Il duo partenopeo,Musicadea,,sono tornati a casa,dopo la bellissima esperienza per le selezioni di SanRemo.I due talentuosi artisti sono riusciti, con oltre quattrocento partecipanti nelle preselezioni, ad arrivare fino alla penultima selezione, arrivando fra i primi quaranta, ottimo risultato che ha dato loro la giusta carica per terminare le registrazioni del loro prossimo album. Ma chi sono i Musicadea? Paolo Palopoli, chitarra e Valentina Ranalli, voce, costituiscono il gruppo quasi per caso, “In maniera spontanea” sottolinea Valentina “grazie alla stima reciproca nata sin dal primo incontro e dall’intuizione che, unendo le abilità, le conoscenze e i diversi background, sarebbe venuto fuori un bel progetto artistico. Io sono una cantante piuttosto versatile. Ho studiato canto lirico, musica moderna, ho cantato in un coro gospel, musica popolare per poi approcciare piuttosto recentemente al jazz ed innamorarmene completamente. Paolo invece è sostanzialmente da sempre un chitarrista jazz. Dopo gli esordi nel mondo rock-pop attraversa una lunga fase etnica nella quale realizza tre dischi etno-jazz. Come nostra prima collaborazione, nella ricerca di un sound molto personale, abbiamo realizzato un disco influenzato anche dalla Musica classica”.E dalla loro collaborazione nasce il primo disco “Move the Joy” un disco da ascoltare e riascoltare, di compagnia e sopratutto di ottima musica. Li abbiamo incontrati appena tornati a Napoli, felici, sereni, soddisfatti e più carichi che mai. Ed ecco la loro lunghissima intervista:
Come Nasce Musicadea?
P. Il progetto Musicadea nasce al mare, un po’ per gioco, mentre fantasticavamo sulle rispettive idee e progetti musicali per il futuro. Subito ci siamo accorti che, oltre alla stima reciproca, le nostre idee musicali erano più vicine di quanto avremmo mai immaginato e cosi, nasce il nostro progetto comune, nell’intento di coniugare la musica in tutte le sue più versatili forme, con altre forme d’arte. Il messaggio è quello di proporre l’arte in forma ironica e passionale, contaminando un elegante pop con lo swing, i ritmi sud americani, il soul funky e l’ironia. Il nostro è un suono vero e sincero, fatto di reale dialogo tra voce e chitarra. Tentiamo di colorare la nostra Musica di tinte calde e avvolgenti, dove il virtuosismo è al servizio della spontaneità e il suono fluido accarezza le intense melodie dei brani.
I primi concerti?
V. Il primo concerto assieme fu uno spettacolo teatrale scritto da noi dal titolo “Spettacolo, Spettacolare!” in cui oltre a suonare recitavamo il ruolo di alcuni musicisti che raccontavano degli aneddoti realmente accaduti nella storia del jazz. Addirittura Paolo ballava e accennava una piccola parte cantata di uno standard jazz.
L’avventura Sanrenese? (Dalla scelta di provarci fino alla fine)
P. L’esperienza di Sanremo è sempre molto formativa, nel senso che vieni a contatto con tante realtà artistiche interessanti con cui confrontarti. Conosci molti colleghi musicisti ed in qualche modo hai la percezione di ciò che avviene in Italia musicalmente. La mia modesta opinione è che in Italia si stanno facendo dei progressi nella ricerca musicale, tuttavia i dischi non si vendono più per tutta una serie di motivi, una ragione tra queste, è che si sceglie di favorire dei progetti più mainstream rispetto ad altri. Non che a tutti i costi bisogna fare cose strane, lo sappiamo che l’Italia è il paese della melodia e del bel canto, ma c’è la necessità di confrontarsi con le contaminazioni. Infatti tra i partecipanti c’era una componente rap, una di musica elettronica, una swing, una etnica, insomma il panorama è vastissimo. Noi abbiamo deciso di portare un brano definito da noi un NONBRANO, dal titolo “Se domani mi svegliassi presto”, che è il singolo del disco a cui stiamo lavorando. Perché un NONBRANO? Perché non segue la struttura classica della canzone, anche se poi ha le strofe, il ritornello, lo special. E’ una storia, ha un inizio dolce per poi aprirsi con un Groove pazzesco e uno special in 6/8! Insomma abbiamo fatto una cosa alla Musicadea, molto originale e coerente con la nostra visione della musica.
L a scelta del genere musicale?
V. La musica è bella perché è varia! Ci piace suonare tutto quello che sentiamo vicino, quindi attingiamo dal nostro background per poi contaminarlo. Ci piace riarrangiare continuamente i brani. Un esempio è stato il bano edito portato a Sanremo; “Futura” di Lucio Dalla. Da un’ idea di raccontare una storia, di vivere una emozione, abbiamo cacciato un suono del tutto nuovo, alla fine è un piccolo capolavoro, ne siamo molto fieri, ascoltare per credere!
Il primo disco?
P. Durante l’ultimo anno Musicadea ha presentato un disco vivace, dal titolo “Move the Joy” letteralmente “smuovi la gioia”. Dodici tracce di cui due inediti e dieci rielaborazioni di standard jazz in chiave swing mainstream e bebop, un chiaro invito a sorridere e ad emozionarsi godendo della musica, delle singole note e di tutto quello che vogliono esprimere. Nel disco hanno collaborato jazzisti italiani noti al grande pubblico come il trombettista americano Thomas Kirkpatrick, Aldo Zunino al contrabbasso, Daniele Gorgone al Piano e Walter Paoli, batterista di Stefano Bollani. Precedentemente con la flautista americana Isabel Arbace abbiamo unito il jazz europero con la musica classica dando vita al disco “Painted Notes” a cui hanno preso parte il violoncellista Leonardo Massa, della compagnia stabile del Teatro San Carlo di Napoli ed Elisabella Serio, pianista del compianto Pino Daniele.
