Fazio, sebbene traslocato su Nove, continua a fare colpacci a suon di share alla faccia della tv di Stato e con una rete Discovery che gongola di domenica in domenica.
E così ieri sera abbiamo assistito a due volti molto noti dell’Italia di oggi.
Prima la commovente, complicata lezione di vita di Gino Cecchettin che ancora una volta testimonia con le sue parole e i suoi messaggi la forza incredibile di un padre unico.
La speranza che la morte della figlia Giulia non sia stata invana attraversa le pagine del suo libro in cui la lettera non è rivolta al suo dolore quanto alla sua nuova dimensione di padre orfano della figlia, cosa tra le più innaturali e dolorose di questa vita eppure Gino Cecchettin trova le parole per riscattare la memoria della figlia e per ricordare le cose che ha imparato da lei!
La tremenda tragedia che ha vissuto, la dolorosa scomparsa di Giulia per mano di un amore malato che non può definirsi amore divengono un momento di catarsi collettiva attraverso il libro e la fondazione che sta per istituire i cui incassi serviranno proprio a finanziarne le iniziative e le attività a supporto delle donne vittime di uomini sbagliati e di amori malsani.
Il libro dal titolo emblematico ‘Cara Giulia, quello che ho imparato da mia figlia’ è dedicato alla memoria di Giulia, appena 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, nasce da una volontà specifica che si esprime con il diritto di Giulia ad essere ricordata.
Sentire questo padre parlare di amore e con amore, sentire rivolgere un pensiero di vicinanza ai genitori del responsabile perché stanno vivendo anche loro un dolore indicibile avendo in fondo per sempre perso il figlio che credevano di avere, sentire parlare del dolore della perdita della compagna di vita e accollarsi la responsabilità del dolore per alleggerire i figli e’ a dir poco emozionante…strappa il cuore, commuove tanta gentilezza e pacatezza d’animo in un momento di tanto straziante dolore…
Eppure Giulia ha dato al padre la forza dell’esempio del sorriso e della voglia di lasciare il segno, fare qualcosa per imprimere la sua voglia di esserci, con spontaneità, generosità e amore per la vita, una vita spezzata così per un capriccio umano ingiustificabile.
Cecchettin ancora una volta, ribadendo con un sottinteso la serietà del suo impegno, fuori e lontano da ogni tentativo propagandistico di chi vorrebbe – anche politicamente – appropriarsi della sua storia, sceglie Fazio come interlocutore privilegiato per presentare il libro in uscita e per annunciare la nascita della Fondazione dedicata alla memoria di Giulia per stare vicino alle donne che vivono il dramma della violenza degli uomini, prima di cadere nella trappola diabolica dell’ultimo fatale appuntamento.
La genesi del libro “fa parte di un progetto più ampio. Già dall’inizio avevo pensato che dovevo fare qualcosa. Giulia non era una ragazza che si risparmiava nell’aiutare gli altri, una delle prime cose che ho imparato è questa. Mi sono chiesto come potevo farlo. In primis, mettendo alla luce di tutti le domande che io stesso mi sono fatto. E cercando di fare qualcosa attivamente, aiutando associazioni che già lavorano sul territorio“, ha dichiarato Cecchettin.
Questo padre riscatta col suo modo di essere, di fare, di parlare , di pensare , di condividere, la parte nobile dell’essere “uomo” in modo diverso, in un mondo dove la disparità di genere continua ad essere la rappresentazione più comune della relazione tra le parti.
Restano importanti le parole pronunciate da Gino Cecchettin, dette senza mai far trasparire rancore, risentimento, odio, disprezzo, bensì uno sguardo verso una speranza di educare all’emotività , di illuminare le menti degli uomini, di dare un senso di consapevolezza delle cose giuste e delle cose sbagliate, di far sì che l’addio di Giulia possa essere salvifico per qualcun’altra.
Poi arriva in tailleur nero elegante e sobrio la tanto chiacchierata Chiara Ferragni che, dopo il ricorso fallito del Codacons , approda intimorita e estremamente controllata da Fazio.
Nonostante i vari abili tentativi di Fazio di farla parlare, la più influencer di tutti , quella che ha inventato questo nuovo mestiere, è rimasta fedele a se stessa, ripercorre la sua carriera, i suoi fallimenti, le sue cadute, la sua vita “vetrina” di cui si definisce ideatrice, artefice e nei cui confronti si mostra grata e consapevole, le sue frasi già anticipate sui social così come i suoi detti e non detti.
Sulla questione della beneficenza, che ha intaccato il suo regno ovattato fatto di successi, lustrini e ostentazione di ricchezza e privilegi, la Ferragni resta nel suo perfetto stile comunicativo rivolta esclusivamente ai suoi followers…quelli a cui tiene e che non vuole perdere…nei confronti degli altri si dimostra refrattaria a provare a convincerli della sua buona fede, accettando la fatalità di una improvvisa inversione di rotta della sua vita e della impossibilità di raggiungere tutti – e convertirli alla sua verità – con le sue parole di difesa.
