Diciamolo chiaramente: forse meritava un pareggio il Napoli ieri nella gara del Meazza contro il Milan, ma a parte questa rapida, e sempre discutibile, premessa, ormai anche il più ottimista de napoletani si è rassegnato all’amara realtà e cioè che sembra essere tornati indietro agli anni immediatamente successivi al secondo scudetto, pieno di sconfitte onorevoli e con il cuore gonfio di malinconia.
Non abbiamo più nemmeno la voglia di discutere circa le motivazioni che hanno portato una squadra dominante in Italia ed in Europa fino a qualche mese fa a trasformarsi in una normale squadra di provincia che vince in casa, spesso arrancando e nemmeno sempre, e fuori casa va per limitare i danni.
Mazzarri gioca un calcio vecchio e poco coraggioso: chi si aspettava lo scatto in avanti rispetto al suo predecessore resta assai deluso. Il tecnico toscano sta facendo malissimo e anche l’alibi delle assenze (mancava ieri solo Osimhen che, di fatto, non ha giocato quasi mai quest’anno) ormai è svanito.
Il nono posto attuale è meritato: l’attacco fatica a segnare, la difesa regge ma non basta, cinque trasferte senza far gol, ricordare i 6 gol rifilati all’Ajax l’anno scorso, in assenza del nigeriano, fa solo male al cuore.
Sostituzioni tardive e sbagliate, l’impiego di Zielinski, ormai fuori, proprio non si spiega, così come non si spiega come in una partita importante, visti i risultati degli avversari, Lindstrom, Politano, Ngonge e Raspadori stiano tutti in panchina a “piglia’fridd”.
Siamo stati sostenitori della scelta Mazzarri, ma oggi facciamo mea culpa.
E’ rimasto poco da salvare, il quarto posto dista 7 punti e in mezzo ci sono quattro squadre, manca continuità di gioco e risultati e anche il prossimo impegno in Champions contro il Barcellona, che non scoppia di salute, sembra offrire poche chance.
Ci vuole una formazione più qualitativa e con gente disposta a credere nell’obiettivo: i segni di risveglio di Lindstrom (pericoloso e vispo ieri) devono essere accompagnati dalla fiducia nel danese che vuole dimostrar che i 25 milioni spesi per il suo cartellino non sono stati uno spreco.
Bisogna far gol e qui si apre un mondo: in settimana torna Osimhen, che non gioca dal 29 dicembre (espulsione discutibile all’Olimpico). Come tornerà? Avrà voglia di mettersi al servizio della squadra dopo le delusioni in Coppa d’Africa e le dichiarazioni (come al solito evitabili) sul suo futuro?
Napoli-Genoa darà altre risposte.
Non ci resta che attendere e sperare che questo campionato finisca in fretta!