Non potevo dedicargli molto tempo, ma nei momenti di svago mi piaceva evadere attraverso questo mezzo d’intrattenimento. Forse è per questo che la passione della musica e quella dei videogiochi si sono intrecciate quasi subito, dal mio punto di vista si trattava sempre di un modo per potermi sentire meglio. Il momento esatto in cui ho provato a suonare un brano tratto dall’universo videoludico lo ricordo perfettamente: nella mia stanza, da sola, con Hope in una mano e la psp del mio compagno nell’altra.
Non avevo molti soldi (mai avuti a dirla tutta), per cui tra le mani avevo circa 120€ di “attrezzatura”. Scorrendo nelle playlist musicali create assieme al mio compagno trovai il tema originale di Skyrim. Non conoscevo il titolo come videogiocatrice, ma i primi colpi di percussioni mi emozionavano come la Tarantella di Wieniawski. Mi dissi “perché no?” e creai la primissima cover mai fatta da Camilla D’Onofrio su un videogioco. Quasi in parallelo avevo scoperto i lavori di Taylor Davis e Lindsey Stirling, ma la loro influenza non ha creato ciò che porto oggi sul palco.
Nella tua storia artistica hai mai incontrato qualcuno che non ha compreso la tua scelta e ti ha criticato per non aver continuato esclusivamente un percorso “classico”?
Anche se ho sempre cercato di circondarmi di persone positive che mi supportassero onestamente…Certo che sì! Ne ho incontrati molti. Solo che la maggior parte non ha mai avuto il coraggio di affrontarmi direttamente: i pochi che “hanno osato”, coloro che stimo di più proprio per questo motivo, si sono ricreduti quando mi hanno vista sul palco; coloro che mi seguivano esclusivamente per la mia indole classica hanno saputo adeguarsi e, addirittura, hanno voluto scoprire con me il meraviglioso universo musicale moderno; chi ha continuato a non capire le mie scelte mi ha omaggiata del suo silenzio. Perché quando credi nel tuo progetto e ti dimostri coerente verso te stesso, è difficile che qualcuno ti possa dire qualcosa.
Inoltre non mi reputo una grande violinista, quindi cerco sempre di ascoltare gli altri e di migliorare il mio modo di lavorare, evitando la classica critica del “vuoi fare questo perché non sei capace o perché è più facile”: ecco, chi sostiene questo non conosce né me né la musica moderna. Paragonare due generi che appartengono allo stesso universo artistico solo per il gusto di stabilire chi sia meglio di chi è un atteggiamento che tollero poco, i miei colleghi lo sanno bene. In fondo stiamo pur sempre parlando di Arte, ognuno di noi è libero di esprimersi artisticamente come meglio desidera. Nel massimo rispetto degli altri e del loro lavoro.
La tua esibizione al Comicon è stata divertente, emozionante e a tratti commovente, il pubblico è stato rapito dalle tue melodie, ma quali sono le tue emozioni durante un’esibizione?
E’ complicato rispondere perché non ci penso. Ho cominciato a ragionarci sopra quando le persone, vedendomi scendere dal palco alla fine di un’esibizione, hanno cominciato a circondarmi e parlarmi emozionatissimi.
Mi sento dire molto spesso che porto sul palco la gioia di vivere e di suonare. Io credo di portare solamente me stessa, senza filtri. Ho notato, infatti, di aver sempre avuto un grosso difetto: non riesco a mentire quando suono. L’emozione che provo in quell’istante sarà quella che trasmetterò al pubblico, che sia appropriata o meno al momento non importa. Basti pensare che da piccolina, per sapere se stavo studiando un brano noioso o una melodia divertente, era sufficiente ascoltarmi per pochi secondi.
Oggi questa mia caratteristica la mostro con orgoglio e la trasformo in un mezzo per esprimere dell’emozioni uniche: al Comicon, per esempio, mi sono esibita per la prima volta con “Ashes of Dream”, brano tratto da Nier Automata. Tralasciando la nube di frequenze che mi impediva di sentire la mia voce, si può notare che vivo quel brano quasi come un canto di speranza. Non riesco a dargli l’interpretazione deprimente che viene dettata dal testo. Ogni volta che canto la melodia mi viene spontaneo sorridere, quasi come se la malinconia che impregna questo pezzo mi facesse sentire meglio. Vorrei poter migliorare questo aspetto di me per creare e condividere delle emozioni lontane da me ma vicine per qualcun altro.
