Il melograno è tra i frutti più antichi, e il suo impiego viene fatto risalire fino a 3000 anni A.C.. Originariamente veniva coltivato in Iran, Mesopotamia, India del Nord. In Afghanistan, paese definito da alcuni botanici come la culla di questo frutto, il paesaggio è spesso modellato da queste coltivazioni, e in questa nazione è presente il maggior numero di varietà di alberi di melograno. Tra l’altro, questa coltivazione viene considerata un’alternativa al papavero da oppio. Oggi è ampiamente coltivato anche negli altri paesi, con consumi significativi in tutto il mondo, grazie alla sua bontà e alle proprietà ascrittegli. Ne esistono diversi che differiscono oltre che per dimensioni e colori anche per quantità e varietà di principi attivi.
Il suo significato (mela in grani) descrive bene il frutto ed è stato considerato , per l’abbondanza dei grani contenuti in ogni singolo frutto, simbolo di prosperità e fertilità.
Ad oggi sono stati condotti circa 1500 studi sul melograno, per cui la sua composizione chimica è abbastanza definita. I vari composti possono essere raggruppati in antocianine, polifenoli, acidi organici, vitamine e Sali minerali. Grazie alla sua complessità fitochimica, il melograno stato studiato in diverse situazioni patologiche, quasi sempre sotto due forme: succo, così come acquistabile in commercio, o come estratto dell’endocarpo o dai semi, forma più rara e disponibile solo come integratore.
Ma quali sono le principali azioni del melograno?
I maggiori composti antiossidanti offrono protezione per cancro, cuore, circolazione, Alzheimer, artrite, virus, batteri e infiammazioni in genere.
Non risulta avere effetti tossici anche ad elevate concentrazioni e per lungo tempo di utilizzo, l’unica raccomandazione va fatta per chi assume farmaci quali antidepressivi, anti-ipertensivi e FANS in quanto aumenterebbe il loro assorbimento.