Il conto alla rovescia è terminato: il 10 settembre, svestito dal mantello rosso (simbolo delle sofferenze delle protagoniste) sostituito da uno verde è uscito in libreria “I Testamenti” di Margaret Atwood seguito del fortunatissimo “Il racconto dell’ancella”. Commercialmente si tratta di un lancio planetario simile nelle proporzioni a quelli dei primi libri della saga di Harry Potter, l’epicentro del programma è stata la libreria Waterston di Piccadilly a Londra che ha deciso di restare aperta il 9 sera per tenere a battesimo a mezzanotte l’attesissima uscita, mentre a Chicago parte dei proventi del 9 settembre andranno al locale fondo per la difesa del diritto di aborto.
Narrato da tre personaggi femminili, le autrici dei “testamenti”, il nuovo romanzo prende le mosse 15 anni dopo la scena finale del “Racconto” scritto nel 1985: all’epoca la scrittrice canadese non poteva avere idea di come la saga delle donne vittimizzate nel regime teocratico e totalitario di Gilead sarebbe risuonata nelle coscienze contemporanee, oltre a dar vita a una serie televisiva.
Il nuovo libro non era preventivato ma è stato richiesto: “Questo libro nasce da tutte le domande che mi avete fatto su Gilead e i suoi meccanismi interni. Be’, non solo da questo. L’altra fonte di ispirazione e’ il mondo in cui viviamo oggi”, ha confermato la Atwood.
La scrittrice è stata accolta a Mantova durante il Festivaletteratura come una grande star e le fan più accanite per osannarla hanno indossato una cuffia bianca di carta come quella dell’ancella. Alla domanda sull’esistenza di una terza ancella ha così risposto: “Quanto tempo ho a disposizione nella mia vita? Non credo che si potranno aspettare altri 32-33 anni, a meno di scoperte scientifiche stupefacenti”. Beh, diciamo pure che la Atwood conosce bene i segreti chirurgici per sembrare più giovani, quindi chissà.
Una curiosità: il totale segreto sulla trama fino al lancio mondiale, il 10/9, rotto da Amazon che ha fatto per errore circolare alcune copie, ha scatenato i fan e lettori di tutto il mondo, precisamente ci sono stati dei tentativi di furto del manoscritto. Spedendo false email hanno provato a ottenere copie digitali del romanzo durante la lavorazione. Fortunatamente non ci sono riusciti.
Il racconto dell’ancella
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
I testamenti
Questa volta la narrazione non è affidata più all’Ancella Offred, ma a un altro personaggio: zia Lydia. È attraverso i suoi occhi che conosciamo gli orrori e le crudeltà che avvengono a Gilead. Ovviamente la sua prospettiva è molto diversa da quella a cui siamo abituati: Lydia è una donna spietata e odiosa, un carnefice pronto a massacrare le sue vittime – donne proprio come lei – senza nessun tipo di scrupolo. Ma in questo romanzo si scoprono nuovi lati del suo carattere che potrebbero riabilitare, almeno in parte, il suo ruolo. Lei incarna il paradosso della società raccontata, in cui la donna viene considerata come un fiore prezioso e, contemporaneamente, come una creatura pericolosa: la donna è una minaccia, un miracolo, una trappola esplosiva, una benedizione, una tentazione. La donna è un corpo, ma un corpo che deve essere sempre coperto, nascosto, negato. La donna è, per natura, contraddizione vivente, proprio come il potere e come Gilead, un’oligarchia teocratica e militare, luogo di estremo odio e disumanità, ma anche, qualche volta, diamore e tenerezza. Alla sua voce si intreccia quella di una nuova figura, Agnes Jemima, di cui molto non si può dire, per evitare di svelare elementi di una trama ricca di svolte e colpi di scena.