Come scegli i brani che porti nei tuoi concerti?
Violin&Dragons è uno spettacolo trasformista: la sua scaletta si adegua all’evento e al periodo che sto vivendo. In linea generale scelgo i brani che in quel momento mi capita di suonare spesso [come la mia versione flamenco di “Gym Leader Battle”], dei brani che hanno un significato speciale per il mio percorso artistico [“Shiva’s Theme” o “Kingdom Hearts Mashup”] e poi, caratteristica unica del mio spettacolo, un brano scelto da chi mi ospita! Adoro le sfide, quindi mi fa piacere accontentare le orecchie di chi ha voluto la mia presenza suonando a modo mio il brano che gli piace di più. L’anno scorso Antonio Fucito ha voluto Aurora’s Theme, quest’anno Ashes of Dream…L’anno prossimo chissà!
Quali sono i tuoi videogiochi preferiti?
Sono cresciuta a pane, platform e Final Fantasy VIII. Se devo ricordare il videogioco che mi faceva più impazzire da piccola dovrei dire Croc (ingiocabile allora, ingiocabile oggi), ma ero molto legata anche a Super Mario World, Vib-Ribbon, Puzzle Bobble. Oggi gioco un po’ a tutto, basta che sia un’esperienza piacevole e frustrante al punto giusto. Continuo a giocare ai vecchi platform, ho una passione (non tanto) segreta verso i metroidvania, sono un’amante dei vecchi Final Fantasy e di qualsiasi videogioco con una trama sufficientemente intrigrante. Confesso che molto spesso, di notte, mi potete trovare online su Steam a giocare a Monster Hunter World, Crypt of The Necrodancer o Terraria.
Che musica ascolta Camilla?
Tutto ciò che può aiutarmi ad esprimermi meglio. Ho 4 Artisti che io definisco le colonne portanti del mio essere musicista: Prince, Michael Jackson, Freddie Mercury, Elvis Presley.Loro li ascolto praticamente tutti i giorni, ogni volta che ho bisogno di sfogarmi e di creare qualcosa. Chi mi segue su Instagram sa che a volte condivido nelle storie il mio amore smisurato verso Jamiroquai, il loro sound mi fa letteralmente impazzire. Ma vi condivido volentieri la mia playlist di Spotify, nuova di zecca! Di tanto in tanto butto i brani che non mi stanco mai di ascoltare!
Quali sono i prossimi impegni lavorativi?
Per ora vorrei dedicarmi alla tesi e alla produzione del mio primo album. Non ho mai smesso di comporre per me, neanche quando ero nel tornado degli impegni e scrivevo Disincanto per Sabaku no Maiku (Brano Finale dell’Anima Oscura II ). Quindi nel calendario (per ora) ci sono “solo” tanti piccoli eventi e qualche concerto con i MaterDea. So comunque che le grandi occasioni le colgo al volo, quindi cerco di tenere tutti aggiornati sui social!
Ti rivedremo l’anno prossimo al Comicon, giusto?
Sono veramente felice che la prima grande fiera a cui ho chiesto di partecipare sia diventata quella a cui preferisco andare. Se in Comicon2018 ho avuto l’opportunità di conoscere una persona straordinaria come Antonio Fucito e di mettere alla prova la mia professionalità, in Comicon2019 ho consolidato i rapporti professionali e superato i limiti raggiunti l’anno prima. Non vedo l’ora di vivere Comicon2020 e di rivivere le emozioni che sono Napoli sa darmi. Dovrei essere più professionale, dire “qualsiasi pubblico è speciale”, ma non posso nascondere che il calore napoletano sciolga la mia Anima.
Domanda a bruciapelo: cosa farà Camilla da grande?
Bella domanda! Se mai diventerò grande credo che farò esattamente quello che faccio adesso: tante cose assieme, tutto per la musica. Spero con qualche soddisfazione in più e qualche paranoia in meno.
Concludo questa bella intervista linkandovi i principali spazi web di Camilla: