Abbiamo avuto il grande piacere, la sera del 6 gennaio, di presenziare, presso il Teatro Portalba – la stessa sala che fu negli anni ’70 la Cineteca Altro di Mario Franco e poi il Bruttini -, ad un evento interessante e a dir poco esilarante, ovvero la “Tombola vajassa” organizzata dall’associazione culturale Mani e Vulcani.
Ad accoglierci, giù in sala, abbiamo trovato delle persone deliziosamente simpatiche che, facendoci prontamente sentire a casa, ci hanno accompagnato alla degustazione di un’ottima pasta e ceci, di un buon bicchiere di vino rosso e di un superlativo babà, come da migliore tradizione partenopea.
Dopo la consumazione, dunque, si è entrati nel vivo della serata e, nelle parole introduttive di Antonello Di Martino – presidente dell’associazione –, abbiamo potuto ascoltare una parentesi di particolare pregio culturale, attraverso la quale si è rievocata la figura di Virgilio, strettamente connessa a quella Storia di Napoli che, da sempre, si mescola con la leggenda e la mitologia. Ebbene Virgilio, seconda la tradizione era un mago o taumaturgo e, non a caso, tredici furono i suoi portenti lungo le mura della città, i simboli dei quali, poi, come notato da Di Martino, sono stati trasfigurati e ripresi nella prospettiva cristiana. In aggiunta, l’Eneide veniva persino usata come fonte di responsi profetici. Ma ciò che risulta più interessante è che, a quanto pare, il poeta-vate veniva chiamato dai napoletani Partenia, ovvero “verginello” quindi “femminiello”, questo a riprova di come quello che possiamo definire uno dei principali e più importanti personaggi della variegata fauna umana napoletana affondi le sue radici nell’antichità mitologica. Del resto, proprio perché questi era ritenuto una figura, per certi versi, portentosa e che, in qualche modo, portava fortuna, veniva scelto per estrarre i numeri della Cabala.
Dopodiché, è entrata quindi sulla scena la vera protagonista della serata, ovvero la mitica Nanà vajassa, sintesi tra la classica immagine del femminiello e quella nuova della drag queen, segno di una rivisitazione e di un ammodernamento del personaggio. In ambito blu, luccicante ed eccentrica, ella si è presentata al pubblico in sala e, dopo averci brevemente parlato della storia della Tombola e del legame con i femminielli, ha dato il via al gioco.
Pungente, sagace, irriverente, esilarante, Nanà, oltre ai numeri in sé, ha coinvolto ed intrattenuto il pubblico presente con simpaticissimi siparietti e performance – con tanto di oggetti del tutto particolari -, aggiungendo anche superbi racconti di barzellette. Ovviamente, come da lei specificato, per partecipare al suo spettacolo bisogna essere persone intelligenti, vale a dire capaci di fare autoironia e di non prendersi troppo sul serio.
Insomma, la serata è stata alquanto piacevole, per noi un modo divertente per concludere in totale leggerezza le festività. Ed allora, il nostro consiglio è di seguire, attraverso i loro canali social, sia le attività dell’interessate associazione Mani e Vulcani, sia i prossimi spettacoli di Nanà vajassa che, nel suo repertorio, ha in serbo molto altro e molti altri personaggi.