Il 6 dicembre di cinquantotto anni fa, nel 1959, veniva inaugurato quello che è, a tutti gli effetti, il tempio del calcio napoletano. È la casa del SSC Napoli, la quale, nell’impianto complessivo, ospita al contempo anche altre aree e palestre polifunzionali. Parliamo, ovviamente, dello stadio San Paolo, il quale, in realtà, all’inaugurazione recava il nome di “stadio del Sole”. L’intitolazione fu, per l’appunto, successivamente cambiata e sostituita con quella attuale, per celebrare quella tradizione che narra del sopraggiungere di Paolo di Tarso in Italia, attraverso un primo approdo a Fuorigrotta. E, difatti, è proprio in questo quartiere della città che sorge la struttura sportiva che, allo stato presente, con i suoi 60.240 posti è, per capienza, terza in Italia, dopo il Meazza di Milano e l’Olimpico di Roma. Invero, c’è da sottolineare, però, che il progetto iniziale ha subito, nel corso degli anni, rifacimenti e parziali modifiche – soprattutto in occasione del campionato europeo del 1980 e dei mondiali disputati in Italia nel 1990 – e dunque il complesso, specie sul piano delle tribune, ha cambiato volto, anche notevolmente.
Per ironia della sorte, una piccola nota simpatica è che quel 6 dicembre, a quasi sessant’anni da quella della scorsa settimana, la prima partita disputata fu quella di serie A tra Napoli e Juventus, con la differenza però che, in quell’occasione, diversamente dal match di pochi giorni fa, la vittoria fu siglata dagli azzurri per 2-1.
Ebbene, risalendo al 1959, chiaramente, il San Paolo non è stato il primo stadio del club che, invece, è nato, come è a tutti noto, nel 1926. Bisogna, infatti, a tal proposito ricordare pure lo storico campo da calcio voluto nel 1929 dal generoso imprenditore Giorgio Ascarelli, primo presidente del Napoli, e costruito su progetto di Amedeo D’Albora, nella zona della stazione centrale. Era lo stadio Vesuvio, chiamato, però, subito dopo Ascarelli, a seguito della morte, nel 1930, del presidente, a poche settimane dall’inaugurazione. Tuttavia esso dovette subire, negli anni immediatamente successivi, ancora un altro cambio di nome, per via del fatto che Ascarelli fosse ebreo e ciò, in occasione delle Olimpiadi, secondo i fascisti poteva essere motivo di attrito con i nazisti tedeschi. Fu sostituito pertanto con Partenopeo, nome con il quale è effettivamente ricordato. La particolarità di questo stadio – che oggi purtroppo, a seguito dei bombardamenti del ’42, non esiste più – era che si trattava di una proprietà totale della società calcistica, a differenza dell’attuale che è del comune.
Ma, dopo questo breve cenno, ritornando nuovamente al San Paolo, nonostante la grandezza della quale dicevamo, e sebbene in esso siano state scritte pagine notevoli della storia del calcio nazionale, con tanti calciatori illustri – in primis Maradona – in molti ritengono che, oggi, non sia più totalmente soddisfacente per le nuove e più alte esigenze legate alla squadra, la quale è tornata ad avere una caratura europea di primissimo profilo. Probabilmente, la struttura risulta avere effettivamente delle problematiche e delle carenze rispetto agli standard richiesti per le più prestigiose competizioni calcistiche. Ed allora, da più parti si auspica una nuova casa per il Napoli, magari in un’altra zona e magari nuovamente in proprietà, o almeno comprorietà, della squadra, al pari delle società calcistiche più importanti d’Europa.
Chissà se si riuscirà un giorno nel progetto, sicuramente però, qualora venisse realizzato, sarebbe bello che si potesse ritornare alle origini e magari intitolarlo ad Ascarelli. Del resto, una tale scelta sarebbe simbolicamente opportuna, considerando uno scenario attuale alquanto triste che vede, come ricordano i fatti di Roma ma non solo, una certa diffusione di posizioni razziste e antisemite in alcune frange estreme del mondo ultras.
Ciononostante però, pur se si riuscisse nell’edificazione di un nuovo stadio, sarà inevitabile che comunque il San Paolo, per tutto ciò che ha rappresentato, resti sempre lì ad emanare una valenza non soltanto calcistica e sportiva, ma principalmente storica.