Avrete sicuramente sentito parlare di Greta Thunberg la giovane attivista svedese con le treccine e l’impermeabile giallo divenuta famosa dopo un discorso alla Conferenza Mondiale sul clima di Katowice, Polonia, dove, parlando a nome di “Climate Justice Now” invitava governanti e persone comuni a lottare per salvaguardare il clima prima che sia troppo tardi, invece di pensare soltanto ad ottenere consensi e accumulare ricchezze.
Se siete persone a cui frega un minimo del prossimo e dell’ambiente che vi circonda e volete lasciare un pianeta un minimo abitabile ai vostri figli e nipoti, avrete di sicuro ammirato questa adolescente che, a differenza di altri della sua generazione, lotta per uno scopo che va ben al di là dell’ultimo smartphone, videogame o della smania di farsi seguire su Instagram, mostrando tette e chiappe.
Il suo discorso (e i successivi) e la sua immagine con il cartello “Skolstrejk för Klimatet” (Sciopero della scuola per il clima) hanno fatto il giro del mondo, fino ad essere proposta per ricevere il Premio Nobel per la Pace.
Il 15 marzo 2019 si è tenuto lo sciopero mondiale per il clima “Global Strike For Future”, con la partecipazione di moltissimi studenti di 1700 città in 100 paesi. Anche in questa occasione Greta ha sottolineato quanto sia importante che i politici diano ascolto agli scienziati riguardo ai rischi del cambiamento climatico. La Commissione Europea ha affermato che ascolterà la richiesta dei giovani e agirà di conseguenza.
Fin qui è tutto molto bello, tutti attenti, tutti d’accordo, tutti che si amano… e invece, ovviamente non poteva essere tutto così perfetto.
Sui social network, in primis Facebook e Twitter, non sono mancate le malignità nei confronti di questa ragazza, la cui unica colpa è quella di cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che dovrebbe davvero stare a cuore a tutti. Invece c’è stata una vera e propria ondata di insulti:
“Greta è malata di Asperger (una forma di autismo ad alto funzionamento), non può essere davvero interessata a quello che dice, non ha empatia”.
“Quella “bimba” con le treccine che lotta per il cambio climatico, non so perché, ma mi mette a disagio. Sembra un personaggio da film horror” (Rita Pavone su Twitter).
“… non si può dire niente perché è malata di autismo, ma se fosse stata sana l’avrei messa sotto con la macchina” (Maria Giovanna Maglie durante il programma radiofonico Un giorno da pecora).
“Continua a strillare perché il pianeta si scalda. Lei però vive in Svezia dove fa un freddo cane e dovrebbe essere contenta di godere di un po’ di tepore. Stupidina.” (Vittorio Feltri su Twitter).
“Serva delle élite, costruita a tavolino, falsa, malata, strana, manovrata dai genitori, burattina nelle mani dei potenti, ecc. ecc. ecc” (vari ed eventuali su Facebook e altrove).
Alcuni si sono addirittura attaccati alle sue treccine, dicendo che sono uno strumento di propaganda, utilizzato anche dai nazisti.
Ma non vi vergognate di voi stessi anche solo nel momento in cui le pensate certe castronerie? Vi aizzate con la bava alla bocca, pieni di livore e disgusto, contro una ragazzina. Vi avesse chiesto di donare soldi, un rene, il vostro primogenito, capirei (no, non capirei, ma faccio finta), ha chiesto semplicemente di cambiare comportamento riguardo all’ambiente; non mi sembra una cosa così assurda da meritare di essere “investita con la macchina”. Ditelo che l’unica cosa che vi interessa è remare contro, ammettetelo una buona volta.
Come al solito, chi ha un minimo di popolarità, viene esposto alla gogna mediatica da parte di invidiosi, complottisti e beceri personaggi. Poco importa se a farne le spese sia una sedicenne, la cui unica colpa è di voler vivere in un mondo più sano e meno inquinato.