Lo Spazio Nea, in via Costantinopoli 53, a Napoli, ospita fino al 31 luglio 2018, la mostra personale di Maurizio Savini, dal titolo “Italy”, in un preciso momento storico con l’Italia fuori dai Mondiali di calcio, dentro l’Europa, in senso geografico e non politico, e in una fase definita “terza” Repubblica. E’ una mostra pop che racconta la storia dell’Italia, vista come un palloncino che prende forma da un chewing gum, eternamente pronto a scoppiare. La creatività degli artisti è sempre stata espressa in modi diversi, in pittura, scultura e architettura. Un artista della Pop Art come Robert Rauschenberg trovava negli oggetti la fonte di ispirazione per produrre arte. Famosi sono i suoi combines, una serie di collage realizzati aggregando in un unico spazio compositivo materiali eterogenei. La produzione artistica del romano Maurizio Savini parte da un prodotto di largo consumo, il chewing gum, la gomma da masticare. La sua arte fa riferimento all’estetica degli oggetti comuni attraverso il recupero di un bene di consumo di massa. L’artista è un acuto osservatore della realtà, del mondo che ci circonda e della storia, plasma la materia, genera forme e pone interessanti spunti di riflessione. All’interno dello spazio espositivo Nea, una serie di tele e sculture si alternano lungo il percorso che porta all’area ristoro. E’ un viaggio nella Storia, verso la formazione della nazione Italia. La mostra apre al pubblico con un’opera, una Baionetta”, simbolo della guerra tra le milizie borboniche e garibaldine.
Questo scontro fra le due fazioni, raggiunge l’apice con l’opera Battaglia del Volturno-1860″, è il tentativo borbonico di bloccare l’avanzata dei garibaldini e di rioccupare il Regno delle Due Sicilie, con la vittoria di queste ultime.
Napoli è sempre stata una città dai grandi fermenti culturali, personalità di spicco hanno lasciato grandi testimonianze sul suolo partenopeo, fra questi, l’ architetto “Luigi Vanvitelli”, presente in mostra con un ritratto austero, realizzato da Savini con uno stile che si avvicina sia alla Pop Art, sia all’Espressionismo Astratto. Osservando la tela, la corposità della materia, non è soltanto l’esito di una applicazione a forte impasto del colore, è il risultato di un processo creativo che vede il chewing gum dare una certa “consistenza” e un certo “spessore” all’impianto figurativo.
Proseguendo con il percorso espositivo, l’artista romano realizza un altro ritratto che immortala la regina “Maria Amalia di Sassonia”, moglie di Carlo III di Spagna. Anche in questo caso, Savini resta fedele al suo stile, è una tela che vede la consorte del re in una posa “istituzionale” caratterizzata da campiture di colore sgargianti, una composizione ascrivibile alle immagini della Pop Art degli anni Settanta e Ottanta. E’ uno stile antico che diventa contemporaneo.
Le due sculture, invece, presenti nell’esposizione, sono i principali protagonisti della guerra tra i borbonici e i garibaldini, con la conseguente formazione dell’Italia: “Giuseppe Garibaldi” e “Carlo di Borbone”. Sono due opere messe al centro della sala, i due volti non si osservano, sono entrambi in antitesi, una collocazione che evidenzia la tensione emotiva tra Garibaldi e Carlo di Borbone, artefici e guide di un duro scontro fra le rispettive milizie. Ancora oggi, è il principale argomento di discussione fra gli studiosi, i pro e i contro dell’intervento piemontese nel Sud Italia, ponendo le basi per un “revisionismo” storico, grazie anche al chewing gum.
“Giuseppe Garibaldi”- Maurizio Savini
“Carlo di Borbone”- Maurizio Savini