Cosa pensano i MusicaDea dei reality musicali? Un’opportunità o una declassificazione della categoria?
P. Per un’artista credo che siano tutte e due le cose. E’ una opportunità perché dà indubbiamente molta visibilità. In un momento, dopo una sola apparizione di 30 secondi a mezzanotte puoi arrivare ad un pubblico a cui prima non potevi avere accesso. Di contro c’è da dire che spesso le esigenze di spettacolo televisivo e la scatola dei format Talent limita la creatività artistica.
Il pezzo in cui vi riconoscete di più?
V. Spesso interpretiamo brani di altri artisti, ma li vestiamo delle nostre emozioni. “Se domani mi svegliassi presto” è autobiografico.
P. Io ho scritto sempre molta musica strumentale, prima di musicadea ho pubblicato quattro dischi in cui c’è molto di me di quel periodo. Oggi mi riconosco più in uno stile che sto mettendo in questo nostro nuovo progetto più che un unico brano.
Il brano che vi ha dato più difficoltà?
P. Il brano portato a Sanremo “Se domani mi svegliassi presto” dopo averlo ultimato lo abbiamo riscritto ed inciso da capo in una notte!
V. Per me senza dubbio “Futura” di L.Dalla. Prima di entrare in sala non avevo idea di come lo avremmo riarrangiato e non ero sicura della interpretazione vocale che gli avrei voluto dare. In due giorni abbiamo scritto l’arrangiamento ed inciso il pezzo, alla fine il sound è quello del nostro prossimo disco.
L’evento che portate nel cuore?
P e V. Non uno solo, ci sarebbe da fare una lista!!! il primo concerto assieme, i concerti a Berlino, a Londra, a New York dove ci ha avvicinato un manager che voleva a tutti i costi lavorare con noi. Per non parlare della magia del teatro. Abbiamo fatto alcuni spettacoli teatrali come Ciao Lucio, Umore Maligno, Se non sai cos’è allora è Jazz, quest’ultimo scritto da noi, ogni volta ci rendiamo conto che il teatro è la nostra dimensione perfetta, soprattutto quando dobbiamo recitare un ruolo oltre che suonare. E poi tutti i concerti che hanno dato vita a delle collaborazioni con artisti bravissimi come Ben Paterson, Tom Kirkpatrick, Aldo Zunino e tanti altri.
Progetti Futuri?
V. Musicadea si è data parecchio da fare ultimamente. Abbiamo scoperto l’entusiasmo delle collaborazioni con altri fantastici musicisti e siamo stati investiti da una vena creativa che non siamo riusciti a gestire. Così, abbiamo registrato tre dischi di prossima uscita, tutti con musicisti di fama internazionale. Il primo registrato in Liguria con il noto contrabbassista Aldo Zunino. E’ un disco in cui abbiamo voluto dare l’idea della semplicità, un progetto pulito ed essenziale, che da il massimo spazio all’espressività dei singoli strumenti.
In seguito ad un lungo periodo di permanenza nella grande mela, abbiamo deciso di incidere tutte le emozioni provate. Per fare questo, ci sono voluti due dischi: il primo registrato proprio a New York è una dedica a Jimmy Van-Heusen, con l’aggiunta di alcuni inediti. I musicisti sono: Ehud Asherie al piano, David Wong al contrabbasso e Aaron Seeber alla batteria. Il secondo, registrato di ritorno in Italia con Ben Paterson all’Hammond e Adam Pache alla batteria, è un progetto pensato per una sonorità con cui Musicadea non si era mai confrontata in studio di registrazione: L’ hammond trio.
In ultimo, stiamo preparando un progetto di inediti di cui siamo particolarmente entusiasti. Punta di diamante sarà l’inedito appena presentato alle selezioni di Sanremo giovani dal titolo “Se domani mi svegliassi presto”. Presto vi daremo notizie piu dettagliate.
Riproverete con Sanremo l’anno prossimo?
P. Musicadea quest’anno è arrivato nei primi quaranta senza avere una produzione alle spalle, ma tanti ottimi musicisti con cui collaboriamo, portando la spontaneità e la professionalità con cui facciamo musica. All’indomani di questa esperienza lavoreremo sodo per portare avanti il nostro progetto ed il nostro suono originale, e aspettiamo che si faccia avanti qualche etichetta che voglia seguirci. Credo che per andare avanti in questo percorso c’è bisogno di una struttura che ti segua, molti a Sanremo avevano delle grosse produzioni dietro, questo falsa un poco la competizione, perché la bravura è solo un elemento con cui confrontarsi. Inoltre c’è anche da capire che cosa cercano quello specifico anno. Nel caso nostro abbiamo colpito per la bravura e l’originalità, quindi se il percorso di quest’anno ci porterà in quella direzione, perché no ci riproveremo con più grinta di prima!
Guardiamo il duo in questa spettacolare video nella riebalorazione dei Beatles “Let it be” con l’augurio di continuare a scrivere,sulle nostre pagine,dei loro successi