Trama: Cala dei Mori è un posto speciale. Sul fondo del mare, raggiungibili soltanto con una lunga apnea, enormi conchiglie custodiscono un dono: è il bisso, la seta color oro che ha vestito i grandi re dell’antichità, e che oggi una sola donna al mondo è in grado di raccogliere e di tessere. Quella donna è il Maestro – ma molti, avendone paura, preferiscono chiamarla “strega” – e sta insegnando i suoi segreti alla nipote Caterina che, a dispetto dei suoi tredici anni e di un corpo che sta per sbocciare, ogni giorno al calar del sole si tuffa nella Cala e insegue la perfezione spirituale che quel compito richiede. Sa di non essere ancora pronta, ma sa anche di avere il mare nell’anima e nel destino. Nascosto dietro gli scogli, Francesco la osserva e la ama a modo suo, in silenzio, ammirando la grazia dei suoi gesti. È uno scapestrato, Francesco, appartiene a un popolo di minatori, devoto alla terra, nero di carbone, testardo come la roccia e come il dolore che si agita nel suo sangue. Forse è per questo che non è mai riuscito a rivolgerle neanche una parola? Ma soprattutto, come si diventa qualcosa di diverso da ciò che tutti si aspettano? Ambientato in una Sardegna arcaica, suggestiva e piena di mistero, questo romanzo è spinto da una magia implacabile e ritmica come un’onda increspata dal maestrale. E sa raccontare con delicatezza un’età di incontri imprevisti, di responsabilità indesiderate, di scelte che possono determinare una vita intera.
DeA Planeta
Recensione: La Nacchera è un enorme mollusco che vive nel nostro mare, produce dei filamenti, il bisso, che lo ancorano al fondale marino, dal colore dell’oro ed una volta raccolti e trattati sono stati utilizzati, in passato per la filatura di tessuti preziosissimi.
Caterina viene iniziata da sua nonna, Su Maistu, il Maestro, alla raccolta del bisso, all’apnea, a diventare un tutt’uno con l’acqua del mare utilizzando rituali arcaici, magici, pregni di tradizione che fanno apparire agli occhi dei compaesani le due donne più come streghe che come un continuum di un folklore perso con gli anni.
Francesco spia ogni giorno Caterina, ne è innamorato e tra i due si crea un legame che ricorda il bisso che trattiene la nacchera. La loro, non è solo una storia tra adolescenti, sono uniti da un segreto: la scoperta di un cadavere. A chi apparterrà quel corpo? Chi sarà quell’uomo misterioso?
Il romanzo è un inno alle tradizioni, alla vita che si svolgeva intorno ad una piazza in uno sperduto paesello sardo, quando si viveva con poco, ci si tratteneva a chiacchierare seduti fuori le case e per vedere un programma televisivo ci si riuniva tutti in un’unico posto, un’unica stanza.
La scrittura di Ilenia Zeddas è ipnotica, rivela tutta l’essenza della Sardegna di un tempo, dove i personaggi sono reali, aspri, umani, generosi e duri. Spesso, però, si dilunga. Le 239 pagine risultano un po’ troppe per gli accadimenti, ne sarebbero bastate meno.
Caterina e Francesco sono due anime complementari ed opposte: l’una è etera, profonda, è fatta di mare; l’altro è terreno. La loro amicizia segna quello che è il confine tra l’infanzia e l’adolescenza, la crescita, ma soprattutto il filo sottile che separa la realtà dalla leggenda.
Un appassionante romanzo di formazione.
Ilenia Zedda è nata in provincia di Sassari nel 1990 e lavora come copywriter a Torino, dove ha frequentato la Scuola Holden. Nàccheras è il suo primo romanzo.