Se, fino a un paio di anni fa, mi aveste chiesto dove poter reperire dei contenuti di gameplay di un determinato videogioco, sia per un aiuto per una parte complessa o per mero divertimento, vi avrei detto “cercate su YouTube”; si, perché dal 2007 (con un picco nel 2011, l’anno di massima espansione dei vari Call of Duty) la piattaforma di brodcasting video di Google è diventata la patria degli “youtuber gamer”, ragazzi che utilizzavano questo media per condividere le proprie esperienze in game. Ma, da un qualche anno a questa parte, è entrato nel mercato il primo vero contendente di YouTube: Twitch.
Nato ufficialmente nel 2011, Twitch ha trovato subito spazio per una sua caratteristica peculiare, ossia la trasmissione in tempo reale; c’è da dire che, almeno fino all’anno scorso, la popolarità raggiunta si limitava agli Stati Uniti (come la maggior parte delle cose di questo tipo), ma da un po’ di mesi anche qui in Italia Twitch sta avendo il suo seguito.
Verrebbe da farsi una serie di domande; la prima di queste potrebbe essere: perché? Perché Twitch ha avuto tutto questo esito da addirittura spingere YouTube a “copiarla” (le live di YouTube non credo che si sarebbero sviluppate così in fretta senza il fiato sul collo di un altro contender, senza considerare Youtube Premium, chiaramente ispirato a Twitch Prime)? E soprattutto, Twitch sarà in grado di superare YouTube? Non credo di avere abbastanza esperienza da poter essere in grado di rispondere a quesiti del genere, però dopo i quasi 7 anni a seguire YouTube e i quasi 2 a seguire Twitch vorrei provare a fornirvi una panoramica.
Partirei dicendo che YouTube, dopo un primo periodo in continuo e verticale sviluppo, negli ultimi anni si è guadagnata una fama non delle migliori. Le varie critiche mosse alla piattaforma, soprattutto dai suoi stessi “impiegati” (gli youtuber), riguardo sia i metodi di feedback dei propri utenti, sia soprattutto per quanto riguarda le strettissime clausole che gli youtuber devono rispettare per poter avere un minimo di retribuzione economica (visto e considerato che gli youtuber più “grandi” fanno dei seri investimenti per migliorare le proprie attrezzature). Queste questioni unite ad uno scarso e confusionario responso da parte del pubblico hanno contribuito allo sviluppo di Twitch. Tutti i problemi legati alla cosiddetta “AdPocalypse” (estremizzazione delle restrizioni di YouTube) si sono solo aggiunte a queste problematiche.
Twitch si è così potuta sviluppare, portando addirittura alcuni youtuber a preferire la piattaforma viola a quella rossa, sia per una questione economica (legata anche al meccanismo delle donazioni che Twitch permette) sia per una questione meramente legata al responso più semplice e diretto da parte del pubblico. In più si aggiunga che Twitch è stata acquistata da Amazon e quest’ultimo permette a tutti gli utenti prime di abbonarsi ad un canale Twitch al mese senza pagare i 5 dollari di costo standard. E in più l’abbonamento a Twitch Prime ci permette di usufruire di una serie di contenuti (lootbox, skin o anche giochi completi) gratuitamente.
Insomma il futuro del gaming streaming è senza dubbio di Twitch, considerando che anche gli youtuber estranei al gaming approfittano della piattaforma di Amazon per esplorare questo mondo. A questo punto sta a YouTube contrattacare; staremo a vedere se questo YouTube Premium sarà in grado di spostare gli equilibri verso il rosso.