Ti stimo e ti rispetto così tanto, ma tanto da dirti che sei l’unica cosa che può vantarsi fino a stancarsi; ti ammiro da lontano, ti annuso godendomi il momento.
Ho sempre detto che starei per ore con il buio in platea a guardarti e ad assaporare il rumore del silenzio e l’inconfondibile odore che tu hai.
Ho provato qualche volta a spiegare a qualcuno che non ti conosce bene, la fragranza dell’odore che ti appartiene, ma non ci riesco mai; e tra me e me penso sorridendo, che forse solo chi ti ama con tutte le sue forze può capire di cosa sto parlando.
Ti rispetto così tanto, che ti perdono la tachicardia che mi fai venire ogni volta dietro le quinte, ti perdono la paura enorme che ho prima che il sipario si apra e che sento scorrere dentro le ossa, come se ci si trovasse in una situazione da cui non si ha scampo;
come una grande mano avvolgi i tuoi attori e fai avvertire loro un’estrema sicurezza, quella che in tanti mesi di prove, non si è mai riusciti ad ottenere fino in fondo.
Chiunque si aggrappa a qualcosa, e chiunque ha bisogno di qualcosa!
Io non ho bisogno del teatro come se fosse qualcosa che completa, io ho bisogno del teatro come fosse acqua, come fosse cibo, aria!
E tra tutti i momenti pieni di angoscia, io ritrovo sempre te!
Il teatro ti cambia la vita.
La mia inizia ad essere perfetta su quelle tavole,lì dove la tristezza va oltre ogni persona seduta in platea, supera ogni cosa e arriva fin dove l’amore infinito sa arrivare!
È attraverso l’arte che faticosamente si cerca di restare a galla.
È attraverso ogni voce, che cerco ancora le parti di me frantumate, a pezzetti; in ogni tono diverso,graffiato,caldo, passionale!
È in ogni pezzo d’arte, che cerco ancora una casa per me, il teatro dei miei giorni.
Ho visto attori disperarsi, incupirsi, dannarsi , innamorarsi e divertirsi, e poi tornare la sera a casa tristi e vuoti.
Forse durante uno spettacolo, si fa tanto per presentare una performance brillante, fino ad annullarsi completamente.
E allora si pensa e si ripensa ancora se è giusto o no donarsi completamente, se è giusto tornare a casa poi con dentro un’amara senzazione di aver lasciato a teatro una parte di noi.
Ma il teatro, ti ridà tutto indietro. Ti ripaga da ogni sacrificio. Il teatro ti appaga, ti accarezza e ti delizia continuamente.
Carlo Giuffrè disse:” Se non ci fosse stato il Teatro, non avrei saputo fare altro. Il Teatro è tutta la mia vita. Pensate che a casa barcollo, m’ingobbisco, mi annoio, ma in teatro ritrovo il passo. È un’altra storia. In scena si guarisce. E poi sapete che vi dico: gli attori vivono più a lungo, perché vivendo anche le vite degli altri, le aggiungono alle loro” –