Dimostra Chiara una grande intelligenza e una enorme capacità di autocontrollo, anche quando piange, anche quando si emoziona e trema la voce, anche quando cerca di dire la sua di verità, sempre uguale a se stessa, un pò precaria e un pò sghemba nel terreno scivoloso delle beneficenza mal gestite dalle sue aziende e forse anche dai suoi giovani collaboratori, segno dei tempi attuali in cui il contrasto tra il mondo reale e virtuale è abissale…la disinvoltura social in cui la Ferragni appare naturale, spontanea, anche improvvisa nelle sue azioni e reazioni, non la ritroviamo nel salotto di Fazio, dove quello che emerge è una fragilità e una esigenza di convincere prima di tutto se stessa di provare a stare nel giusto, di provare a riparare, di provare a parlare ai suoi followers, quelli che la amano e che teme di perdere, quelli che lei sente vicini e senza i quali probabilmente sentirebbe di aver perso davvero questa battaglia – anche legale – per gli equivoci nati dalle sue opere di beneficenza collegate a prodotti pubblicizzati in modo poco chiaro.
Insomma, appare una Chiara con voce tremante sì, ma risoluta e consapevole della sua nuova dimensione di fragilità, di esposizione non fatta di lustrini e luccicchii ma serate buie, attacchi di panico, paura di uscire, probabilmente contrasti familiari e pressioni mediatiche perché anche una come lei che sembrava regina incontrastata nel suo regno social può trovarsi improvvisamente esposta, sotto attacco e in preda alla paura di perdere tutto per un errore o un equivoco di troppo.
Si sente talmente sotto attacco che anche semplicemente indossare un abito per la serata di ieri le è risultato complicato per non apparire troppo evanescente in un vestito da gran sera nè troppo mesta a mò della tuta grigia del pentimento su cui pure è stata pesantemente giudicata: ha così optato per un abito giacca e pantalone neri, stile austero, con un pò di osato nel sottogiacca e una collana dove risultassero evidenti le sue due priorità, una rosa e una azzurra che fanno da cornice alla sua vita in questo momento, proprio come sui social lei e anche Fedez descrivono.
Una perfetta corrispondenza tra il detto-dichiarato social e il messaggio esplicito della sua immagine, quella che da sempre parla di lei molto di più delle sue parole.
Riguardo alla sua storia di amore con Fedez mantiene ancora tanto riserbo e un garbato mistero che per i malpensanti arricchisce il pensiero di una congettura strategica di comunicazione al fine di intenerire i follower sulla storia di amore più seguita della storia dopo quella dei reali inglesi mentre per gli affezionatissimi fan fa parte di quella saga fiabesca che la caratterizza e che si esprime nella speranza di una possibile annunciata Reunion alle porte.
Eppure, la Chiara nazionale ha tenuto in particolare a sottolineare espressamente di essere “NON stratega” sia per l’ingenuità della questione della beneficenza che per la storia con Federico; non gradisce che le sia additato un secondo fine in ogni azione che compie pubblicamente, il problema sta nella sua sovraesposizione – voluta sicuramente e redditizia – ma inequivocabilmente con risvolti dai contorni incerti.
Ha provato a inquadrare diversamente anche la sua storia, definendosi una imprenditrice e come tale attenta alle sue due aziende che ama e che non trascura nè trascurerà, e a ridimensionare la sua vita e il suo dolore enorme a fronte delle tragedie che in questo momento particolare stanno colpendo le persone meno fortunate di lei (probabilmente frutto degli incontri con gli psicologi di cui non fa segreto), cercando di concentrarsi a vivere appieno il presente che a volte si dimentica quanto sia prezioso.
E descrive proprio con una vena nostalgica la sua sensazione di malinconia per aver vissuto troppo tardi la gioia di qualcosa di sentito più nel ricordo rievocato che nel momento stesso in cui lo ha vissuto perchè troppo concentrata sul domani e sulla proiezione e la sua realizzazione verso il futuro.
La sua impreparazione a fronte delle vicende che l’hanno interessata e’ apparsa subito evidente , anche una difficoltà nell’apparire disinvolta in tv eppure è così paradossale per una diva come lei che vive una duplice dimensione di vita quella privata che sconfina completamente in quella pubblica che tocca ogni momento della sua quotidianità, delle sue emozioni, delle sue scelte, dei suoi affetti, dei suoi momenti anche più intimi, mentre per la valutazione della sua presunta buona fede ai giudici l’ardua sentenza …
Certo è che resta indiscutibilmente una talentosa imprenditrice di successo che ha inventato con il genio femminile un mondo e questo, nonostante tutto, nessuno glielo toglie.